Ieri, 3 agosto 2023, è stato approvato lo schema di Decreto del Presidente della Repubblica che autorizza più di 62mila assunzioni di personale scolastico a tempo indeterminato, a fronte di 110mila posti vacanti. Nello specifico:
- 52 unità di personale educativo-PED;
- 50.807 unità di personale docente (di cui 32.784 su posto comune e 18.023 su sostegno);
- 419 unità di insegnanti di Religione cattolica;
- 10.913 unità di personale assistenti tecnico ausiliari-ATA;
- 280 unità di dirigenti scolastici.
Questi numeri preannunciano l’ennesimo anno all’insegna del precariato. I sindacati hanno dichiarato la propria delusione.
Fracassi (Flc CGIL): “Di straordinario c’è solo il numero di precari”
In merito è intervenuta Gianna Fracassi, segretaria generale di Flc CGIL:
“Con questi numeri mi pare chiaro che non ci sia nessun piano straordinario di assunzioni. Di straordinario c’è solo il numero del precariato nel nostro sistema di istruzione, che di governo in governo non viene scalfito. Credo poi che sia una vergogna nazionale il fatto che il 50% dei posti di sostegno per gli alunni con disabilità siano deroghe determinate anno per anno e quindi posti che è impossibile stabilizzare.
La scuola ha bisogno di risorse per gli studenti e per valorizzare chi ci lavora: queste sono le priorità. Niente a che vedere con improbabili sperimentazioni, autonomie differenziate o tagli del numero delle autonomie scolastiche, che rappresentano la cifra della politica del Governo sulla scuola.”
Cisl Scuola: “Per i DSGA non ci saranno assunzioni per mancanza di aspiranti”
Sul tema è intervenuta anche Cisl Scuola, che ha smorzato l’enfasi con cui sono state annunciate le assunzioni:
“Dovrebbe essere superfluo precisarlo, ma a scanso di equivoci ricordiamo che le “nuove” 62.000 assunzioni annunciate oggi con grande enfasi sono le stesse di cui stiamo parlando da settimane (per i docenti già in fase avanzata di attuazione). Il dato riportato da televideo sul personale ATA (10.913 assunzioni) in realtà comprende anche 938 posti di DSGA su cui non ci saranno assunzioni per mancanza di aspiranti”.
Sulla stessa linea anche Uil Scuola che già aveva parlato di “scuole in affanno senza personale ATA“.
Pacifico (Anief): “I numeri non tornano, mentre precari e contenzioso continuano a lievitare”
Mentre il Ministro Valditara ha definito le assunzioni “un importante passo per la riduzione del precariato” secondo il sindacato Anief sono numeri che non tornano, perché la quantità dei precari della scuola continuerà a rimanere altissima e non paragonabile a nessun altro comparto pubblico italiano ed europeo.
“Le assunzioni a tempo indeterminato che si vogliono attuare sono meno della metà dei posti certificati come vacanti e disponibili, pari a 110 mila, e non si spiega perché non siano tutti autorizzati per le immissioni in ruolo del prossimo anno, al netto, vi sono poi ulteriori 100 mila posti su sostegno in deroga mai considerati in organico di diritto. Il motivo dei tantissimi posti in organico di fatto è noto, anche se non condivisibile: da una parte si attivano per esigenze di risparmio della finanza pubblica italiana che porta il MEF a non voler autorizzare in organico di diritto tutti i posti vacanti e disponibili senza titolare: sono un esempio eclatante i 100mila su sostegno o i restanti 18 mila ATA.
Inoltre, va ricordato l’abbandono da parte del Parlamento italiano di quel doppio canale di reclutamento (risalente al 2014) che ha assicurato l’assunzione di tanti precari per scorrimento dalle graduatorie: con questo sistema sarebbe possibile stabilizzare tanti supplenti (prima GaE, oggi GPS, tranne che su sostegno dove è in corso una procedura straordinaria). Solo che il doppio canale non è mai ripartito e anche gli insegnanti di religione cattolica devono rimanere precari a vita: quest’anno saranno soltanto in 129 ad essere assunti dai vecchi concorsi, a fronte di 7 mila posti vacanti e 14 mila supplenze.
A fronte di 85 mila posti vacanti di docenti poi l’Europa, quest’anno, ha preteso di accantonarne 35 mila per assegnarli al prossimo concorso straordinario riservato ai precari detto anche ter o del PNRR. Così aumenteranno i supplenti annuali nelle more che però potranno almeno avere la carta docente grazie ad Anief e la ricostruzione di carriera per intero del servizio preruolo.”