Corsi di abilitazione, 100mila docenti in attesa

Tantissimi docenti precari sono in attesa dei corsi di abilitazione all’insegnamento attraverso cui poter raggiungere la stabilizzazione: ad oggi non vi è nessuna traccia di questa possibilità, nonostante due anni fa il governo avesse previsto l’attivazione di percorsi finalizzati al conseguimento dell’abilitazione necessaria per poter insegnare. Di seguito facciamo il punto sulla questione.

Quasi 100mila docenti attendono l’attivazione dei corsi di abilitazione

In più occasioni, abbiamo parlato del fenomeno della ‘supplentite’, considerata come una vera e propria falla del sistema scolastico del nostro Paese: ogni anno tantissimi sono i contratti a tempo determinato che vengono conferiti ai moltissimi docenti precari della scuola. Secondo Anief, a settembre 2021 le supplenze annuali hanno sfiorato quota 200mila.  

Ad oggi gli aspiranti ad un contratto a tempo indeterminato possono raggiungere la stabilizzazione attraverso i concorsi che sono in fase di svolgimento ovvero quello per l’infanzia e primaria (giunto alle prove orali), quello per la scuola secondaria (partito oggi) e gli altri previsti (concorso STEM e concorso straordinario). Ma nulla si sa in merito ai corsi di abilitazione previsti dal Decreto Dipartimentale n. 497 del 21 aprile 2020: questo prevedeva una procedura straordinaria per l’attivazione di percorsi che avrebbero permesso ai docenti precari di abilitarsi all’insegnamento per le classi di concorso della secondaria.

Quasi 100mila le domande presentate per tali corsi, a cui si sarebbe dovuto accedere attraverso appositi esami. Ad oggi i precari possono conseguire l’abilitazione esclusivamente in riferimento al sostegno, attraverso l’apposito TFA: la vecchia SSIS, svolta fino all’a.s. 2008/09 (con una sessione straordinaria nella primavera del 2010) e il TFA per le materie curriculari (sospeso dopo appena due cicli nell’a.s. 2014/2015) non hanno trovato ancora dei sostituti. Numerose e insistenti sono infatti le richieste per la riattivazione dei PAS, percorsi formativi abilitanti.

Per Anief è oltraggioso ritardare ancora

Il Decreto Sostegni bis ha introdotto delle modifiche in merito alla procedura dei corsi di abilitazione previsti, stabilendone l’inizio delle attività entro il 15 dicembre 2021: ma ad oggi non si ha alcuna notizia in merito.

In un comunicato sul proprio sito, il sindacato ANIEF sottolinea l’urgenza di attivare corsi di abilitazione: “Come presidente del sindacato Anief –  afferma il presidente nazionale Marcello Pacifico – esorto il Ministero dell’Istruzione ad organizzare i corsi abilitanti e a sbloccare le procedure per andare ad abilitare e quindi a stabilizzare su circa 200mila posti che ogni anno vanno a supplenza. La scuola italiana ha bisogno di questi insegnanti, molti dei quali svolgono supplenze da anni: continuare ad attendere fa male alla scuola e agli studenti. A questo punto – conclude il sindacalista – ogni ulteriore ritardo non si può considerare che oltraggioso”.

Avviso Ministero Istruzione su concorsi docenti e punteggio certificazioni linguistiche

Concorsi docenti, il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato un avviso riguardante l’acquisizione del punteggio delle certificazioni linguistiche in sede di riconoscimento per concorsi, esami, etc…Qui di seguito riportiamo il testo dell’avviso ministeriale.

Riconoscimento punteggio certificazioni linguistiche in ottica concorsi: avviso Ministero Istruzione

L’avviso pubblicato dal Ministero dell’Istruzione indica quanto segue: ‘Si informa il personale scolastico che le certificazioni delle competenze linguistico-comunicative in lingua straniera debbono riportare il livello linguistico raggiunto (A1, A2, B1, B2, C1, C2) del Quadro Comune di Riferimento per poter essere riconosciute in occasione di concorsi, esami, ecc. 

Si precisa che la certificazione deve essere auto-consistente (cioè non deve rinviare ad altri documenti di valutazione) e deve possedere i requisiti di cui al DM 3889/2012′.

Docenti, orario settimanale e ‘ore buca’: vanno retribuite?

