Negli ultimi anni scolastici si è sempre più manifestato il problema di conferire incarichi nelle province del Centro e del Nord Italia a causa della mancanza di personale interessato all’insegnamento: ad esempio, quest’anno, in molti hanno deciso di non cogliere la possibilità del ruolo prendendo parte alla procedura di assunzione straordinaria della call veloce dalla I fascia delle GPS sostegno. A scoraggiare i possibili interessati sono due importanti fattori: il vincolo triennale al trasferimento e il caro vita. L’Anief ritorna sull’argomento, proponendo delle soluzioni a questo problema della scuola.
Vincolo triennale, bassi stipendi e caro vita scoraggiano il lavoro nella scuola del centro-Nord
Il presidente nazionale del sindacato Marcello Pacifico, in un’intervista all’agenzia ‘Teleborsa’, ha ribadito che il basso interesse per l’insegnamento in determinati territori, soprattutto nel Centro-Nord Italia, infatti, è dovuto sia ai blocchi ai trasferimenti, sia agli stipendi inadeguati che al caro vita che si avverte maggiormente in determinate aree. “Il tema della mobilità – ha affermato il sindacalista – è fondamentale: in Europa si parla tanto di favorire la mobilità e anche in Italia, nel PNRR, abbiamo messo queste clausole, però purtroppo nella scuola esistono dei vincoli che costringono diverse migliaia di precari a rifiutare i ruoli”.
Gli insegnanti, ha ricordato il sindacalista autonomo, “lavorano da precari per tanti anni, dopodiché aspirano a dei posti che molto spesso risultano lontani dalla propria residenza e quindi dovrebbero entrare nei ruoli e restare lontano da casa per altri 10-15 anni, ma questo significa rinunciare alla propria famiglia, rinunciare al diritto alla famiglia. E soprattutto anche rinunciare al proprio stipendio”, perché “per lavorare fuori, lontano da casa” occorre affrontare spese rilevanti: basti pensare che solo per l’affitto più le bollette si superano i mille euro di spesa.
Indennità di trasferta e sblocco dei trasferimenti
Pacifico ha sottolineato che “Tutto questo è contrario alle norme europee: c’è bisogno di una specifica indennità di trasferta per chi lavora lontano dalla propria residenza e c’è bisogno anche di eliminare i vincoli sulla mobilità“: l’obiettivo da raggiungere, pertanto, è quello di “favorire la mobilità dei lavoratori” della scuola e per farlo la strada da intraprendere, anche per “la continuità didattica” non è certo quella dei “vincoli ai trasferimenti, ma la stabilizzazione del personale”.