Covid, variante Delta: quali sono i primi sintomi?

Quali sono i sintomi e il periodo di incubazione della variante Delta del Covid-19? Conosciuta in origine come variante indiana, continua a mietere contagi anche nel nostro Paese. I dati mostrano che infetta sia vaccinati, che non vaccinati. I sintomi, però, sembrano presentarsi in un’ordine leggermente diverso tra chi ha completato il ciclo di vaccinazione e chi no.

L’incubazione della variante Delta del Covid

Quanto dura il periodo di incubazione della variante Delta? Sembra presenti un periodo di incubazione più breve, rispetto alla variante precedente. Il tempo di incubazione varia tra persona e persona, in base all’età, alla presenza di malattie preesistenti o a un sistema immunitario più o meno compromesso.

La rivista Nature, lo scorso luglio, riportava che da uno studio cinese era emerso che nella variante Delta la carica virale era rilevabile dopo 4 giorni dal contagio, contro i 6 precedenti. Inoltre, l’indice di contagiosità sembra essere pari a 5, rispetto alla media di 2,5 del ceppo originario.

Quali sono i sintomi della variante Delta?

I sintomi della variante Delta non sono gli stessi della varante originaria. La perdita dell’olfatto e del gusto, per esempio, non appaiono quasi mai. Ad essere colpito è principalmente l’apparato respiratorio, con sintomi simili alla classica influenza: raffreddore, naso che cola, mal di gola e mal di testa, febbre e tosse.

Inoltre, i pazienti riferiscono di un sintomo frequente: lo starnuto. I vaccinati sembrano presentarlo in forma più evidente.

Il mal di testa è il primo sintomo a presentarsi nella maggior parte delle persone (dati raccolti dalla Zoe Covid Symptom Study App fra utenti inglesi, in lingua inglese), seguito da naso che cola o mal di gola e starnuti. La tosse e la febbre, arrivano successivamente.

Contatto stretto con caso Covid, quando il rientro a scuola?

La pandemia da Covid 19 purtroppo ancora non può ritenersi capitolo chiuso ed anche per il 2021/22 il mondo della scuola dovrà fronteggiare questa emergenza. Con l’inizio del nuovo anno scolastico si ricomincia a dover gestire i casi di positività tra gli alunni ed il personale scolastico. Molte sono le classi in quarantena già dai primi giorni in tutto il territorio nazionale. Quando un soggetto che ha avuto un contatto stretto con una persona positiva può rientrare a scuola?

Contatto stretto con positivo al Covid

Cerchiamo in primo luogo di chiarire quando si verifica un contatto stretto con una persona positiva al Covid. L’esposizione ad alto rischio con un caso probabile o confermato COVID viene definita contatto stretto in caso

  • Di conviventi
  • rapporto fisico diretto, come una semplice stretta di mano
  • contatto diretto senza protezione con le secrezioni di un caso positivo, come toccare fazzolettini usati
  • contatto faccia a faccia a distanza inferiore di 2 metri per almeno 15 minuti
  • di persona che in un ambiente chiuso si è ritrovata con un caso positivo in assenza di DPI adatti
  • di chi ha viaggiato su aereo, treno, bus, traghetto ecc, entro due posti rispetto ad un caso positivo.

Cosa occorre fare se si ha avuto un contatto stretto

Qualora si venga reputati come un contatto stretto di caso confermato COVID occorre effettuare un periodo di quarantena pari a 7 o 10 giorni: la durata cambia in base in base allo stato vaccinale del soggetto che ha avuto il contatto e si calcola a partire dall’ultima esposizione. Il Ministero della Salute ha stabilito che, anche in presenza di un test negativo, non si può rientrare a scuola se non trascorsi i giorni di quarantena.

Il Ministero ha decretato che chi ha avuto un contatto stretto deve avvertire il proprio medico. Questo a sua volta avviserà o darà le istruzioni per comunicare all’ASL di competenza la situazione in atto che disporrà la quarantena. Alla fine di questi giorni il soggetto dovrà fare un tampone antigienico o molecolare: in caso di risultato negativo potrà rientrare a scuola ed in generale in comunità. Se non si effettua il tampone la quarantena dovrà durare minimo 14 giorni: il rientro dovrà essere sempre supportato da un relativo certificato medico.

