Sono ancora pochi i passi avanti che sono stati fatti nei confronti dei docenti che insegnano o hanno insegnato alle scuole paritarie. Di recente è stata prevista la possibilità per coloro che hanno svolto almeno 3 anni di insegnamento negli ultimi 5 in una scuola paritaria di ottenere l’abilitazione con la metà dei CFU richiesti, ovvero 30 anziché 60. Ma il traguardo della parità scolastica è ancora lontano. Ne è un esempio l’impossibilità, ad esempio, di partecipare al primo dei concorsi del PNRR di cui si attende il bando, aperto solo agli insegnanti delle scuole statali. Storia, questa, che si ripete da sempre. E un altro punto ostico è anche il riconoscimento per intero del servizio prestato presso scuole paritarie prima dell’immissione in ruolo su scuola statale. Al riguardo è intervenuto il sindacato Anief.
Anief: “Questione palesemente discriminante”
Nel recente comunicato pubblicato da Anief si legge come il servizio svolto nelle scuole paritarie equivalga per legge a quello effettuato negli istituti statali semplicemente perché l’ambito di Istruzione rimane sempre quello pubblico: ciò significa che decine di migliaia di docenti immessi in ruolo nella scuola pubblica e che in passato hanno insegnato negli istituti paritari hanno pieno diritto a vedersi riconosciuto per intero i periodi di lavoro svolti negli istituti paritari. Lo Stato però finora ha dimostrato di non pensarla così, e allora il sindacato Anief ha portato la questione, palesemente discriminante, in tribunale, fino alla Corte di Giustizia europea, il cui giudizio prelude a scenari che si prospettano davvero interessanti.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, intervenuto sulla tematica, ha ricordato che il ricorso alla Corte UE “è stato sollecitato di recente anche dal tribunale di Padova, che ha rimesso in discussione la questione del mancato riconoscimento del servizio svolto nella scuola paritaria. Il problema è vasto, riguarda almeno 300mila docenti, ed emerge immediatamente dopo l’immissione in ruolo, quando si realizza la ricostruzione di carriera.
Per noi la situazione è chiara. Anche perché già il Testo Unico della Scuola, nel 1994, prevedeva tale riconoscimento, ma con il passare del tempo il riconoscimento è stato negato. Noi abbiamo avuto il merito di rimettere tutto in discussione. Chi non si vuole rassegnare all’ingiustizia del mancato riconoscimento del servizio svolto nelle paritarie, con influenze negative sullo stipendio, ha la possibilità di inviare una diffida per evitare i termini di prescrizione di legge”.