Il percorso di abilitazione previsto dal DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale non piace ai docenti precari della scuola secondaria a cui è rivolto. A creare malcontento sono soprattutto i costi previsti per poter ottenere l’abilitazione che, come abbiamo spiegato, potranno raggiungere anche i 2.500/2.000 euro. I sindacati non sono riusciti a ottenere il dimezzamento degli importi e probabilmente non verrà nemmeno tenuto conto del valore Isee come si vociferava qualche giorno fa. Ѐ partita dunque la mobilitazione su gruppi whatsapp e telegram, avviando una petizione online e scrivendo una lettera rivolta al Ministro Valditara.
Petizione online
Nelle scorse ore è stata avviata su Change.org una petizione dal titolo “Uniamoci contro il nuovo Percorso Abilitante: Formazione Accessibile per Tutti i Docenti!” Allo stato attuale sono state raggiunte quasi le 2 mila firme nel giro di 24 ore. Riportiamo di seguito qualche stralcio:
“Con questa petizione, ci appelliamo ai principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione per opporci fermamente al recente DPCM che impone nuovi percorsi abilitanti per i docenti nell’ambito della riforma del reclutamento prevista dal PNRR.
Riteniamo, infatti, che i costi che deriverebbero dallo svolgimento dei suddetti percorsi abilitanti, non rispettino il principio di equità, poiché graverebbero in modo eccessivo sulle spalle dei docenti, imponendo loro costi insostenibili- già estenuati dagli esborsi richiesti fino ad oggi per acquisire i requisiti necessari per inserirsi nelle GPS.
Nella nostra Costituzione, l’articolo 3 stabilisce il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge che il testo del DPCM sembra contraddire in quanto lo svolgimento dei percorsi abilitanti creerebbe un’onerosa barriera all’accesso alla professione docente.
Questa situazione minaccia non solo la parità di opportunità nell’accesso alla professione docente ma anche la diversità e la qualità stessa del corpo docente italiano. La formazione dei docenti dovrebbe essere basata su criteri di merito e competenza, non sulla capacità finanziaria.
Inoltre e non per ultimo, un insegnamento di qualità necessita di un insegnante equilibrato, e la precarietà del docente italiano non aiuta a creare uno stato mentale di serenità né tantomeno dal punto di vista economico ad affrontare le spese richieste per formarsi.
Ci opponiamo ai termini previsti dal DPCM e chiediamo di tutelare i docenti da eventuali costi onerosi per garantire che il percorso abilitante sia equo ed accessibile a tutti coloro che desiderano dedicarsi all’insegnamento. Dobbiamo proteggere e preservare i principi sanciti nella nostra Costituzione assicurando che l’istruzione sia una via aperta per tutti, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria.”
Lettera contro la nuova abilitazione
Gli stessi docenti precari hanno anche diffuso una lettera sulla stessa linea della petizione, sottolineando in aggiunta tutti gli ulteriori problemi che i supplenti si ritrovano ad affrontare, tra algoritmo, errori di punteggi in graduatoria e nomine assegnate a chilometri da casa.
A tutto ciò si aggiungono ora le spese per ottenere un’agognata abilitazione da 60 cfu.
Riportiamo per presa visione la LETTERA in questione.