Stipendi
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I precari della scuola, personale docente e ATA, denunciano il ritardo nel pagamento delle retribuzioni di migliaia di supplenti che, dallo scorso mese di maggio, non vengono pagati come, invece, dovrebbe essere mensilmente, in maniera regolare. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, nei giorni scorsi, ha assicurato che gli arretrati verranno corrisposti con i cedolini relativi al mese di agosto ma la situazione si fa sempre più difficile, per non dire drammatica.

Stipendi precari, i sindacati denunciano: ‘Non ci sono più margini di tollerabilità’

La segretaria di Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha spiegato a ‘Il fatto quotidiano’: ‘Anche un solo ritardo determinato da una carenza di risorse in tempo adeguato o strutturali in termini di sistema informatico, è un problema che va risolto. Quest’anno il fenomeno rimane diffuso ma i numeri sono calati, c’è stato un impegno in termini tecnici a far fronte all’allineamento tra il caricamento dei contratti e l’attribuzione delle risorse alle scuole. Ci sono ancora parecchi problemi quando ad esempio si prende una supplenza in un ordine di scuola e poi in un altro’. Ivana Barbacci, tuttavia, ritiene che non ci siano più margini di tollerabilità: ‘Settembre sarà la prova per vedere se l’intervento annunciato da Valditara sarà efficace o meno’.

‘Governo e Ministero Istruzione cattivi pagatori’

I sindacati sostengono che il ‘Governo e il Ministero dell’Istruzione sono dei cattivi pagatori‘. Gianna Fracassi, segretaria nazionale Flc-Cgil, spiega: ‘La ragione di questi ritardi sta nel meccanismo farraginoso degli accreditamenti, che devono passare attraverso i controlli infiniti e lentissimi del ministero dell’Istruzione e del ministero dell’Economia. Abbiamo posto questo problema al tavolo delle semplificazioni amministrative, ma la risposta alla nostra istanza è stata una presa in carico la cui soluzione si prospetterebbe entro marzo 2024”. Anche il segretario della UIL Scuola, Giuseppe D’Aprile parla di situazione inaccettabile in quanto si sta calpestando un diritto costituzionalmente garantito. Il personale docente e ATA precario merita più rispetto, soprattutto per la condizione precaria, unica nel nostro Paese.