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Lo scorso 30 giugno i Ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara hanno firmato il Decreto Interministeriale che dà esecuzione alla riduzione delle istituzioni scolastiche autonome stabilita dalla Legge di bilancio 2023: saranno tagliate 780 scuole in tutto il Paese, dal cui taglio si risparmieranno circa 88 milioni di euro a regime. Il governo sembrerebbe affidare questa operazione ad un algoritmo che penalizza soprattutto le regioni del Sud: di seguito facciamo il punto della questione sui futuri tagli alle scuole.

L’entità dei tagli alle scuole

La Legge di bilancio 2023 ha stabilito un considerevole numero di tagli alle scuole, 780 di cui 502 sono al Sud: solo in Sicilia si taglieranno 102 istituti scolastici. Nel 2034 si registrerà una diminuzione della popolazione scolastica pari a 1 milione e mezzo di studenti dovuto al calo della natalità, ma il governo ha bisogno di soldi: l’80% del taglio complessivo, pertanto, si avrà già a partire dal prossimo anno scolastico 2024/25, quando si perderanno 628 scuole. Secondo quanto ha riportato ‘La Repubblica’, il 64% dei tagli colpirà le scuole del Sud, il 22% quelle del Nord e il 14% gli istituti del Centro.

Un algoritmo individuerà gli istituti da tagliare

La relazione tecnica che accompagna la Legge di bilancio 2023 ha indicato in un algoritmo la modalità che sarà utilizzata per individuare gli istituti da tagliare: questo, tenendo conto dei dati elaborati dell’Istat, sarebbe in grado di individuare le scuole in cui si avrà un maggior calo degli alunni. Quelle al di sotto dei 500 alunni saranno sottodimensionate e perderanno il diritto di avere un Dirigente Scolastico titolare. “In merito agli effetti della denatalità, va osservato – ha sottolineato il Ministro Valditara – che non esiste alcun algoritmo ‘ministeriale’ che avrebbe determinato il numero di studenti di ciascuna istituzione scolastica italiana da oggi sino al 2034”.

“Per dare attuazione alla riforma del dimensionamento, così come ci impone l’Europa, si è tenuto conto dei dati ufficiali delle proiezioni Istat (per il prossimo decennio) sulla popolazione residente in età compresa tra 3 e 18 anni”, ha spiegato il Ministro a ‘La repubblica’, specificando che i “tagli di autonomie scolastiche” “derivano non dalla riforma del dimensionamento ma prevalentemente da scelte effettuate nella precedente legislatura”. 

Intanto, non si riesce a capire bene come opererebbe questo algoritmo: la Lombardia, che registrerà un calo di 232mila alunni, più di ogni altra regione, subirà soltanto il 4,9% del taglio complessivo, pari a solo 38 scuole: non si comprende come la Sicilia con una diminuzione pari al 17% del totale, contribuirà con 102 scuole che perderanno il proprio DS e che saranno accorpate ad altri istituti.