Mascherina in classe, cosa cambia e sta per cambiare

Stanno per cambiare le disposizioni sulla mascherina in classe. L’obbligo di utilizzo, non sarà più legato all’età dello studente, ma al gradi di scuola. Inoltre, il Ministero intende favorire l’eliminazione della mascherina nelle classi in cui tutti sono vaccinati. Vediamo i dettagli.

Obbligo mascherina in classe, cosa cambia

L‘obbligo della mascherina in classe, sarà legato al grado di scuola: all’infanzia nessun obbligo, dalla primaria in poi sì. Il dossier che accompagna la modifica della normativa, spiega che:

“non pare necessario l’utilizzo della mascherina nella scuola dell’infanzia anche per i piccoli che hanno compiuto 6 anni e invece pare necessario lo sia nella scuola primaria, anche per gli alunni che i 6 anni li debbono ancora compiere”.

C’è anche una novità rispetto all’anno scorso: gli insegnanti dell’infanzia e coloro che svolgono servizio in classi con alunni esonerati dall’obbligo dell’utilizzo delle mascherine, utilizzano le FFp2 e Ffp3.

In arrivo la deroga all’uso delle mascherine?

Come annunciato dal ministro Bianchi, l’intenzione del Ministero è di derogare l’obbligo della mascherina nelle classi formate da studenti vaccinati o con certificato di guarigione dal Covid. Questo, nonostante alcuni studi recenti dimostrano che sarebbe prudente evitare tale iniziativa.

Come riporta il dossier al decreto Green pass approvato dal Senato giovedì, è possibile una deroga all’obbligo di utilizzo delle mascherine. Sarà possibile per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità. Riguarda solo le classi composte da studenti sopra i 12 anni di età, visto che il vaccino non è previsto per gli under 12.

Ma affinché la misura sia resa attuativa, è necessario che il Ministero emani una circolare apposita. L’andamento dei contagi determinerà la decisione.

Test salivari molecolari a scuola: Circolare Ministero del 24 settembre

Test salivari molecolari a scuola, il Ministero della Salute ha pubblicato in data odierna, 24 settembre 2021, la circolare N. 43105 avente come oggetto: ‘Aggiornamento delle indicazioni sull’impiego dei test salivari per il rilevamento dell’infezione da SARS-CoV-2, con particolare riferimento al monitoraggio della circolazione virale in ambito scolastico.’

Scuola, test salivari molecolari: la circolare N. 43105 del 24 settembre del Ministero della Salute

Nella nuova circolare del Ministero della Salute si legge quanto segue: ‘Recenti evidenze scientifiche sui test salivari molecolari hanno individuato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93%, inoltre, alcuni studi condotti in ambito scolastico hanno riportato una elevata concordanza tra i risultati ottenuti con test molecolare salivare e con test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo. Si ribadisce comunque che il test molecolare su campione respiratorio nasofaringeo e orofaringeo resta, tuttora, il gold standard internazionale per la diagnosi di COVID-19 in termini di sensibilità e specificità.

L’impiego dei test salivari molecolari richiede un numero più elevato di passaggi che comportano tempistiche più lunghe per il processamento dei campioni. Pertanto, al fine di evitare il sovraccarico dei laboratori di microbiologia regionali, che in aggiunta alle attività ordinarie verranno impiegati nel monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 in ambito scolastico, e di assicurare adeguate risorse per garantire l’efficacia e la sostenibilità di tale attività di sanità pubblica, nonché far conto su evidenze più robuste circa le caratteristiche dei test eseguiti su tali matrici, i test molecolari su campione salivare, almeno in una prima fase di avviamento, potranno essere considerati un’opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei esclusivamente: 

  • – in individui (sintomatici o asintomatici) fragili con scarsa capacità di collaborazione (ad esempio anziani in RSA, disabili, persone con disturbi dello spettro autistico), oppure 
  • – nell’ambito di attività di screening in bambini coinvolti nel Piano di Monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 in ambito scolastico, 
  • – per lo screening dei contatti di caso in bambini anche se la scuola non fa parte del Piano di Monitoraggio, 
  • – in operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo.

