In virtù del principio costituzionale della trasparenza dell’azione amministrativa, tutti gli atti, dati e informazioni della scuola sono accessibili, con i limiti e le esclusioni previste dalla normativa generale. Nello specifico la disciplina è contenuta nella legge n. 241/90 e successive modifiche e integrazioni, la quale ha normato l’accesso agli atti amministrativi con l’art.22, il quale lo riconosce a “tutti i soggetti privati…che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso.” Tra le casistiche più diffuse rientranti nel diritto di richiesta di accesso agli atti troviamo quella in cui i docenti inseriti nelle Gps riscontrano inesattezze, o per presunti errori di punteggio oppure nell’assegnazione delle nomine di supplenza nel corso della quale si ritiene di essere stati scavalcati ingiustamente. Vediamo cosa sapere al riguardo.
Come si esercita il diritto di accesso agli atti
L’accesso agli atti consiste in una richiesta formale rivolta all’amministrazione che detiene l’atto, motivando l’interesse a conoscere l’atto stesso. Nel caso quindi dei docenti e di sospettate inesattezze riguardanti o il punteggio indicato nelle Gps (di cui si richiede la rettifica dopo eventuale segnalazione) o, come abbiamo detto, nelle procedure di assegnazione della supplenza dalle graduatorie medesime, la richiesta deve essere indirizzata all’ufficio scolastico competente.
Può essere fatta tramite raccomandata AR, tramite PEC, oppure protocollando direttamente presso l’amministrazione la richiesta.
Questa procedura può essere fatta in totale autonomia dal diretto interessato, senza quindi avvalersi di legali o sindacati. Va poi precisato che l’Amministrazione è tenuta a fornire un riscontro entro il termine dei 30 giorni.
Verifica precedenza per legge 104
La questione delle precedenze nell’assegnazione delle nomine di supplenza per legge 104, seppur con punteggio inferiore, ha sempre fatto discutere. Molti docenti infatti si ritrovano magari ad essere scavalcati e vogliono spiegazioni da parte dell’Usp di riferimento. Di qui quindi la presentazione dell’accesso agli atti.
Come aveva infatti spiegato già l’anno scorso Chiara Cozzetto, rappresentante sindacale Anief, “la tutela della privacy vuole che non venga indicato il motivo della precedenza che normalmente è dovuta ad una disabilità personale o assistenza a disabile grave. Non deve essere dichiarato nel bollettino. L’informazione potrà essere data in caso di accesso agli atti richiesto da un candidato che si è sentito penalizzato.”