Torna alla ribalta il caso dei docenti esclusi dalle nomine da Gps e scavalcati da colleghi con punteggio inferiore in graduatoria. La colpa viene su più fronti attribuita all’algoritmo, nonostante sia stato più volte difeso dal Ministero. Ora giunge una sentenza che potrebbe rappresentare una svolta, costituendo perfino un precedente per decisioni future: il Tribunale di Milano boccia la procedura informatizzata e questo potrebbe aprire un varco verso un ritorno alle nomine in presenza.
Prima vertenza contro l’algoritmo
Giunge una buona notizia sul fronte dell’algoritmo. Il Tribunale di Milano ha emesso la prima sentenza che, di fatto, sconfigge la procedura informatizzata utilizzata per l’attribuzione degli incarichi di supplenza da Gps. Il caso riguarda un docente “escluso dal sistema informatico per il reclutamento del personale“. La vertenza si è chiusa con l’obbligo in capo al ministero dell’Istruzione e del Merito a conferire all’insegnante ricorrente l’incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche e per cattedra completa (18 ore) in una delle sedi disponibili nell’ambito territoriale di Milano, “nel rispetto dell’ordine di preferenze ivi indicato, in virtù del maggior punteggio dal docente posseduto“.
Il docente in questione, inserito nelle graduatorie provinciali per le supplenze, si era rivolto all’ufficio legale della Uil Scuola Rua con cui ha presentato ricorso. Ora, a seguito di esito positivo della sentenza, dovrà essere anche risarcito “per tutte le retribuzioni maturate e non percepite a seguito della mancata stipulazione del contratto; risarcimento comprensivo di ratei di 13esima mensilità e Tfr“. Inoltre avrà diritto ad ottenere il punteggio pieno che gli servirà per le prossime procedure, e al ministero spetta anche l’onere di pagare le spese legali, pari a 3.500 euro.
Abele Parente (Uil Scuola): “La sentenza di Milano potrebbe fare scuola”
Ad essere stato sempre messo in discussione, riguardo al funzionamento dell’algoritmo, è il mancato rispetto dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. E alla luce proprio di questa contestazione secondo il segretario generale Uil Scuola Rua Lombardia, Abele Parente, molti docenti sono stati esclusi dall’assegnazione della cattedra e si sono visti superare anche da chi aveva un punteggio inferiore. In Lombardia, i problemi maggiori si sono concentrati ancora sul sostegno, dove mancano persone specializzate. Oltre il 50% dei 30mila posti previsti in Lombardia sono coperti da precari.
La sentenza del Tribunale di Milano potrebbe fare scuola, secondo la Uil, e portare a un ritorno alle assegnazioni in presenza, soppiantando il ricorso all’algoritmo. Il sindacato sostiene infatti che l’algoritmo, così come impostato (nonostante le migliorie apportate dal Ministero) non funziona, non è conforme ai canoni di ragionevolezza e non rispetta i principi meritocratici.