Si precisa che l’utilizzo dei kit per la PCR va condotto in coerenza con la normativa sui dispositivi medicodiagnostici in vitro, e che i soggetti preposti all’organizzazione di attività di screening devono garantire che tutte le fasi avvengano secondo le indicazioni previste dal fabbricante, in particolare riguardo la possibilità di utilizzo della matrice salivare

Si fa presente, inoltre, che le modalità di raccolta e la qualità della saliva possono condizionare notevolmente la sensibilità del test. Visto che la corretta raccolta del campione salivare rappresenta un passaggio cruciale, si raccomanda pertanto l’attenta osservanza delle indicazioni fornite dai produttori del dispositivo di raccolta utilizzato. 

In caso di positività del test salivare molecolare non sarà necessario effettuare un test di conferma su campione nasofaringeo/orofaringeo. I test antigenici rapidi su saliva, sulla base delle evidenze disponibili, non sono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei, in quanto non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità. 

Inoltre, i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19. Stanno emergendo alcune evidenze scientifiche riguardo il possibile impiego di test antigenici salivari basati su misurazione con strumenti di laboratorio, che tuttavia sono ancora in corso di valutazione per le applicazioni summenzionate. 

Impiego del test salivare molecolare nell’ambito del monitoraggio scolastico della circolazione di SARSCoV-2 

Tenuto conto della facilità della raccolta del campione e dei vantaggi derivanti dalla minimizzazione dell’intervento di personale sanitario – si continua a leggere nella circolare – la raccolta del campione salivare, nell’ambito del piano di monitoraggio scolastico della circolazione di SARS-CoV-2, potrà essere effettuata anche con modalità di auto-prelievo a domicilio da parte dei genitori/tutori (se previsto auto-prelievo dal fabbricante e in coerenza con la normativa sui dispositivi medici e le disposizioni regionali), seguendo un preventivo iter formativo per il conseguimento della necessaria confidenza con i dispositivi di raccolta.

Si ribadisce, inoltre, gli esiti dei test molecolari su campione salivare, compresi quelli eseguiti nel contesto di attività di screening, dovranno essere segnalati nel Sistema di Sorveglianza COVID-19 (sia nel flusso di dati individuali, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, che in quello aggregato, coordinato dal Ministero della Salute).

CIRCOLARE MINISTERO DELLA SALUTE (PDF)

Covid, scuole già in quarantena e DAD: ecco dove

Il Covid ha già mandato alcune classi in DAD, nemmeno il tempo di rientrare a scuola. Come dicevamo ieri, il rientro si prospetta in salita. Oggi tornano in classe dopo la pausa estiva Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Nel frattempo, chi ha cominciato prima, ha dovuto già fare i conti con il contagio.

Covid, le scuole che sono già in DAD

Alcune scuole hanno già delle classi in DAD a causa del contagio da Covid. Si tratta delle regioni che hanno già iniziato la scuola nei giorni scorsi. Vediamo dove.

ALTO ADIGE – A Bolzano ci sono 8 classi in quarantena. Tra i contagiato, alunni e docenti. Finiscono in Dad solo gli studenti della classe con il contagiato, che non partecipano allo screening con i test nasali. La quarantena dura 14 giorni, mentre per i ragazzi regolarmente testati l’Azienda sanitaria potrà anche fissare un isolamento più breve.

EMILIA ROMAGNA – In provincia di Modena (Vignola), il secondo giorno di scuola c’è stato un caso di Covid in una classe. che dal 15 settembre segue le lezioni in Dad.

LOMBARDIA – 30 classi in DAD nella zona di Milano e Lodi, dopo due giorni dal rientro in classe. Gli studenti sono delle scuole superiori, della primaria, nidi e scuole dell’infanzia, dove le attività in presenza erano riprese il 3 settembre.

SARDEGNA – A Ussana, una classe è già in quarantena al 2° giorno di scuola per un caso sospetto di positività.

VEDI ANCHE: Rientro a scuola, per chi e come: regole e novità 2021/22

Scuola, casi positivi: quali le ultime disposizioni?

