Covid, Di Maio: ‘Italia sotto dittatura sanitaria? Rabbrividisco’

Covid-19, i contagi in Italia continuano ad aumentare in maniera impressionante anche se occorre precisare che, rispetto alla primavera scorsa, si stanno effettuando molti più tamponi. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è intervenuto duramente sul proprio profilo Facebook contro i ‘No Mask’.

Di Maio: ‘Con la salute degli italiani non si scherza, il Covid sono dati reali’

‘Come si fa a non capire che la vita è un bene prezioso da custodire? – ha esordito l’esponente del Movimento 5 Stelle – Che con la salute degli italiani non si scherza? Che esistono delle regole e vanno rispettate? Il Covid non è un capriccio di questo governo. Il Covid sono dati reali, persone che soffrono, cittadini che perdono la vita o che vedono morire un proprio caro. Vi chiedo di riflettere su queste cose, di capire che solo rimanendo uniti e dimostrando senso civico riusciremo a superare questo momento delicato.

‘Italia sotto dittatura sanitaria? Mi vengono i brividi sentirlo dire’

‘Dobbiamo stringere i denti e guardare in faccia la realtà dei fatti – ha proseguito Luigi Di Maio -Dobbiamo fare attenzione alla nostra vita, ma anche a quella di chi ci sta accanto. Abbiamo delle armi che vanno sfruttate al massimo. Facciamolo.’

Bisogna usare le mascherine, scaricare l’app Immuni per monitorare il virus e rispettare ogni singola norma anti-Covid.
Sentir dire ad alcuni personaggi che l’Italia è ‘sotto una dittatura sanitaria’ fa venire i brividi. È un atteggiamento folle. Nel momento più buio per il nostro Paese il popolo italiano ha saputo dare il buon esempio. Soprattutto agli occhi degli Stati esteri, del mondo che ci guardava. E questo buon esempio dobbiamo continuare a darlo. Possiamo farcela – ha concluso così il ministro degli Esteri – Coraggio.’

Luigi Di Maio interviene sul ‘capitolo scuola’ e la ministra Lucia Azzolina

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha postato un messaggio sul proprio profilo Facebook che sintetizza la giornata politica di ieri, un ‘giornata intensa’, così come l’ha definita l’ex leader del Movimento 5 Stelle.

Scuola, Di Maio accelera sul decreto

‘Ci sono alcuni temi ancora aperti – ha dichiarato Luigi Di Maio – ma sono certo che si risolveranno in tempi celeri perché i cittadini non possono aspettare. Penso che sia doveroso intervenire durante la conversione in Parlamento del dl rilancio per correggere la norma sui fondi ai comuni colpiti dal covid. Invece di limitarla ai comuni di 5 province bisogna estendere i fondi a tutti i comuni d’Italia diventati zona rossa durante questa pandemia.’

Di Maio, poi, ha voluto parlare anche di scuola, lasciando intendere che proprio su questo argomento le forze di maggioranza non possono proseguire sulla linea del contrasto: l’ex Ministro del Lavoro non menziona direttamente il concorso straordinario, motivo di scontro tra il Movimento 5 Stelle e il PD (insieme a Leu) ma le sue parole sono emblematiche.

Di Maio: ‘Tutto il mio sostegno alla ministra Azzolina’

‘C’è il capitolo scuola – scrive Di Maio – C’è un decreto da approvare per mettere in sicurezza l’anno scolastico e gli Esami di Stato. Ci sono anche 80mila insegnanti da assumere. Insomma non c’è tempo da perdere. Tutto il mio sostegno alla ministra Azzolina per il compito che sta portando avanti in questa fase difficile. Continuiamo a lavorare senza sosta, con impegno, umiltà e responsabilità. Sempre viva l’Italia.’

Insomma, un messaggio chiaro, rivolto a chi sta facendo ‘ostruzionismo’ al lavoro della ministra Azzolina, un messaggio che vuole difendere il suo operato e respingere le voci di un possibile ‘siluramento’ della ministra, in caso di ‘rimpasto’ di governo.

Scuola, comunicato stampa UDU: ‘Rimpatrio studenti all’estero, le risposte del ministro Di Maio’

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa da parte di UDU (Unione degli Universitari) su rimpatrio studenti all’estero, le risposte del ministro Di Maio alle richieste dell’UDU.

