Passa in Consiglio dei Ministri la riforma fortemente voluta dal Ministro Valditara sugli Istituti tecnico-professionali. Il prossimo step sarà quello di ricevere l’approvazione in Parlamento prima di diventare legge a tutti gli effetti. Se tutto filerà liscio la sperimentazione partirà con l’a.s 2024/25. Il progetto però non piace a FLC CGIL, che già parla di “disastro annunciato”.
Istituti tecnico-professionali: modello 4+2
Per fare una breve sintesi della riforma, che contiene anche il ripristino del voto in condotta per la scuola secondaria, gli istituti tecnico-professionali saranno impostati sul modello 4+2: un percorso quadriennale a cui si aggiungerà un ulteriore biennio di Its Academy (Istituti professionalizzanti post-diploma). L’idea è quella di avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro, avvalendosi anche di personale docente che proviene proprio dal mondo tecnico e professionale.
Ci sarà anche un ampliamento delle ore di laboratorio e delle discipline professionalizzanti, ma, a quanto pare, non a discapito del conseguimento delle competenze dal punto di vista del profilo educativo, culturale e professionale dell’indirizzo di studi.
FLC CGIL: “Doppio canale dove il sistema dei tecnici e professionali viene declassato e ridotto”
Molto critica FLC CGIL sulla riforma degli Istituti tecnico-professionali, che al riguardo si è espressa in maniera piuttosto dura:
“La riforma dei tecnici-professionali è un disastro annunciato per i ragazzi e le ragazze di questo Paese. Altro che serie A, in questo modo si istituisce un doppio canale dove il sistema dei tecnici e professionali viene declassato e ridotto. Un percorso specifico e accorciato per coloro che non sono destinati all’università, promuovendo una nuova sperimentazione, con meno tempo scuola, senza aver prima valutato gli effetti dei licei quadriennali. Una scelta da parte del Governo che ci appare priva di qualsiasi impostazione scientifica.
Ancora una volta si confonde l’istruzione con l’addestramento professionale legato ai bisogni delle imprese. L’attuale modello dei PCTO (ex alternanza scuola lavoro), anziché essere ripensato, viene addirittura esteso, con un ruolo fondamentale per consentire agli studenti la definizione di un proprio progetto di vita e di sviluppo professionale e l’utilizzo dell’apprendistato di primo livello con la finalità di rendere rapida la transizione verso il lavoro una volta concluso l’obbligo scolastico.
Altro aspetto grave del DDL appena approvato è sicuramente il ruolo dato all’Invalsi che certificherà l’accesso diretto agli ITS per i percorsi sperimentali di Istruzione e Formazione Professionale. Ciò equivale alla totale messa in discussione del valore legale del titolo di studio finora attestato dagli esami di stato. Affidando inoltre, un ruolo inappropriato all’Invalsi, che travalica la funzione attribuitogli dalla legge stessa, ovvero quella di rilevare gli aspetti valutativi e formativi del sistema scolastico.
Siamo di fronte a un disegno vecchio, ideologico, che cristallizza le disparità già presenti nel Paese e che la scuola ha, già in passato, rifiutato con forza.”