Già da ieri è suonata la campanella per 4 milioni di studenti che ritornano sui banchi dopo le tanto attese vacanze. Anche questo, purtroppo, seppur si spera in misura minore, sarà un anno in cui la scuola dovrà fare i conti con la pandemia. Il Ministro dell’Istruzione ha indicato le misure da seguire nel Protocollo di Sicurezza. Individua anche le modalità di gestione di eventuali casi positivi e di conseguenza di possibile quarantena. Di seguito le novità aggiornate in merito.

Casi positivi, come procedere

Anche quest’anno scolastico nelle scuole verranno effettuati test di screening per monitorare la situazione all’interno di ogni istituto. In presenza di casi positivi al test molecolare occorre seguire le ordinarie procedure di concerto con le autorità sanitarie di competenza. Il verbale del CTS n.34/2021 specifica che in presenza di sintomi indicativi acuti delle vie respiratorie in alunni o personale scolastico occorre avviare specifica procedura: “il soggetto interessato dovrà essere invitato a raggiungere la propria abitazione e si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte dell’ASL competente”.

Quarantena in presenza di casi positivi per soggetti vaccinati

Sono cambiate invece le disposizioni in merito alla quarantena in base alla presenza di soggetti vaccinati o meno. Nella circolare n. 36254/2021 il Ministero della Salute indica le nuove misure da adottare in presenza di casi positivi relativamente alla gestione della quarantena. Le novità consistono nelle indicazioni da seguire per i soggetti vaccinati da almeno 14 giorni e nella diminuzioni dei giorni di isolamento. Con esattezza, opera la seguente distinzione:

  • contatti asintomatici ad alto rischio, c.d. “contatti stretti”: la quarantena dura almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al caso; dopo tale periodo occorre un esame molecolare a antigenico negativo. In caso di impossibilità del test “si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso”: ciò anche in mancanza di test molecolare o antigenico.
  • contatti asintomatici a basso rischio: “non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie“. Quindi distanziamento fisico, uso della mascherina, igiene frequente delle mani, ecc.

Nella circolare il Ministero della salute spiega cosa si intende per contatti a basso rischio:

  • soggetto che ha avuto un contatto diretto con un caso positivo per meno di 15 minuti ed ad una distanza inferiore ai 2 metri
  • chi è stato in un ambiente chiuso (aula, macchina, bus) per meno di 15 minuti

Quarantena per soggetti non vaccinati

Per i non vaccinati o per i non immunizzati da almeno 14 giorni, il Ministero nella suddetta nota indica le seguenti disposizioni:

  • contatti asintomatici con casi positivi ad alto rischio: la quarantena dura almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, alla fine dei quali occorre un test molecolare o antigenico negativo. In mancanza di test, il periodo di isolamento dura almeno 14 giorni dall’ultimo contatto con il caso positivo.
  • contatti asintomatici a basso rischio:non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie“. Quindi distanziamento fisico, uso della mascherina, igiene frequente delle mani, ecc.

Mascherina a scuola: l’opinione degli psicologi Emilia Romagna

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna sulle implicazioni psicologiche legate all’utilizzo della mascherina a scuola.

Mascherina a scuola, gli psicologi ER: «Per bambini e adolescenti non rappresenta un problema. Ai più piccoli sia raccontata come uno strumento magico»

Bologna, 11 settembre – Lunedì 13 settembre in Emilia-Romagna riaprono le scuole con l’obbligo per gli studenti di indossare la mascherina in classe. Se molti bambini e ragazzi hanno già dimestichezza con l’utilizzo del dispositivo sui banchi, per gli iscritti al primo anno della scuola primaria l’uso continuativo dello stesso rappresenterà una novità.

«I bambini che provengono dalla scuola dell’infanzia hanno alle spalle un’esperienza di gioco senza mascherina – spiega Francesca Cavallini, coordinatrice del gruppo di lavoro di Psicologia Scolastica dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna -. Erano abituati a muoversi all’interno degli spazi senza impedimenti e potevano avere contatti fisici con gli amici e le maestre, anche se con le dovute precauzioni di lavarsi le mani, o di tossire nella piega del gomito. Per loro il passaggio all’uso del dispositivo rappresenta una novità che deve essere spiegata in modo tale da essere vista come positiva». Come? Con l’aiuto di fantasia e creatività. Per esempio, gli insegnanti potranno inventare una storia in cui la mascherina è uno strumento magico che può proteggere dalle avversità. L’idea dell’oggetto, dunque, dovrebbe essere affiancata a elementi di gioco e di divertimento.

