L’ex Ministra dell’Istruzione del Governo Conte, Lucia Azzolina, diventata mamma da pochi mesi e attualmente dirigente scolastico, è intervenuta nelle scorse ore su Adnkronos, parlando dei principali problemi che attanagliano il mondo scolastico, dal precariato, alle classi pollaio, all’autonomia differenziata. Ed ha espresso quella che secondo lei sarebbe la giusta ‘ricetta’ per combattere le criticità e affrontare le sfide.
Azzolina sul precariato: “Concorsi ogni due anni”
Lucia Azzolina, parlando di precariato scolastico, ha espresso la necessità di una “politica di ampio respiro che guardi al futuro“. La mancanza di una programmazione a lungo termine sarebbe stata una delle principali lacune secondo l’ex Ministra, che ha anche aggiunto: “Bisogna capire davvero cosa si vuol fare: se mettere al centro lo studente o continuare a rincorrere il consenso elettorale immediato.”
Punti focali delle soluzioni proposte da Azzolina consisterebbero nell’avere gli occhi puntati al reale fabbisogno di insegnanti e concorsi banditi ogni due anni, per essere certi di avere graduatorie sempre pronte da cui attingere: “Nel corso degli anni non si è mai programmato il reale fabbisogno degli insegnanti. Da ministra io misi intorno a un tavolo Inps, Mef e Ministero dell’Istruzione proprio per sapere quanti insegnanti sarebbero andati in pensione di lì ai prossimi 15 anni e in quali città. Obiettivo era ottenere una programmazione, in virtù della quale poter poi organizzare i concorsi. Che a mio avviso vanno fatti regolarmente, come succede in Francia, ogni due anni, e senza cambiare le regole in base ai governi che si succedono“.
Classi pollaio e dispersione scolastica
Altri due problemi che affliggono la scuola da anni, come risaputo, sono le classi pollaio e la dispersione scolastica. Anche in merito a questi due aspetti Lucia Azzolina ha espresso la propria opinione, definendo ‘nodo enorme’ quello delle classi sovraffollate, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado, e ‘cancro del nostro Paese’ la dispersione scolastica, registratasi nella maggior parte dei casi nel passaggio dalle scuole medie alle superiori.
“Al ministero avevamo fatto un calcolo in relazione alla denatalità. Quest’ultima porterà nei prossimi anni a perdere oltre un milione di studenti. Ecco, se si lasciasse il numero degli insegnanti invariato, senza tagliare quindi i docenti in base agli studenti che si perdono, e senza variare i costi, la questione si risolverebbe. Ma non mi sembra questa al momento la direzione che si vuole prendere“.
Autonomia differenziata
L’ex ministra ha manifestato infine la propria contrarietà nei confronti dell’autonomia differenziata.
“Già oggi abbiamo delle profonde discrasie all’interno del Paese, tra Sud e Nord, temo quindi che l’autonomia differenziata non possa che accrescere le distanze. Io speravo che con la pandemia avessimo imparato qualcosa: il Covid ha mostrato cosa succede lasciando troppo spazio alle regioni, ciascun territorio finisce per decidere per sé. E questo non dovrebbe mai accadere per la scuola, servizio pubblico essenziale.”