chatGpt nella didattica
chatGpt nella didattica

Così come sta sempre più prendendo piede l’intelligenza artificiale in vari settori lavorativi, anche la scuola si sta lasciando corteggiare. L’introduzione di ChatGPT nella didattica sta diventando un obiettivo concreto di OpenAI, il colosso tecnologico dietro questo avanzato chatbot. E se per ora l’idea è focalizzata sulle scuole statunitensi, il dibattito e l’interesse si stanno spostando anche in Italia, dove l’utilizzo di ChatGPT è in forte crescita.

Vantaggi e rischi di ChatGPT a scuola

Durante un recente incontro a San Francisco, Brad Lightcap, direttore operativo di OpenAI, ha esposto la visione dell’azienda di collaborare con le istituzioni educative per esplorare l’integrazione di ChatGPT nella didattica. A tal proposito la società californiana metterà in piedi già nel 2024 un team per valutare le possibili applicazioni educative del chatbot, con lo scopo di metterlo a disposizione dei docenti. Lightcap in occasione della conferenza Insead Americas la scorsa settimana ha infatti dichiarato: “La maggior parte dei docenti sta cercando il modo per incorporare ChatGPT nel programma scolastico e nel proprio metodo di insegnamento. Noi di OpenAI cerchiamo di aiutarli a riflettere sulla questione e probabilmente l’anno prossimo istituiremo un team che si occuperà solo di questo.”

Secondo i tecnici di OpenAI l’intelligenza artificiale potrebbe essere uno strumento utile all’apprendimento. Un ostacolo però all’utilizzo di ChatGPT nelle scuole, come riporta l’agenzia Reuters, potrebbe tuttavia sorgere in tema di privacy dei bambini. Le leggi in materia sono diverse da paese a paese. Anche se gli utenti devono avere almeno 13 anni per utilizzare il chatbot e devono essere autorizzati a farlo dai genitori qualora ne abbiano meno di 18, nella maggior parte dei paesi non è prevista la verifica dell’età. Servirebbe dunque sul tema un’apposita normativa per colmare i vuoti e tutelari i minori.

Infine esiste anche il timore che gli studenti possano abusare di ChatGPT per evitare lo sforzo intellettuale richiesto dai compiti scolastici. In questo senso quindi diventerebbe uno strumento controproducente. Ecco perchè, alla luce degli indicati scetticismi, OpenAI dovrà essere in grado di bilanciare le opportunità innovative con i rischi educativi.