L’orario settimanale dei docenti può presentare diverse ‘ore buca’. Le ore buche vanno retribuite? Con il termine ‘ore buca‘ intendiamo le ore in cui il docente non risulta in servizio, ma vengono assegnate nel suo orario di lezione. In quelle ore, il docente resta inoperoso ma vincolato a restare nei paraggi della scuola. Queste ore, secondo la normativa, vanno retribuite. Vediamo quando e come.

Le ore buca degli insegnanti

Accade spesso che l’orario settimanale del docente, presenti ore buche. Questo dipende dalla necessità di adattare la pianificazione dell’orario alle diverse esigenze e situazioni che si presentano in una scuola. Ad esempio gli spezzoni, i part time, l’utilizzo di alcuni spazi (laboratori, palestre…) e così via.

Sarebbe opportuno che il numero massimo di ore buca per docente, fosse stabilito in sede di contratto di Istituto. In tal modo, oltrepassando questo limite, si potrebbe riconoscere una indennità per premiare la disponibilità e la collaborazione del docente. Le scuole, in genere, non retribuiscono le ore buca. Ma cosa dice la legge?

La normativa

L’ articolo 2107 del codice civile definisce l’orario di lavoro; lì leggiamo:

La durata giornaliera e settimanale della prestazione di lavoro non può superare i limiti stabiliti dalle leggi speciali o dalle norme corporative”.

Cosa si intende per ‘prestazione di lavoro’ lo spiega l’articolo 1 della Direttiva 1993/104/CE, ovvero: “qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”.

Quindi, per legge ogni ora di lavoro prestata oltre le ore previste da contratto (fatta eccezione per le 40 ore funzionali), andrebbe considerata ora straordinaria e retribuita come tale nello stipendio

Qualora siano previste dalla contrattazione d’Istituto e superino le ore settimanali previste per i vari ordini di scuola, le ore buca sono da retribuire.

Anche la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17511 del 2010, ha chiarito la questione. Lì leggiamo che il tempo necessario al dipendente per recarsi sul luogo di lavoro va considerato lavorativo, se lo spostamento è funzionale alla prestazione. Anche nei casi in cui il dipendente dovrà recarsi da una scuola all’altra (magari nell’ambito della stessa giornata), potrà legittimamente pretendere che il tempo di spostamento venga considerato a tutti gli effetti quale prestazione lavorativa.

Assenza per maltempo docenti e ATA: va giustificata? Viene retribuita?

In queste ore il maltempo sta colpendo buona parte dell’Italia e capita che alcuni docenti e ATA abbiano difficoltà a presentarsi sul posto di lavoro, facendo segnare un’assenza. Come va giustificata questo tipo di assenza? Può essere retribuita? Va recuperata? Vediamo cosa prevede il CCNL.

Assenza per maltempo personale della scuola

Il CCNL scuola non prevede effetti o clausole particolari per le assenze per causa di forza maggiore attribuibili a eventi atmosferici, come il maltempo. Per forza maggiore, si intende ‘un evento non imputabile né ai lavoratori né al datore di lavoro’. Sicuramente il maltempo può rientrare in questa categoria.

L’ARAN chiarisce che un dipendente che si assenta per cause di forza maggiore, non può essere sanzionato sul piano disciplinare. E’ però necessario che abbia comunicato l’assenza, rispettando la normativa prevista dal contratto.

Paolo Pizzo, su Orizzonte Scuola, menziona due articoli del Codice Civile, il 1256 e 1258, i quali dispongono:

“ L’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile“.
“ La stessa disposizione si applica quando, essendo dovuta una cosa determinata, questa ha subito un deterioramento, o quando residua alcunché dal perimento totale della cosa”.

L’onere della prova, spiega, potrebbe consistere anche nell’allerta meteo nella località di provenienza del dipendente (quando è stata emanata ufficialmente dalle autorità competenti), perché il dipendente può essere impossibilitato a raggiungere la scuola per una causa non imputabile al dipendente stesso.

Ma come si gestisce dal punto di vista economico questo tipo di assenza?

Assenza per forza maggiore: è retribuita?

La sentenza 481 del 1984 del Cassazione, stabilisce che “il datore di lavoro non è tenuto a corrispondere la retribuzione per i periodi di mancata effettuazione della prestazione lavorativa“. Detto questo, è possibile ovviare al problema ricorrendo a due istituti previsti dalla contrattazione collettiva, ovvero le ferie e i permessi personali retribuiti.