Rimpatrio studenti all’estero, le risposte del ministro Di Maio alle richieste dell’UDU

Due settimane fa come Unione degli Universitari abbiamo lanciato uno sportello di sostegno per gli italiani all’estero e per gli Erasmus in Italia, accompagnato da una guida per gli studenti Erasmus durante l’emergenza Coronavirus. Finora abbiamo ricevuto oltre un centinaio di richieste d’assistenza, e molte di queste vertono sulla difficoltà nel rientro a casa: molto spesso mancano i trasporti, le ambasciate non rispondono od offrono soluzioni spesso impraticabili.
Consapevoli dell’eccezionalità della situazione, abbiamo scritto al Ministro degli Esteri Di Maio e dopo qualche giorno abbiamo ricevuto risposta. Ecco le nostre richieste e le risposte del Ministro.
Matteo Vespa, Responsabile Esteri dell’Unione degli Universitari dichiara: “Abbiamo chiesto innanzitutto un maggiore sostegno della rete diplomatica e consolare nella ricerca della migliore soluzione di rientro, avendo cura che sia attivo almeno un collegamento per ciascun Paese. Il Ministro ha risposto di aver già operato il rimpatrio di 40mila connazionali, con particolare attenzione per gli studenti minori non accompagnati e sollecitato l’adesione delle università alle convenzioni con l’Unità di Crisi della Farnesina. Ci uniamo alla richiesta del Ministro di un accordo generale fra l’Unità di Crisi e l’insieme degli atenei italiani, per tramite del Ministero dell’Università.”
“È necessaria inoltre una forte scontistica nei voli di rimpatrio – continua Vespa – considerando le spese di ritorno a casa che si compongono solo parzialmente del trasporto verso l’Italia. Il Ministro ha risposto che, essendo voli commerciali, è la compagnia a gestire i costi, e che spesso Alitalia, pur volando in perdita, sta riducendo i costi dei biglietti. Se questo può essere vero (parzialmente) per i voli europei, i voli extraeuropei rimangono ancora estremamente cari: chiediamo che il Ministero ponga attenzione sul costo dei voli, nel caso intervenendo tramite cofinanziamento del volo di ritorno.”
“Abbiamo richiesto la garanzia della sicurezza sanitaria dei voli – spiega Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari – Non solo nelle procedure di trasporto, ma anche nella scelta delle destinazioni di partenza, offrendo soluzioni alternative al rimpatrio da una città centro dell’epidemia in quel particolare Paese. Il Ministro ha risposto che, a prescindere dalla destinazione di partenza, il rientro in Italia sia di suo un rischio sanitario, e che gli studenti debbano valutare se sia veramente necessario rientrare. Al Ministro ricordiamo che la rischiosità della situazione italiana e l’invito a ponderare la decisione di tornare non sono una risposta alla necessità di assicurare dei luoghi di partenza sanitariamente sicuri, per preservare la salute di coloro che abbiano ponderato la necessità di tornare.”
“Infine serve sostenere i tirocinanti in ambasciata MAECI-CRUI – conclude Gulluni – nel rimpatrio, nella parificazione delle misure loro volte a quelle degli studenti Erasmus, nella possibilità di sospendere il tirocinio e di effettuare o completare anche post lauream quei tirocini che sarebbero dovuti svolgersi durante questo periodo. Il Ministro ribadisce l’impegno ad un sicuro rimpatrio, alla prosecuzione dall’Italia, ove possibile del tirocinio, alla salvaguardia dello svolgimento dei tirocini del bando di febbraio e che sarebbero dovuti partire a maggio, e apre alla possibilità di un recupero del tirocinio alla fine della pandemia per chi non ha svolto il numero minimo di ore, così come di poter svolgere o concludere l’esperienza post lauream. Siamo lieti dell’accoglimento delle nostre richieste: vigileremo sulla loro piena attuazione.”

Luigi Di Maio annuncia le sue dimissioni da capo politico del M5S

Si è concluso poco fa l’incontro del leader politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, e i ministri a Palazzo Chigi: si è trattato di un confronto durato poco più di un’ora. Di Maio ha incontrato ministri e viceministri M5S per annunciare le sue dimissioni da capo politico.

