sciopero
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Per l’intera giornata di venerdì 17 novembre 2023 è indetto uno sciopero generale da varie sigle sindacali, tra cui le Confederazioni Cgil e Uil. Cisl ha invece confermato la non adesione, proclamando una mobilitazione il 25 novembre. Lo sciopero, nonostante lo scontro col Governo, resta confermato. La polemica si era incentrata soprattutto sul fatto che la Commissione di Garanzia aveva parlato nelle scorse ore di “mancanza di requisiti” perchè si potesse indire uno sciopero generale. Le osservazioni della Commissione però sembrerebbero riguardare principalmente lo sciopero nel settore dei trasporti. A invitare a partecipare al citato sciopero troviamo anche Cub Scuola Università e Ricerca.

Le criticità della scuola su cui intervenire secondo Cub Scuola

Di seguito elenchiamo le molteplici motivazioni che l’associazione sindacale Cub Scuola porterà in piazza in occasione dello sciopero del 17 novembre:

  • Per veri aumenti retributivi e non concessioni al ribasso concordate fra governo e sindacati concertativi. Le piattaforme contrattuali vanno discusse ed approvate nelle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola e gli accordi approvati con referendum vincolante;
  • perchè i fondi di istituto abbiano dimensioni adeguate alle attività da svolgere. Per la trasparenza e pubblicità delle retribuzioni accessorie che non devono essere elargite sotto banco;
  • contro dimensionamenti delle scuole che creano veri e propri megaplessi scolastici fatti di un ammasso di classi pollaio;
  • per un’edilizia scolastica all’altezza delle esigenze e soprattutto sicura: la soluzione è bloccare molti dei progetti pressoché inutili del PNRR (spesso un regalo alle grandi aziende del digitale) e finanziare la messa in sicurezza degli edifici;
  • contro l’abuso nell’utilizzo degli algoritmi fonte di infiniti errori ed abusi e strumento della svolta autoritaria che la scuola sta vivendo;
  • per il potenziamento dei CPIA e delle sezioni carcerarie. Ci sono centinaia di studenti richiedenti asilo in attesa di iscrizione ai CPIA e ci sono ombre sulla trasparenza nelle procedure di reclutamento del personale supplente per questi istituti;
  • contro la pretesa di imporre ai docenti una formazione che non ne rispetta la libertà di scelta. Per respingere al mittente i tentativi di proporre pedagogie di Stato o imporre contenuti dell’insegnamento che sono frutto di scelte politiche e non di discussioni tra i docenti e gli specialisti delle discipline;
  • per il diritto alla mobilità del personale assunto dopo il 2013;
  • perchè il personale ATA abbia diritto di contrattare gli incarichi specifici e di non vederseli imporre dai dirigenti e contro l’obbligo per i collaboratori scolastici di garantire, senza vedersi riconosciuto l’aggravio dei carichi di lavoro, l’assistenza agli allievi che ne hanno necessità ;
  • contro la truffa dei CFU sulle spalle dei precari che vogliono partecipare alla lotteria dei concorso, dei veri e propri CFU d’oro per chi li vende;
  • contro l’autonomia differenziata volta a dividere i lavoratori e le lavoratrici e ad aumentare il controllo politico sulla scuola;
  • contro la cappa autoritaria che soffoca le scuole e che passa, per gli studenti, dalla riforma del voto di condotta e, per i docenti, dal maggiore potere dato ai Dirigenti Scolastici a discapito del Collegio;
  • contro la militarizzazione della scuola e dell’immaginario delle nuove generazioni. Vi è un evidente legame tra l’aumento dello stanziamento per le spese militari e il taglio ai servizi pubblici. La scuola deve dire no alla guerra esterna e a quella interna;
  • contro la “riforma dei tecnici e professionali” : l’approvazione del DDL che introduce la sperimentazione del percorso quadriennale per il 30% degli istituti tecnici del territorio nazionale pone gli istituti tecnici e professionali totalmente al servizio del mondo dell’impresa, impedendo la generale formazione del cittadino;
  • contro l’aziendalizzazione del settore educativo che, sul piano pratico, si poggia su alcune recenti novità. Le figure del tutor e dell’orientatore ne sono un pilastro e ora sono inserite nel nuovo contratto. Chiediamo il ritiro di queste figure dall’impianto organizzativo della scuola e ribadiamo la contrarietà ad ogni forma di gerarchizzazione dei docenti;
  • contro i PCTO (ex Alternanza Scuola/Lavoro) strumenti dell’ingresso delle imprese nel mondo della scuola. Gli stanziamenti per il PCTO nelle secondarie sono soldi tolti al salario di tutti e dati a pochi.

Criticità sono state evidenziate in merito anche all‘insegnamento di educazione civica, contenitore all’interno del quale si prova a imporre l’educazione finanziaria e si promuove un’educazione digitale che altro non è che ammaestramento, e a proposito anche dell’educazione all’affettività. In merito a quest’ultimo punto Cub Scuola lamenta che la scuola continua a separare le emozioni e il benessere delle persone
dagli aspetti cognitivi e dell’apprendimento che al contrario vanno affrontati in una visione ed in una pratica unitarie.