L’amministrazione può anche optare per il recupero delle ore di mancato lavoro, esattamente come accade nei permessi brevi retribuiti dei docenti.

Ministro Bianchi ai docenti: ‘Grazie per tutto il lavoro che avete fatto’

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, tramite un videomessaggio pubblicato sui social, ha ringraziato i docenti per il lavoro che hanno svolto finora. Bianchi ha spiegato come sia “importantissimo” ridare la giusta attenzione agli insegnanti, tramite le seguenti dichiarazioni: “Con grande gioia porto a tutti voi il mio saluto in questa giornata che l’Unesco dedica agli insegnanti, alla loro capacità di farsi carico non soltanto dell’educazione dei ragazzi, ma anche di accompagnarli, in questa fase così difficile, a trovare il loro percorso di vita. Mai come in questo momento è risultato evidente come questa attività sia importante e cruciale, centrale nella vita del Paese”.

Docenti: il ringraziamento di Bianchi sui social

In occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, il ministro Bianchi ha ringraziato i docenti per tutto il lavoro svolto. Bianchi ha detto: “È importantissimo che tutto il Paese ridia attenzione ai nostri insegnanti di ogni ordine e grado. Un mondo di persone che si fa carico di un mondo di altre persone” e poi ancora: “A tutti gli insegnanti, a tutti coloro che svolgono con grande dedizione questo intenso sforzo di relazione umana, va il mio ringraziamento. Grazie per tutto il lavoro che avete fatto, che state facendo e che sicuramente farete in questo nostro futuro condiviso e insieme”.

I commenti al videomessaggio di Bianchi

Su Facebook sono stati diversi i commenti al videomessaggio del ministro Bianchi. Non tutti sono stati favorevoli alle sue dichiarazioni. Un utente per esempio scrive: “Che indecente ipocrisia!”. Un altro ironizza sul mandato dell’attuale ministro dell’Istruzione: “L’unica festa sarebbe una conseguenza delle sue dimissioni”. C’è stato poi chi ha preso positivamente le affermazioni di Bianchi con un commento positivo e propositivo: “Grazie per aver citato le educatrici e gli insegnanti della scuola dell’infanzia. Insegnanti anche loro. Speriamo che venga loro riconosciuta anche la docenza a livello contrattuale, infatti gli educatori ed educatrici dipendono contrattualmente dalle regioni e gli enti locali, così come le e gli insegnanti dell’infanzia. Un unica categoria, gli insegnanti, un unico riconoscimento giuridico e contrattuale sul tutto il territorio nazionale. Grazie”.

La giornata mondiale degli insegnanti

In data 5 ottobre si festeggia la Giornata mondiale degli insegnanti, un evento voluto dall’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove l’istruzione, la scienza e la cultura. Come spiega Il Post, in diversi paesi sono organizzati eventi a tema in occasione di questa ricorrenza, per ricordare il loro ruolo e la loro importanza all’interno della società, così come la volontà di migliorare la loro condizione. Lo stesso Google ha deciso di celebrare tale giornata, tramite un doodle a tema.

La giornata mondiale degli insegnanti venne creata per ricordare le Raccomandazioni dell’UNESCO sullo status di insegnante che furono ufficializzate nel 1966. Ogni anno l’Unesco organizza eventi volti a ricordare il ruolo e la formazione degli insegnanti insieme ad alcuni partner illustri come l’Unicef. Ad ogni modo i docenti italiani si augurano che nel futuro prossimo possano godere di un rinnovo contrattuale per adeguare il loro stipendio a quelli dei loro omologhi europei.

Formazione docenti neoassunti, Nota Ministero Istruzione del 4 ottobre

Formazione docenti neoassunti per l’anno scolastico 2021/22, il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la Nota N. 30345 del 4 ottobre 2021 avente come oggetto: ‘Periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti e per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo. Attività formative per l’a.s. 2021-2022’. Nella Nota, l’Amministrazione centrale ha fornito tutte le indicazioni riguardanti l’anno di prova e formazione per i docenti neoassunti.