Di Maio annuncia le sue dimissioni da capo politico

La scelta verrà resa nota pubblicamente oggi pomeriggio. Il ministro dei Esteri parlerà oggi al Tempo di Adriano: ‘Alle 17 sarò a Roma insieme a tutti i facilitatori regionali- ha scritto Luigi Di Maio su Facebook – Mi collegherò in diretta perché ho delle cose importanti di cui parlarvi… Vi aspetto. A più tardi. Forza!’.
Numerosi i commenti dei vari esponenti politici alla decisione di Luigi Di Maio di lasciare la leadership del Movimento 5 Stelle. Paola De Micheli, ministra delle Infrastrutture, ha dichiarato: ‘Credo che il Movimento 5 Stelle, se Di Maio dovesse mai decidere davvero di fare un passo indietro, sarà in grado di trovare un nuovo assetto organizzativo e di leadership’.
Il ministro Vincenzo Spadafora: ‘Si apre un momento delicato per il M5S, dobbiamo proseguire uniti perché se divisi ci condanniamo all’irrilevanza’. Il deputato Sergio Battelli: ‘So che il Movimento, se dovrà andare avanti anche senza Luigi, lo dovrà fare liberandosi e integrando al proprio interno le strutture di supporto, eleggendo dunque i propri responsabili’. Nicola Morra ha sentenziato: ‘Lavoriamo tutti per il Movimento’.
Per quanto riguarda il futuro del Movimento 5 Stelle, secondo il Corriere della Sera sta crescendo l’ipotesi di affidare la reggenza del partito grillino a Vito Crimi, in vista degli Stati generali previsti nella metà di marzo.

Scuola, chi si ricorda della promessa di un anno fa di Luigi Di Maio?

Forse alcuni dei nostri lettori ricorderanno un articolo della nostra testata giornalistica, pubblicato proprio un anno fa (era il 5 dicembre) in cui l’allora vicepremier Luigi Di Maio annunciava il tempo pieno al Sud nelle scuole elementari.

Un anno fa Luigi Di Maio annunciava il tempo pieno al Sud e 2000 assunzioni

Riportiamo le dichiarazioni del leader del Movimento 5 Stelle rilasciate il 5 dicembre 2018: ‘Ieri sera nella legge di bilancio – disse Luigi Di Maio – è stato finanziato il tempo pieno in tutte le scuole elementari, è una promessa mantenuta. Tutti coloro che vorranno potranno aderire al tempo pieno che ci sarà in tutte le scuole elementari e che ci consentirà l’assunzione di 2000 nuovi insegnanti e in parte il rientro dei cosiddetti ‘deportati della buona scuola’ che erano stati sparati con un algoritmo in tutta Italia, spesso lontani dalle loro famiglie’.
Nello stesso articolo sottolineavamo come lo scetticismo regnasse, comunque, sovrano tra i docenti, soprattutto a motivo delle infrastrutture decisamente inadeguate nelle regioni Meridionali e soprattutto del numero troppo esiguo di assunzioni che, a stare bassi nelle cifre, avrebbe richiesto almeno 40-50mila assunzioni, non certo duemila. Duemila posti avrebbero determinato 4000 classi a tempo pieno.
Anche il portale Tuttoscuola ha avuto modo di ricordare la ‘promessa’ del leader pentastellato che ebbe modo di aggiungere: ‘I bambini potranno stare più tempo a scuola, potranno avere un percorso di istruzione più lungo, che gli consenta di stare più con gli insegnanti e approfondire ancora di più le materie, e allo stesso tempo permetterà ai genitori che lavorano tutto il giorno di sapere che anche il pomeriggio il loro figlio o la loro figlia starà a scuola con gli insegnanti, avrà un percorso formativo ancora più ricco.

Sorte del Governo appesa alle decisioni del leader Di Maio: i docenti sperano

Il MoVimento 5 Stelle non finisce di commettere un errore dietro l’altro. Tutti gli emendamenti a favore dei docenti precari sono stati respinti. La scuola va sempre più indietro e i dati Ocse Pisa confermano la scarsa preparazione degli studenti italiani. Gli attuali docenti di ruolo sono pesantemente chiamati in causa da questa impietosa infografica fornita dai dati Istat. Il MoVimento 5 Stelle si era proposto come soggetto politico in grado di riformare completamente il settore istruzione. Nella realtà dei fatti le cose stanno andando esattamente all’opposto. E guai a dire loro che in passato avevano espresso opinioni diverse. La risposta è sempre pronta e la fornisce Luigi Di Maio ogni volta che viene interpellato a riguardo.

