Ad Ascoli Piceno è in corso l’evento dal titolo ‘La festa della scuola’, iniziato il 26 ottobre e la cui conclusione è prevista il 29 ottobre 2023. L’evento culturale è stato organizzato da Massimo Arcangeli, responsabile dell’associazione “La parola che non muore”, in collaborazione con l’associazione “La voce della scuola” di Diego Palma. Le tematiche trattate riguardano: il reclutamento del personale insegnante e il precariato; l’inclusione e il sostegno; la scuola elementare fra didattica, famiglia e territorio; violenza nelle scuole; diritto alla crescita e alla cittadinanza. All’occasione prendono parte docenti, studenti, famiglie, gruppi di coordinamento e associazioni di categoria, sindacati, giornalisti e rappresentanti della politica. Presente nelle scorse ore è stato anche Mario Pittoni, Responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega.
Pittoni: “Nell’Istruzione il problema principale è il reclutamento e la stabilizzazione degli insegnanti”
Riportiamo gli stralci della partecipazione di Mario Pittoni a ‘La Festa della Scuola’ di Ascoli Piceno come riportato da La Voce della Scuola:
“Non è proiettata nel futuro un’Italia che – com’è successo in anni recenti – svilisce il proprio corpo docente generando una selezione qualitativa al contrario, con i migliori di fatto spinti a scegliere altre strade – e non solo per i salari lontani dagli standard europei – mettendo a rischio la formazione degli studenti. Chi si affaccia al mondo del lavoro vorrebbe trovare le condizioni per impostare un progetto di vita. Ma proprio nella scuola abbiamo un esempio significativo di quanto stia diventando complicato mettere su famiglia.
Nell’Istruzione il problema principale è infatti il reclutamento e la stabilizzazione degli insegnanti, con il comparto che presenta numeri decisamente elevati di contratti a tempo determinato, reiterati per anni. Il risultato è un presente di studenti che, specie nel sostegno, devono confrontarsi col cambio continuo di docenti, quando sarebbe loro diritto disporre di insegnanti titolari, che abbiano il tempo di conoscerli e personalizzare il servizio caso per caso. L’Europa chiede qualità? Già assegnare a questi ragazzi i loro docenti sarebbe un notevole passo avanti in tale direzione.
In anni recenti si è invece preferito disperdere energie, impegnando ogni volta per mesi le strutture scolastiche alla ricerca di centinaia di migliaia di supplenti. È vero che con la crisi demografica tra un decennio potremmo avere un milione di alunni in meno, ma oggi la situazione è opposta: a mancare sono gli insegnanti. E comunque con il turnover anche un eventuale surplus di docenti è riassorbibile al ritmo di 25/30mila unità l’anno; non è un problema. Abbiamo quindi chiesto una fase transitoria, un grande piano di stabilizzazione delle decine di migliaia di insegnanti precari ai quali lo Stato da una vita dà fiducia, senza però mai assumerli in via definitiva perché fa aumentare i costi. Ma anche mantenere le famiglie nell’insicurezza – impedendo di sviluppare un progetto di vita – ha i suoi costi, che nel tempo potrebbero risultare ben superiori per l’intera comunità.
Per superare il precariato cronico dei docenti e invertire la deriva delle supplenze, una buona base di partenza credo possa essere lo sviluppo (già girato in bozza al ministero nelle versioni onerosa e non onerosa) del ddl S. 1920/20 “Semplificazione della formazione e del reclutamento dei docenti”, che rilancia il cosiddetto “doppio canale”. Penso vada inoltre ripensato il vincolo di permanenza degli insegnanti di ruolo, visto che ormai sono più i problemi che crea di quelli che risolve. Di fatto non garantisce alcuna continuità didattica. Mette invece pesantemente in difficoltà chi è assegnato lontano da casa, sia in termini economici che familiari, tanto che aumentano coloro che rinunciano al ruolo costringendo gli uffici scolastici ad appoggiarsi alle MAD.”