Docenti neoassunti, Nota Ministero Istruzione N. 30345 del 4 ottobre: indicazioni su periodo di formazione e prova

Nella Nota viene precisato come siano state confermate, anche per l’anno scolastico 2021-2022, ‘le caratteristiche salienti del modello formativo, con alcune puntualizzazioni che possono ulteriormente qualificare l’esperienza formativa dei docenti neoassunti e facilitare l’azione organizzativa dell’amministrazione e delle scuole.’

Diversi i capitoli dedicati al percorso formativo per i docenti neoassunti: in particolar modo, vengono trattati gli incontri iniziali e di restituzione finale, i laboratori formativi oltre al capitolo riguardante le visite alle scuole innovative.

All’interno della Nota vengono date indicazioni anche in merito all’attività di peer to peer, ovvero il tutoraggio e il ruolo dei tutor e dei dirigenti scolastici e la formazione on line sulla piattaforma INDIRE.

Docenti soggetti al periodo di formazione e di prova

La Nota precisa anche chi è tenuto a svolgere il periodo di formazione e prova. Secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 1 del DM 850/2015, sono tenuti al periodo di formazione e prova tutti i docenti: 

  • neoassunti a tempo indeterminato al primo anno di servizio; 
  • assunti a tempo indeterminato negli anni precedenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di formazione e prova o che non abbiano potuto completarlo; 
  • personale che, in caso di valutazione negativa, debbano ripetere il periodo di formazione e prova; 
  • personale che abbia ottenuto il passaggio di ruolo; 
  • personale neoassunto su posti di cui all’art. 59, comma 4 del D.L. 73/2021 convertito con modificazioni dalla Legge 106/2021, con prova disciplinare successiva secondo le disposizioni di cui al DM 242/2021. 

Laddove il personale abbia già esperito positivamente il periodo di formazione e prova nello stesso ordine e grado, sarà comunque soggetto allo svolgimento della prova disciplinare di cui al citato comma 7 del D.L. 73/2021.

Chi non deve svolgere il periodo di prova

Nella Nota viene ricordato anche chi non è tenuto a svolgere il periodo di prova, ovvero:

  • i docenti che abbiano già svolto il periodo di formazione e prova o il percorso FIT ex DDG 85/2018 nello stesso grado di nuova immissione in ruolo; 
  • i docenti che abbiano ottenuto il rientro in un precedente ruolo nel quale abbiano già svolto il periodo di formazione e prova o il percorso FIT ex DDG 85/2018; 
  • i docenti già immessi in ruolo con riserva, che abbiano superato positivamente l’anno di formazione e di prova o il percorso FIT ex D.D.G. 85/2018 e siano nuovamente assunti per il medesimo grado; 
  • i docenti che abbiano ottenuto il trasferimento da posto comune a sostegno e viceversa nell’ambito del medesimo grado; 
  • i docenti che abbiano ottenuto il passaggio di cattedra nello stesso ordine e grado di scuola. 

Qui di seguito riportiamo il testo integrale della Nota ministeriale

NOTA

Giornata internazionale degli insegnanti 2021, iniziative del CNDDU

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa inviatoci dal Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani.

Iniziative per la Giornata internazionale degli insegnanti 2021

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata Mondiale degli insegnanti 2021 intende rivolgersi ai colleghi docenti e a tutti coloro che credono nell’istituzione scolastica e vedono gli insegnanti come faro educativo fondamentale per la crescita dei giovani e di tutta la comunità.
Il World’s Teacher Day è stato istituito nel 1994 dall’UNESCO, l’Organizzazione internazionale per il lavoro e l’istruzione internazionale, per ricordare l’importanza degli insegnanti e del loro ruolo di formatori e apprezzare, valutate e migliorare l’istruzione nel mondo fornendo nuove opportunità di crescita formativa.

La Giornata Mondiale degli insegnanti, celebrata ogni anno il 5 ottobre, commemora la sottoscrizione alla Raccomandazione dell’UNESCO del 1966 sullo status degli insegnanti.

La presente Raccomandazione stabilisce parametri di riferimento per quanto riguarda i diritti e le responsabilità degli insegnanti e gli standard per la loro preparazione iniziale e per il perfezionamento, il reclutamento, l’occupazione e le condizioni di insegnamento e apprendimento.

La Raccomandazione riguardo lo status del personale docente dell’istruzione è stata adottata nel 1997 per integrare la Raccomandazione del 1966.

