Continuano le denunce social dei supplenti senza stipendio: parliamo di quelli con contratti di supplenza breve e temporanea, che attendono il pagamento delle mensilità arretrate, a partire dal mese di maggio. Una prassi che si ripete ogni anno, come fanno notare i sindacati e come ben sanno coloro che seguono i gruppi Facebook sulla scuola da tempo. In molti faticano così ad arrivare a fine mese: la platea di supplenti precari è di circa 225mila persone. A questo si aggiunge la beffa: anche la Naspi ritarda.
Supplenti senza stipendio, i commenti dei sindacati
Come riporta un articolo de La Stampa, commentano la situazione dei precari senza stipendio Rino Di Meglio (Gilda degli Insegnanti) e Ivana Barbacci (CISL Scuola). Il problema, dovuto al malfunzionamento della comunicazione tra il sistema informativo del ministero dell’Istruzione e del Merito e quello del ministero dell’Economia, crea non pochi disagi. Rino Di Meglio dice: “I ritardi purtroppo rappresentano un refrain annuale. I disagi maggiori nascono quando i ritardi capitano all’inizio dell’anno. Gli insegnanti sono costretti ad aspettare fino a gennaio per avere i pagamenti. Questo crea notevoli difficoltà, sono persone che si spostano dalle città di origine: al disagio che devono sopportare per la precarietà e per i costi da sostenere, si aggiunge anche il ritardo nei pagamenti perché i ministeri competenti si palleggiano gli adempimenti allungando i tempi della liquidazione. È un esempio di scarsa collaborazione istituzionale che va sulla pelle dei cittadini, sono migliaia di persone”.
Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl scuola, spiega: “In passato il fenomeno era piuttosto grave, si verificavano ritardi strutturali anche di sei mesi. Negli ultimi tempi la cosa va migliorando, ci sono ritardi quando ci si trova di fronte a situazioni che cambiano lo status giuridico come permessi, aspettative. Questo crea un disallineamento che ha prodotto ritardi”.
Valditara: tra il dire e la realtà
Giuseppe Vaditara, ministro dell’istruzione e del Merito, assicura che si sta lavorando per normalizzare la situazione e che dal prossimo anno i ritardi scompariranno. La promessa è di ridurre significativamente i tempi di pagamento degli stipendi, che oggi sono in media di 4 mesi. Ma Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi Sinistra), componente della commissione cultura della Camera, commenta in merito alla Naspi dei precari: “come abbiamo già denunciato in un’interrogazione del 20 luglio, si può chiedere soltanto una volta terminato l’incarico, cioè a giugno, ma viene erogata dopo almeno 60 giorni di lavorazioni burocratiche. Le ricadute di questi ritardi e lungaggini sulla vita privata di questi e queste insegnanti sono pesantissime; provi il ministro Valditara a vivere 4 mesi senza stipendio e si renderà conto che questa non è una situazione degna di un Paese civile.”