educazione motoria
insegnante motoria scuola primaria

Nel mondo della scuola tanti sono gli aspetti di cui anche i non esperti del settore discutono. A volte può capitare che su vari gruppi social dal semplice scambio di opinioni si accenda un dibattito che suscita botte e risposte a catena. È questo il caso di alcune considerazioni sull’educazione motoria a scuola: è una materia al pari delle altre? È utile svolgerla nel contesto scolastico? Perché valutarla? Facciamo insieme il punto della questione.

Il dibattito si è acceso

Nel lontano 1910, con la Legge Rava-Daneo- Credaro, si introdusse l’insegnamento dell’educazione motoria nelle scuole. Il sistema scolastico italiano per tantissimo tempo ha affidato tale disciplina a docenti specializzati solo nelle scuole secondarie: la legge di Bilancio 2022 ha introdotto tale insegnamento per due ore alla settimana svolto da docenti di scienze motorie anche per la primaria, a partire dal 2022/23 per le quinte classi, e da quest’anno scolastico 2023/24 anche per gli alunni delle quarte, segnando un momento storico nella storia dell’istruzione del nostro Paese. La disciplina, pertanto, rientra a tutti gli effetti tra gli insegnamenti curriculari. Inoltre, sono in corso di svolgimento le procedure per il primo concorso ad hoc, che dovrebbe espletarsi a breve.

Sui social di recente si è acceso il dibattito sull’insegnamento dell’educazione motoria. Ad esempio, qualcuno si è domandato “Perché non farci fare qualcosa di utile?”: nonostante si sia dichiarato essere uno sportivo, ha affermato che per lui ci sono discipline più rilevanti da insegnare. Un altro utente ha scritto: “Per me è follia che l’educazione fisica sia una materia che fa media. A scuola si studia, non vedo il motivo per cui la mia bravura o meno in uno sport debba rovinarmi la media”, “I docenti di scienze motorie valutano l’impegno e la disciplina, non la prestazione in sé”, mettendo in discussione il dare un voto all’alunno che determinerà la media finale.

Altri, invece, hanno sottolineato la mancata attuazione di un programma di educazione fisica più approfondito e completo, che spesso si riduce ‘solo’ a partite di calcio, pallavolo, basket, offballt. “In realtà, dovrebbe insegnare che abbiamo un corpo e dobbiamo prendercene cura”, ha evidenziato infatti un altro utente.

I benefici dell’educazione motoria a scuola

Tutti gli studi sono concordi nell’affermare che l’educazione motoria promuova un corretto sviluppo fisico e una crescita armonica del corpo, aspetto fondamentale nell’età evolutiva. La vita di tutti i giorni ci costringe sempre più alla sedentarietà: l’educazione motoria a scuola, dunque, rappresenta un buon modo per avvicinare i bambini e gli adolescenti al movimento e, magari, appassionarli a qualche attività sportiva. Dovremmo poi considerare anche un altro importantissimo fattore: alla nascita, il primo modo di comunicazione del neonato è quello motorio e lo sarà per i primi anni di vita. Lo sviluppo del linguaggio, infatti, andrà di pari passo a quello motorio: pertanto sarebbe opportuno inserire l’insegnamento dell’educazione motoria con personale qualificato già dalla scuola dell’infanzia.

Effetti positivi si hanno anche dal punto di vista psichico: fare movimento fa “sentire bene”. Praticando attività fisica vengono prodotte le endorfine, chiamate anche “ormoni della felicità“. Fa sfogare lo stress, le tensioni, aumenta l’autostima, facilita le relazioni sociali tra pari. Fare educazione motoria ha benefici anche per l’apprendimento. Migliora le capacità cognitive, la coordinazione, l’attenzione e la concentrazione. Da tanti anni, del resto, lo stesso Gardner ha annoverato tra le varie intelligenze multiple anche quella corporeo-cinestetica, che al pari delle altre, ha uguale dignità e merita di essere promossa.