Tale giornata offre certamente molteplici spunti di riflessione per sottolineare l’importanza didattica, formativa ed educativa degli insegnanti, troppo spesso sottovalutata, soprattutto negli ultimi anni.

L’obiettivo del 5 ottobre è, quindi, anche quello di mobilitare il sostegno agli insegnanti e di garantire che i bisogni delle future generazioni non vengano compromessi, ma al contrario continuino ad essere soddisfatte dai docenti.

Il World’s Teachers Day, pertanto, vuole rimarcare la cruciale importanza che hanno i docenti di tutto il mondo non soltanto per la formazione dei giovani, ma anche per il mantenimento di adeguati standard culturali, nozionistici e comportamentali, all’interno della società.

E’ opportuno sottolineare anche che con l’Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, “Istruzione di qualità”, gli insegnanti vengono riconosciuti come “soggetti chiave per l’attuazione dell’Agenda 2030 sull’educazione”.

Gli insegnanti, come afferma Irina Bokova, ex Direttore Generale dell’UNESCO, costituiscono un fondamento essenziale a lungo termine di ogni società, essi forniscono ai bambini, ai giovani e agli adulti le conoscenze e le competenze necessarie per soddisfare le proprie potenzialità.

In realtà, sebbene l’insegnamento sia davvero un lavoro nobile, negli ultimi tempi è attraversato, un po’ ovunque, da molteplici problematiche di svariata natura. Mancano spazi, risorse e tempo. Inoltre, spesso, il numero alto di studenti in ogni classe non permette di fornire al meglio un’attenzione personalizzata.

In Italia, poi, la stabilizzazione dei precari merita la giusta attenzione e richiede soluzioni efficaci in tempi brevi.

L’obiettivo della Giornata Mondiale degli insegnanti è infatti quello di suscitare riflessioni sulle sfide che affrontano quotidianamente i docenti.

Purtroppo all’interno della società non tutti e non sempre riescono a comprendere fino in fondo lo straordinario lavoro dei docenti che troppo spesso sono delegittimati della loro funzione dell’insegnante.

Mentre accade questo però, i docenti continuano ad interrogarsi quotidianamente intorno al senso da assegnare all’educazione dei giovani, alle modalità processuali attraverso cui si apprende, ma anche a quelle attraverso cui si insegna. E’ una continua corsa contro il tempo per trovare nuove strategie didattiche, nuovi metodi, nuove forme di dialogo pertinenti a una società che cambia e che richiede un aggiornamento continuo e una seria attenzione al mondo della scuola.

Certamente la parte più complessa e straordinaria del lavoro dei docenti risiede nella capacità di promuovere e costruire con i loro studenti i valori del dialogo, della tolleranza, del rispetto e della solidarietà, valori-basi del vivere democratico senza i quali nessuna società può vivere serenamente e raggiungere il progresso civile e la pace sociale.

In una società spesso distratta e a volte lontana dai verdissimi e complicati anni dei giovani, i docenti possono davvero rappresentare quella meravigliosa bussola educativa ed emozionale che orienta al giusto e al bene.

Oggi più di ieri i giovani hanno bisogno dei loro maestri, hanno bisogno di imparare a guardare la luna, perché spesso, là fuori, c’è un mondo miope che addestra a non andare oltre il dito che la indica.

Gli studenti hanno bisogno della figura autorevole, protettiva e presente dei loro insegnanti che mai chiuderanno le porte della scuola, dell’aula e del loro cuore, se è vero che amano il mestiere che hanno scelto di fare.

E i docenti hanno bisogno di ritornare ad essere i protagonisti dei saperi e dell’educazione. Bisogna riaccendere quanto prima i riflettori sugli insegnanti che sono i testimoni e i condottieri delle nuove generazioni.

Il CNDDU vive e si nutre di scuola, e per tale ragione tiene a cuore il benessere dei docenti, di tutti i docenti. Uomini e donne speciali che pur vivendo spesso a 1000 km da casa o nella condizione di precariato continuano ad amare i figli di tutti e a far amare a tutti la scuola, quella casa metaforicamente perfetta che da sempre si prende cura di tutti e prepara alla vita che certamente perfetta non è, o almeno non per tutti.

