Ha fatto scalpore il caso degli 80 docenti neoimmessi in ruolo su sostegno a Modena che hanno rinunciato perchè incapaci di sostenere le spese di affitti spropositati a fronte di stipendi inadeguati rispetto al caro vita. Hanno quindi preferito la precarietà del Sud alla stabilità lavorativa, seppure a caro prezzo. In Italia si assiste ad un divario di prezzi senza pari, tanto che questa vicenda non può dirsi isolata. Già i mesi scorsi, ad esempio, in Lombardia si era assistito ad una ‘fuga’ di insegnanti che avevano approfittato della mobilità per tornare alle loro città d’origine, non potendo più fronteggiare i costi della regione lombarda. E la problematica è destinata ad espandersi senza un intervento che appoggi i docenti precari e neoimmessi ‘fuorisede’.
Agevolazioni sugli affitti
L’unica agevolazione per poter andare incontro ai docenti precari costretti a trasferirsi a chilometri da casa era stata stanziata con la Legge di Bilancio 2022, la quale aveva previsto per il 2023 sconti sugli affitti e sull’acquisto della casa fino a 2.500 euro, ma solo se l’immobile era ubicato in una delle comunità montane del Paese. Questa previsione voleva essere anche un incentivo a favore dei docenti a tempo determinato in servizio nelle scuole di montagna di ogni ordine e grado.
Per il resto la questione non è mai stata affrontata nè dal Governo nè dal Ministero dell’Istruzione. Diventa quindi essenziale una collaborazione tra amministrazioni locali e nazionali cercando soluzioni che possano riequilibrare il mercato immobiliare e garantire a tutti la possibilità di vivere e lavorare in qualunque città italiana. Sul web i docenti lo stanno chiedendo a gran voce. Saranno ascoltati?