Il mondo della politica tace ormai da tempo sul doppio canale di reclutamento, portando l’attenzione solo sui concorsi del Pnrr che dovranno essere banditi entro la fine del 2024. Intanto lo sbandierato concorso ‘straordinario ter’ (che straordinario non sarà) sta subendo ritardi. Non solo non si vede traccia di quel bando che doveva essere pubblicato tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre, ma nemmeno sono stati divulgati ancora i regolamenti concorsuali, che precedono solitamente l’uscita di un bando. E questo fa sorgere dubbi sulla formazione di graduatorie utilizzabili in tempo per le immissioni in ruolo dell’a.s 2024/25. Cosa accadrebbe quindi in quel caso? Ricordiamo infatti che in alcune regioni le graduatorie di merito per alcune classi di concorso sono state esaurite, e l’unica via percorribile sarebbe quella delle Gps.
Docenti precari in balìa di un algoritmo
Intanto quest’anno i docenti precari sono stati (e sono tuttora) in balìa di un algoritmo che non è mancato ancora, qua e là, di commettere errori. E molti tra questi insegnanti, con anni e anni di esperienza, soffrono di un ‘modus operandi’ spesso (forse) non troppo meritocratico, che, tra le tante malefatte, ‘si rifiuta’ di tornare indietro qualora comparissero nuove cattedre disponibili dopo le prime tornate di nomina. E così docenti con punteggio più basso si ritrovano a ricevere incarichi migliori rispetto a chi occupa una posizione più elevata in graduatoria.
Senza contare la possibilità, neanche troppo remota, con cui vengono di anno in anno catapultati in nuove scuole, a chilometri di distanza da casa, con tutto quello che una trasferta comporta.
Una manifestazione a Roma riaccenderà i riflettori sul doppio canale di reclutamento: servirà?
Alla luce del dilagante precariato che attanaglia la scuola, e di tutto ciò che ruota intorno a chi da anni presta servizio nell’insicurezza di una stabilità lavorativa, è inevitabile leggere lo sconforto di chi non vede lo spiraglio del ruolo.
“Quello che lascia veramente di stucco è come può uno Stato abusare dei precari e poi decidere di lasciarli così, in balia delle onde; (…) persone di 50 anni, con 30 anni di servizio alle spalle, combattono con l’algoritmo e vengono sbattute qua e là in scuole sempre nuove. Che fine faremo? C’è qualche speranza di un’inversione di tendenza?”
Questa è solo una delle tante espressioni di malcontento del mondo precario che leggiamo sui social, con cui viene chiesto di essere stabilizzati dopo anni di precariato.
E su questa linea si inserisce anche la manifestazione organizzata dall’Associazione Nazionale Liberi Insegnanti (ANLI), con un’unica richiesta: il doppio canale di reclutamento per tutti gli ordini e gradi scolastici. La data è fissata per giovedì 7 settembre 2023 dalle ore 11 alle ore 14, a Roma, di fronte al Ministero dell’Istruzione e del Merito.