In queste ultime settimane si è tornati a discutere tanto della questione relativa alla continuità didattica del sostegno agli alunni con disabilità: molte le dichiarazioni e i buoni propositi espressi in varie interviste dal Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, ma il problema è molto complesso da risolvere. Ogni anno, infatti, si assiste al fenomeno che è stato definito la ‘girandola dei docenti’: più della metà degli alunni certificati, ad inizio anno scolastico (o addirittura anche durante il suo corso) cambia insegnante. In questo panorama così complesso, si potrà garantire la continuità didattica agli alunni più fragili?
Troppi gli insegnanti di sostegno precari
Ogni anno si ripropone sempre il problema della mancanza di continuità didattica agli alunni certificati, il cui numero cresce da un anno scolastico all’altro. La metà degli insegnanti di sostegno è precaria, e molti tra questi non specializzati. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista ai microfoni dell’agenzia ‘Italia stampa’ ha affermato che “il problema non è l’aumento dei posti in deroga, che rispecchia anche le nuove certificazioni, ma il mancato adeguamento dell’organico di fatto con quello di diritto. Questo significa che attualmente, purtroppo, in Italia su 200mila insegnanti di sostegno la metà è di ruolo e la metà no, poiché sono precari chiamati su posti in deroga e non dovrebbe essere così. Il problema è che le scuole richiedono più docenti ma vengono negati per motivi di bilancio”.
Raggiungere la continuità didattica è un percorso lungo
Come sappiamo, nelle ultime settimane il Ministro Valditara ha espresso l’intenzione di riformare il sistema del conferimento degli incarichi sul sostegno, con l’obiettivo di poter assicurare la continuità didattica agli alunni con disabilità: la proposta sarebbe quella di mantenere il docente precario sulla stessa sede per l’intero ciclo scolastico in cui lo studente certificato si trova inserito. Per poter realizzare quanto espresso, però, le difficoltà sono tante e i tempi molto lunghi, considerato il fatto che occorrerà raggiungere un accordo anche con i sindacati.
Del resto, occorre considerare anche un altro fattore: non tutti i docenti coinvolti sono interessati a permanere nella stessa sede per più anni. Inoltre, molti considerano il sostegno soltanto un insegnamento temporaneo, in attesa di stabilizzarsi sulla propria classe di concorso.