Ci sono alcuni aspetti riguardo ai nuovi corsi abilitanti rivolti al personale docente della scuola secondaria che destano dubbi. Il problema principale attiene alle tempistiche di inizio e di conclusione, nonchè ai tempi necessari, per gli insegnanti interessati a prendervi parte, per poter richiedere i permessi di studio. Vediamo quindi di capire cosa c’è di contraddittorio.
Corsi abilitanti: quando potrebbero prendere il via ipoteticamente?
Partiamo da quelli che dovranno essere i prossimi passaggi previsti alla luce della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM che disciplina il nuovo percorso di abilitazione. L’Anvur (Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca) deve pubblicare le linee guida con cui verrà sancito l’accreditamento degli atenei che erogheranno i corsi abilitanti.
Le linee guida dovevano essere pubblicate entro il 15 settembre scorso. Ad oggi però devono ancora uscire.
Dopo la pubblicazione delle linee guida le università e le istituzioni AFAM dovranno candidarsi. A quel punto il Ministero dell’Università e l’Anvur avranno a disposizione 10 giorni per verificare i requisiti per verificare i requisiti degli atenei candidati, e 40 giorni per esprimere parere favorevole o contrario. Ma non è finita.
L’ulteriore step, giunti fin qui, sarà costituito dagli ulteriori 10 giorni entro cui dovrà essere emanato un decreto con l’elenco delle istituzioni che potranno erogare questi corsi abilitanti.
Insomma, alla luce di tutte queste tempistiche (su cui saremmo già in ritardo come abbiamo detto), potranno trascorrere un totale di 60 giorni entro cui conoscere le università che erogheranno i corsi. La partenza è dunque ancora lontana, dato che, stando a questi tempi, potremmo arrivare indicativamente a fine novembre. E come se non bastasse, dopo la pubblicazione dell’elenco di università che potranno erogare i corsi, ognuna di queste dovrà emanare un bando per permettere ai docenti interessati di iscriversi. Altro tempo quindi trascorrerà anche per organizzare i corsi e farli partire a tutti gli effetti. Potremmo quindi arrivare tranquillamente a gennaio 2024 (volendo essere ottimisti).
Cosa non torna?
Stando alle tempistiche suindicate qualcosa non torna. Se infatti i corsi abilitanti dovessero davvero partire a gennaio, come sarebbe possibile rispettare i tempi di conclusione indicati dal DPCM?
Ricordiamo infatti che il decreto stabilisce che i percorsi da 30 CFU (in sede di prima applicazione) dovrebbero concludersi entro il 28 febbraio 2024, mentre quelli da 60 CFU dovrebbero concludersi (in sede di prima applicazione) entro il 31 maggio 2024. Ma come potrebbero essere svolte in così poco tempo le attività formative, tirocinio incluso?
Il problema dei permessi studio
Un altro punto ostico è quello dei permessi studio. Infatti per prendere parte ai corsi abilitanti sarà obbligatorio seguire il 70% delle lezioni e partecipare ai tirocini diretti e indiretti. Poichè gran parte dei partecipanti saranno supplenti magari con contratto annuale, per poter far coincidere impegni di lavoro e percorso abilitante, saranno costretti a chiedere permessi studio.
Ma come sarà possibile presentare la richiesta delle 150 ore di diritto allo studio se ancora non si sa quando inizieranno i nuovi corsi abilitanti? Però la richiesta andrebbe presentata entro novembre (solitamente la data ultima è fissata per il 15 novembre di ogni anno). Ed entro tale periodo è molto improbabile che riescano a partire i corsi stessi.
Insomma le contraddizioni e le problematiche che ruotano intorno a questo nuovo percorso abilitante sono tante, e il Ministero dovrà essere in grado di sciogliere i vari nodi per mettere i docenti in condizione di prendere parte ai corsi portando avanti anche gli impegni scolastici.