«L’importante è che i genitori diventino consapevoli che le preoccupazioni sono più loro che dei bambini – continua Francesca Cavallini -. I bambini hanno una flessibilità cognitiva molto elevata e il cambiamento non li spaventa. E’ una reazione normale quella di allarmarsi di fronte ai piccoli disagi che il bambino può esprimere, anche perché l’inizio della scuola rimanda al pensiero del figlio che cresce e che vivrà un’esperienza di comunità diversa. Ma il consiglio è di porre l’attenzione sugli aspetti positivi, invitando i più piccoli a parlare di ciò che li fa stare bene».

L’utilizzo della mascherina, per esempio, ne ha tanti. «Da genitori tendiamo a focalizzarci su ciò che il dispositivo toglie, senza renderci conto di quello che dà – dice la psicologa -. Ad esempio, indossandola si impara il rispetto verso gli altri e la collettività e a osservare maggiormente gli sguardi». Per i bambini che sono già abituati a utilizzarla, inoltre, la mascherina non rappresenta un problema. «I più piccoli hanno imparato a seguire i protocolli di sicurezza senza lamentarsi; sono incredibilmente forti. Inoltre, in adolescenza alcuni ragazzi si sentono a proprio agio con la mascherina perché nasconde imperfezioni della pelle a volte causa di imbarazzo. Gli adulti dovrebbero dunque provare a distinguere le loro preoccupazioni da quelle dei ragazzi, capire quali sono le proprie emozioni e riflettere su queste come esercizio di consapevolezza genitoriale».

Covid, Sasso: ‘Grande lavoro della Lega per migliorare il decreto’

Ecco di seguito la nota stampa giunta in redazione da parte dell’on. Rossano Sasso (Lega) sul lavoro di mediazione tra Salvini e il Premier Draghi che ha portato al voto favorevole alla Camera sull’estensione dell’obbligo del Green Pass.

Covid, Sasso: grande lavoro della Lega per migliorare il decreto, soddisfazione per l’impegno assunto dal governo su Odg

Roma, 9 settembre 2021 – «Sono ben sei gli Ordini del giorno presentati dalla Lega durante il dibattito sulla conversione in legge del Decreto Covid che il Governo si è impegnato ad accogliere.

Un risultato importante, cercato e ottenuto attraverso un grande lavoro di mediazione che rende merito al ruolo fondamentale del Parlamento nella vita democratica del nostro Paese. La fedeltà all’Esecutivo guidato dal presidente Draghi, mai in discussione per quello che ci riguarda, non esclude che ci si debba impegnare per migliorare un provvedimento che coinvolge tutti gli italiani».

Lo dichiara Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell’Istruzione.

«I correttivi che abbiamo richiesto vanno nella direzione di un’applicazione più corretta del Green Pass e dei dispositivi per monitorare e tracciare il rischio contagio: dal prolungamento a 12 mesi della validità della certificazione verde per i guariti dal Covid ai prezzi calmierati dei tamponi per le persone fragili e i minorenni; dalle tutele per i lavoratori costretti alla quarantena all’equiparazione dei tamponi salivari a quelli molecolari. Tutte misure che, per quanto riguarda il mondo della scuola, aiuteranno studenti, lavoratori e famiglie ad affrontare in modo più agevole e sereno gli impegnativi mesi che abbiamo di fronte».

Covid-19, Bianchi: ‘Scuole non hanno reagito tutte nella stessa maniera’

Patrizio Bianchi è tornato a parlare di scuola e Covid-19 nel corso di un’intervista a ‘Famiglia Cristiana’. Il ministro dell’Istruzione ha dichiarato che, nel corso della pandemia, gli istiuti non hanno reagito tutti nella stessa maniera. Sul Green pass, l’ex economista ha specificato che docenti e personale che non lo avranno, in quanto hanno rifiutato il vaccino, saranno considerati assenti non giustificati. Ma ha parlato anche di un agognato ritorno alla normalità.

