educazione motoria
insegnante motoria scuola primaria

Gli ultimi aggiornamenti sull’avvio delle prove scritte del concorso di Educazione Motoria rivolto alle classi quarta e quinta della scuola primaria si sono avuti un mese fa. Era stata la Confederazione delle Associazioni Territoriali dei Diplomati Isef e Laureati in Scienze Motorie (Capdilsm) ad aver comunicato di aver ricevuto la notizia, da fonti ministeriali, sull’avanzamento dei lavori per l’organizzazione delle prove. Le tempistiche sarebbero dettate dalla costituzione della commissione tecnica per l’elaborazione delle domande della prova scritta del concorso, prevedendo che i lavori potessero terminare per metà novembre, posizionando in questo modo potenzialmente la data della prova scritta agli inizi di dicembre. Giungendo ormai verso la fine di novembre si attendono quindi ulteriori aggiornamenti.

Sintesi sul concorso e sulle prove da espletare

I posti messi a bando sono 1.740 e le prove da espletare saranno una scritta, che si articola in 50 quesiti a risposta multipla, con un punteggio minimo di superamento fissato a 70/100, e una orale, rivolta all’accertamento della preparazione del candidato, con una durata massima di 30 minuti. è poi prevista la valutazione dei titoli, necessaria per valutare la padronanza della disciplina e la capacità di progettazione didattica efficace del candidato. L’accento viene posto anche sull’uso didattico delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali, nonché sulla capacità di comprensione e conversazione in lingua inglese al livello B2.

Educazione Motoria anche alle prime tre classi della scuola primaria?

Mentre si attende che venga messa in moto la procedura concorsuale che immetterà in ruolo i docenti di educazione motoria per le classi quarta e quinta della scuola primaria, già si pensa di espanderne progressivamente l’insegnamento anche alle prime 3 classi, come confermato dalla sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, durante un’intervista resa di recente all’Ansa. L’intervento non dipenderà esclusivamente dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma verrà sostenuto anche tramite le risorse ministeriali, con l’assegnazione di ulteriori 1,2 miliardi di investimenti.