Noi continueremo, con le nostre aule non sempre spaziose, con i nostri gessetti che non bastano mai, con le camicie sporche di inchiostro, a prepararli per la vita.

E continueremo a fargliela conoscere e amare questa vita, anche se spesso per qualcuno dei nostri studenti la vita non si è presentata con il suo vestito più migliore.

Noi crediamo nella scuola, noi crediamo nei nostri studenti, noi crediamo nel significato profondo del 5 ottobre. E, fiduciosi e appassionati, speriamo che la cosa sia reciproca e faremo sempre di tutto affinché lo sia.

Buona festa, cari colleghi.

L’hashtag per la Giornata Mondiale dei docenti 2021 è: #InsegnantiBussoleEducative

prof.ssa Rosa Manco

CNDDU

Supplenze ATA e docenti, come verificare le nomine e il relativo punteggio?

Le nomine per le supplenze di docenti e personale ATA possono essere visualizzate e verificate? E’ possibile conoscere il destinatario di una specifica supplenza e il punteggio con il quale l’ha ottenuta? La risposta è sì. La scuola ha l’obbligo (legge 69/2009) di pubblicare i dati relativi ai contratti di supplenze dell’anno scolastico. Lo fa nella sezione ‘Albo pretorio’ online.

Supplenze ATA e docenti, dove verificarle

Le nomine per le supplenze del Personale ATA e dei docenti sono consultabili. Dal 1 gennaio 2011 esiste l’obbligo di pubblicazione degli atti e dei provvedimenti amministrativi sui rispettivi siti istituzionali. All’interno della sezione ‘Pubblicità legale’, si può accedere all’Albo pretorio.

Qui vengono pubblicati i contratti stipulati per le supplenze, sia del personale docente, che ATA. Nella compilazione, ogni scuola decide quanto essere accurata nel dare informazioni. In alcuni albi è possibile anche consultare il nome del docente sostituito e la posizione occupata in graduatoria e il punteggio del docente supplente.

Da questa consultazione, possono emergere eventuali errori da correggere.

Docenti, altro che addio alla supplentite: è caos tra valanghe di ‘no’ e algoritmi impazziti

Supplenze, nonostante i proclami del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sulla copertura delle cattedre, anche questo anno scolastico 2021/22 è iniziato con tantissimi problemi. Come evidenzia il quotidiano ‘Repubblica’, nonostante la macchina assunzionale predisposta dal Ministero dell’Istruzione si sia mossa con notevole anticipo rispetto agli altri anni, le nomine dei docenti precari in alcune aree dell’Italia non procedono, causando notevoli disagi.

Scuola, mancano gli insegnanti in molte zone d’Italia: altro che addio alla supplentite

Il problema della copertura delle cattedre, come ormai d’abitudine, è soprattutto al Nord. A Brescia si devono ancora assegnare 480 cattedre, 180 su posti comuni e 300 per il sostegno. La situazione è, comunque, migliorata rispetto allo scorso anno, come fa notare il provveditore Giuseppe Bonelli. A Milano, invece, si registrano moltissimi rifiuti: su diecimila insegnanti nominati, sono ben duemila i docenti che hanno rinunciato alla cattedra.

Supplenze, tantissimi rifiuti 

Situazione complicata anche a Roma dove ANP ha scritto al provveditore Rocco Pinneri denunciando insostenibili difficoltà in moltissime scuole e il fatto che i media descrivono un quadro rasserenante che non corrisponde affatto alla realtà.

‘Nelle more dell’espletamento delle operazioni di assegnazione dei docenti dalle Graduatori per le supplenze, Gps, le convocazioni da Graduatorie di istituto vanno pressoché deserte. In questa situazione – spiega l’Associazione Nazionale Presidi – le scuole non riescono a garantire né l’orario scolastico né tanto meno le attività di insegnamento, con conseguente e legittimo dissenso da parte delle famiglie e degli studenti’. 

I dirigenti scolastici starebbero già assumendo da MAD, ne è convinto il segretario generale di Uil Scuola, Pino Turi. ‘È la riprova di una situazione di difficoltà non risolta, crea altro precariato e dimostra che l’arruolamento anche quest’anno non è sotto controllo’.

