Ne avevamo già parlato alcuni giorni fa e ora la proposta sembra non essersi fermata ad una semplice idea. Paolo Fasce, DS dell’Istituto nautico San Giorgio di Genova e Camogli, ha presentato un’iniziativa che punta a modificare il reclutamento dei docenti, cercando di garantire una migliore qualità del personale scelto. La proposta è stata presentata alla Commissione Cultura dei due rami del Parlamento. Vediamo di cosa si tratta.
I 6 punti della proposta di Paolo Fasce: il ‘concorso-corso’
La proposta del DS Paolo Fasce, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata a La Tecnica della Scuola, si articola in 6 punti.
Il primo punto si basa sulla presenza nelle graduatorie già esistenti, Gae e Gps, in cui sono inseriti i docenti precari in attesa di un incarico annuale. Fin qui dunque niente di nuovo. Il secondo e terzo punto iniziano ad entrare invece nel merito della ‘riforma’ di Fasce. Il dirigente vuole cercare di coprire tutti i posti vacanti, denunciando l’incapacità dei concorsi di raggiungere questo obiettivo. La proposta consiste infatti nel far svolgere l’anno di prova ai supplenti con incarico di supplenza al 31 agosto. Qualora non dovessero risultare inidonei presso quell’istituto scolastico non potranno più insegnare per 3 anni.
I punti 4 e 5 si concentrano sulla valutazione da parte del comitato di valutazione degli insegnanti che hanno svolto l’anno di prova, e ai vincoli a cui i docenti risultati idonei sono sottoposti. Chi infatti supera l’anno di prova deve essere sottoposto alla vera e propria formazione secondo la proposta di Fasce, in cui in 3 anni i docenti devono raggiungere 60 CFU (20 CFU quindi all’anno).
Infine il punto 6 è quello in cui i docenti ottengono l’incarico definitivo, con l’obbligo di permanere nella scuola di formazione per 3 anni.
Alcune considerazioni
La proposta del DS Fasce sembra cominciare ad avere i primi riscontri in ambito politico. Qualcuno sembra infatti avergli già risposto e non è da escludere che la proposta possa essere presa in considerazione in una qualche prossima occasione. Nel frattempo sorgono però degli interrogativi nell’esaminarla. Come aggirare, ade esempio, il dettato costituzionale che richiede il concorso per poter accedere al pubblico impiego?
Fasce dà una risposta semplice ed esaustiva al riguardo: il concorso nel nostro ordinamento non è necessariamente solo per titoli ed esami, potendo essere anche solo per titoli come avviene per le graduatorie ATA 24 mesi.
Quanto poi all’aspetto retributivo ci si chiede se un così lungo percorso formativo come quello profilato nella suindicata iniziativa non richieda anche una maggiorazione dello stipendio. Su questo elemento il Dirigente ha ipotizzato o una maggiore futura disponibilità di risorse in vista del calo demografico e della conseguente riduzione di personale, oppure avanza l’ipotesi di dimezzare gli scatti stipendiali, trasferendo il risparmio così operato ad esempio sul Fis.
Alleghiamo il FILE DELLA PROPOSTA per chi volesse visionarla per intero.