Dopo il recente incontro tenutosi lo scorso 26 luglio, Governo e sindacati sembrerebbero non aver ancora trovato un’intesa sulla prossima Riforma delle pensioni; il confronto è quindi rinviato all’inizio del mese di settembre quando si tornerà a discutere a proposito delle misure rimaste in sospeso.
Riforma pensioni: partita rinviata a settembre
“Dopo sette mesi di incontri, non siamo ancora in grado di dire alle lavoratrici e ai lavoratori quando e come potranno aver accesso alla pensione“. Ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione a seguito dell’incontro dello scorso 26 luglio, a cui erano presenti solo i tecnici dell’Osservatorio e le principali sigle sindacali. Secondo la rappresentante delle parti sociali nel corso del tavolo non sarebbero state fornite soluzioni alcune né sull’ipotesi della pensione di garanzia per i giovani né sulla flessibilità in uscita.
“Noi continueremo a batterci per i 62 anni di età, i 41 di anzianità di servizio a prescindere dall’età, per il pieno riconoscimento dei lavori gravosi e usuranti e del lavoro di cura”. Ha aggiunto subito dopo la Ghiglione, la quale ha inoltre ricordato che qualora a settembre non dovessero arrivare delle risposte certe, i sindacati non potranno fare a meno di replicare con la mobilitazione in piazza.
Le misure in sospeso
Stando a quanto detto finora, il confronto sulla prossima Riforma delle pensioni risulta di fatto rinviato a settembre. A tal proposito, resta ancora da chiarire come il Governo riuscirà a reperire i fondi per superare definitivamente la Legge Fornero. Nel frattempo, ecco quali sono le ipotesi di intervento ancora al vaglio:
- Quota 103: l’uscita anticipata a 62 anni di età e 41 di contributi, sebbene sia in scadenza alla fine dell’anno, dovrebbe essere riconfermata per altri 12 mesi;
- Quota 41 senza limiti anagrafici: da anni cavallo di battaglia della Lega, difficilmente potrebbe essere attuata già nel 2024 a causa delle limitate risorse economiche a disposizione;
- Quota 96: tra le varie ipotesi si è tornato anche a parlare della misura di anticipo pensionistico che permette ai lavoratori di andare in pensione con 60 o 61 anni di età e 36 o 35 di contributi versati. Tuttavia, tale opzione non sarebbe rivolta a tutti, ma solo ad una platea ristretta di beneficiari;
- Ape sociale: in scadenza il prossimo 31 dicembre, potrebbe andare incontro ad un’ulteriore proroga per tutto il 2024;
- Opzione donna: anch’essa in scadenza a fine anno, potrebbe essere riconfermata per il 2024 ma con alcune modifiche rispetto alla versione attuale, considerata troppo restrittiva dal punto di vista dei requisiti. È probabile che si arrivi ad un’uscita per tutte le lavoratrici a 60 anni o a 63 anni, aprendo così la strada vero la cosiddetta Ape rosa;
- pensione di garanzia per i giovani.