Caos algoritmo, promossi docenti con minor punteggio

Come se non bastasse, l’algoritmo del Ministero dell’Istruzione ha fatto danni anche quest’anno con le nomine dalle GPS. ‘Repubblica’ cita l’esperienza di Chiara Colasanti: ‘Sono a casa con 100 punti perché nell’algoritmo non sono mai state inserite le scuole da me scelte. Il ministro ha bloccato le piattaforme per le convocazioni da graduatorie di istituto. Molte scuole non possono garantire la didattica. In una scuola del centro di Roma mancano 17 insegnanti su posto comune e 8 su sostegno. Le scuole in periferia stanno messe anche peggio’.

Come ha evidenziato lo studio legale dell’avvocato Michele Bonetti, principalmente sono due le anomalie riscontrate nel funzionamento dell’algoritmo. La prima si riferisce agli aspiranti supplenti che non sono stati chiamati né in prima convocazione (per mancanza di posti nelle preferenze indicate), né in occasione del secondo turno di nomine, quando i posti si sono poi resi disponibili. Il tutto perché l’algoritmo è ripartito chiamando il nominativo del primo docente non convocato.


La seconda anomalia, invece, riguarda quei posti che si sono resi disponibili dopo la chiusura dei termini dell’invio delle domande: i candidati, sulla base dei file delle disponibilità pubblicato dagli USR, hanno ritenuto che quei posti fossero già occupati e, quindi, li hanno scartati nell’indicazione delle loro preferenze. Salvo, poi, scoprire che quei posti, in realtà, sarebbero stati disponibili.
Anomalie, chiamiamole così, che, in seconda convocazione, hanno finito per premiare quei docenti che possedevano un punteggio più basso in graduatoria.

Docente ‘non sa insegnare’, sporge querela contro i genitori e vince

Docente pesantemente attaccata dai genitori, li querela e vince la causa. L’insegnante, 60 anni, di cui 41 trascorsi in cattedra, nel 2017 insegnava inglese presso la scuola elementare ‘Pascoli’ di Conegliano Veneto, in provincia di Treviso. Un folto gruppo di genitori aveva deciso di inviare una lettera di lamentele al preside e all’assessore all’istruzione, definendo l’insegnante come un”assenteista impreparata‘.

Insegnante veneta querela i genitori, vince la causa

La vicenda è stata riportata dal ‘Gazzettino’ veneto, nella cronaca di Treviso. L’insegnante ha raccontato l’episodio: ‘Quella lettera era piena di falsità, alcuni genitori l’avevano firmata probabilmente senza rendersi conto dei contenuti. Ma ero stanca di vivere una situazione del genere, le famiglie devono tornare ad avere fiducia nel lavoro che viene svolto dagli insegnanti‘. Da qui la decisione di far partire la querela.

Docente ‘assenteista e impreparata’?

Ad aggravare la situazione il fatto che le accuse alla docente sono state condivise anche su WhatsApp, persino attraverso gli alunni, ‘creando un’ampia diffusione a danno dell’immagine dell’insegnante, spiega la Gilda degli insegnanti di Treviso.

Davanti al giudice di pace, il preside dell’istituto e altri colleghi dell’insegnante hanno evidenziato il fatto che la docente rappresentasse un punto di riferimento della scuola

In merito alle accuse riguardanti le troppe assenze della docente, queste erano dovute sia alle precarie condizioni di salute della madre, sia a un intervento a cui si è dovuta sottoporre lei stessa. 

La docente rinuncia al risarcimento in cambio di un’offerta per la scuola

Di fronte al giudice, quasi tutti i genitori si sono mostrati dispiaciuti per l’accaduto, scusandosi con l’insegnante. Preso atto delle scuse, la docente ha deciso di rinunciare al risarcimento in cambio di un’offerta per la scuola finalizzata all’acquisto di materiale didattico per l’insegnamento della lingua inglese. 

La docente spera che da questo episodio si possa trarre una lezione: ‘Gli insegnanti che fanno il loro lavoro devono essere lasciati in pace – ha dichiarato la docente 60enne – non devono essere messi alla gogna’.

Michela Gallina, coordinatrice della Gilda degli insegnanti di Treviso, ha sottolineato come l’intento della docente fosse quello di accertare l’infondatezza delle accuse: ‘Atteggiamenti superficiali ed aggressivi – ha dichiarato la sindacalista – non fanno bene alla scuola e tolgono serenità e motivazione al proseguimento dell’attività di insegnamento’.