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Dopo il dossier di denuncia sul caso di alcuni istituti paritari in Campania, Lazio e Sicilia che rilascerebbero diplomi in modo non legale, come sappiamo il Ministro Valditara ha deciso di attuare un piano che possa contrastare questo fenomeno di opacità e illegalità. Il segretario generale della Gilda Rino Di Meglio ha però sottolineato che la questione della compravendita di titoli non riguarda solo le scuole secondarie di secondo grado, ma che dovrebbero essere effettuati controlli anche sugli enti che rilasciano laure, crediti e specializzazioni.

Fenomeno della compravendita di titoli

Il segretario generale della Gilda è intervenuto, infatti, nel dibattito sulla questione e ha sottolineato che il fenomeno della compravendita dei titoli è più esteso:  “Purtroppo il problema non si limita ai diplomi scolastici, ancora più grave è quello dei Laurefici e Creditifici. E’ sotto gli occhi di tutti che in molti casi basta sborsare cinque o seicento euro per procurarsi i 24 CFU per l’abilitazione. Portare a 60 i crediti richiesti significherà semplicemente aumentare il prezzo di vendita. Ovviamente – ha precisato Di Meglio, non vogliamo generalizzare. Ci sono ottime Università a distanza, quello che non esiste è qualsiasi controllo sulla qualità dei servizi forniti”.

Occorre pensare ad un sistema efficace di controlli  

“Il MIM pensa di effettuare i controlli attraverso gli Ispettori tecnici per i quali si bandirà un Concorso che, nella migliore delle ipotesi, si concluderà fra un paio di anni. In ogni caso il personale tecnico del Ministero è e sarà insufficiente anche quando sarà espletato il concorso rispetto alla grande mole di controlli che sarebbe necessario fare” ha spiegato Di Meglio.

“Forse l’unica possibilità concreta per effettuare i controlli da parte di persone competenti potrebbe essere quella di affidarli ai Dirigenti Scolastici ovviamente divisi per territorio e ordini scolastici – ha proposto -. Non sarebbe una novità perché molti anni fa il controllo sulle scuole parificate era demandato ai direttori didattici e ai presidi”.