Bianchi: il ritorno alla pre-pandemia

Parlando di un ritorno a una situazione precedente all’avvento del coronavirus e un ritorno in classe in presenza per i ragazzi, Bianchi ha dichiarato: “Stiamo lavorando tutti insieme con grande impegno per assicurare un anno in presenza a tutti i nostri studenti ma non parlerei di ritorno alla normalità, perché la scuola che noi consideriamo ”normale”, quella del pre-pandemia, lasciava indietro molte persone. Io non voglio tornare a quella “normalità” ma avere una scuola che non lasci indietro nessuno”.

Inizio anno scolastico tra molti dubbi

Bianchi ha parlato dell’inizio del nuovo anno scolastico, tra molti dubbi e incognite sul futuro che attende docenti, personale scolastico e studenti. Si lavora per un ritorno in presenza, dopo un anno e mezzo di quasi totale didattica a distanza. I risultati delle ultime prove Invalsi si sono rivelati pessimi e per l’opinioni pubblica la DAD ha una parte di colpa in tutto questo. Come se non bastasse, la dispersione scolastica è aumentata in maniera preoccupante. Da ciò si può confermare coma la pandemia da Covid-19 abbia inficiato molto sulla serenità del contesto scolastico italiano.

Queste le parole di Bianchi al riguardo: “La pandemia ha acuito ed esasperato situazioni già molto compromesse. Le scuole non hanno reagito tutte nella stessa maniera, le primarie hanno tenuto. Occorre invece intervenire sulla secondaria di primo grado e sul biennio delle superiori perché è qui che si concentra gran parte della dispersione scolastica”. Riguardo al Green pass, un sempre più determinato ministro dell’Istruzione ha precisato: “Chi ha il Green pass può andare a scuola, chi non ce l’ha perché ha rifiutato il vaccino per scelta, sarà considerato assente ingiustificato e dal quinto giorno verrà sospeso, senza ricevere lo stipendio”.

Il rientro in presenza

In questi mesi, scuola e politica hanno lavorato per un corretto ritorno in presenza al 100% (o almeno si spera). Un piccolo grande passo per il ritorno a quella normalità che oramai manca a tutti gli italiani. Al riguardo, Patrizio Bianchi ha spiegato: “Il nostro obiettivo è assicurare il benessere psicofisico dei ragazzi per i quali è necessaria la socialità dopo un periodo difficile”. Il ministro, nel corso di un recente intervento al Tg2 Post, ha dichiarato che quella che ci attende sarà “una scuola nel senso pieno, una scuola affettuosa”.

Tamponi rapidi scontati per docenti e ATA a Milano: come ottenerli

Raggiunto il primo accordo per i tamponi rapidi per docenti e ATA a Milano, tra Unicobas e la Farmacia della Torretta. Ieri il sindacato ha chiuso il primo di una serie di accordi, con alcune farmacie del comune di Milano. Il servizio è dedicato a tutti gli iscritti e ai nuovi iscritti al sindacato.

Card da 10 tamponi grazie a Unicobas

Cosa fare per poter usufruire dell’accordo tra Unicobas e farmacie per i tamponi rapidi? Come leggiamo sul sito, gli interessati dovranno prima scrivere una e-mail all’indirizzo: unicobas.regionelombardia@gmail.com .  In seguito, la segreteria regionale comunicherà i nominativi degli interessati alla farmacia che potrà così applicare il prezzo pattuito per gli iscritti al sindacato Unicobas.

Quando si reca a fare il tampone, l’iscritto dovrà portare con sé il documento identificativo da mostrare all’operatore sanitario. La farmacia rilascerà una card che darà diritto a 10 tamponi.

Sarà l’operatore sanitario che provvederà a rilasciare il Green pass al personale della scuola risultato negativo al tampone. (Durata 15 minuti). I docenti in servizio alla prima ora hanno la precedenza.

Per altri dettagli, visitare il sito Unicobas Lombardia.