PD e Movimento 5 Stelle sembrano allontanarsi sempre di più, al punto che Conte.esorta Di Maio esortandolo a non staccare la spina a questo governo. La polemica intorno al Mes si infiamma di giorno in giorno, con i 5 stelle pronti decisi a non votare la fiducia. Giuseppe Conte ha detto ieri che tutti i ministri sapevano di questo fondo. Sapevamo che il Mes era arrivato ad un punto della sua riforma, ma sapevamo anche che era all’interno di un pacchetto, che prevede anche la riforma dell’unione bancaria e l’assicurazione sui deposito. Per il M5S, queste tre cose vanno insieme e non si può firmare solo una cosa alla volta”. Lo scrive su Fb Luigi Di Maio. (Fonte Ansa)

Non è sanatoria

Ma nemmeno una riforma di buon senso, questo decreto scuola delirante. La prosopopea e l’alto tasso di arroganza e ignoranza normativa di questi due partiti sta producendo danni incalcolabili  Ci vorranno almeno altri vent’anni per riportare tutto alla normalità. Bastava semplicemente riformare il testo unico del 1999 proseguendo l’iter di legge che giace ormai in Parlamento da più di 10 anni. L’unica cosa che si è capita è che quando serve a qualcuno si fanno le sanatorie Decisioni in perfetto stile DC!

Scuola, Fioramonti: ‘Di Maio sta facendo un capolavoro, il M5S andrà avanti’

Il ministro dell’istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha rilasciato un’intervista al quotidiano torinese ‘La Stampa’, all’interno della quale ha trattato diversi argomenti, come quello riguardanti la sicurezza nelle scuole o quelli di carattere politico, inerenti all’attuale situazione di Governo.

Fioramonti: ‘Chiedere a un bambino di 8 anni di stare seduto per 4 ore non è il massimo’

‘Nel 2020 ci sarà un altro miliardo per l’edilizia scolastica – ha promesso il ministro. Vorrei che la scuola del futuro possa essere un luogo dove si possa imparare in serenità e con metodi interattivi. Le nuove generazioni dimostrano che si apprende meglio coinvolgendo, non obbligando. Bisogna cambiare metodi: chiedere a un bambino di 8 anni di stare seduto per 4 ore non è il massimo’.

Fioramonti ottimista sull’attuale alleanza di Governo

In merito all’attuale situazione politica, il ministro Fioramonti ritiene che Luigi Di Maio stia facendo un ‘capolavoro. Lo paragono a un amministratore delegato di un’azienda in cui deve fare tutto: il capo, il portiere, il segretario. Non lo si può criticare’.

Fioramonti ha parlato anche dell’alleanza di governo con il Partito Democratico: ‘C’è molta più convergenza tra noi, il PD e le attuali forze di Governo rispetto al primo Governo Conte. Sarebbe un grave errore non cogliere questa opportunità. Se avremo il coraggio di non guardare i sondaggi e assumerci responsabilità per cambiare il Paese con una visione radicale, allora potremo vincere le elezioni. Sono convinto che si possa governare altri tre anni’.

Scuola, per Di Maio ‘è indecente fare sciopero di venerdì’: CUB risponde per le rime

Alcune dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel corso di un suo intervento alla trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora’, stanno facendo parecchio discutere. Le parole del leader del Movimento 5 Stelle si riferiscono agli scioperi e al fatto che vengono spesso ‘programmati’ di venerdì.

Di Maio e le sue dichiarazioni sullo sciopero di venerdì

‘Sono stato ministro del Lavoro e sostengo sempre tutte le manifestazioni sul diritto del lavoro – ha dichiarato Luigi Di Maio – Però questa storia che alcuni sindacati fanno sempre sciopero il venerdì per il weekend lungo mi sembra ormai una questione che è indecente’.
Dichiarazioni che non potevano far altro che sollevare la protesta dei sindacati. Particolarmente ‘vivace’ la replica di CUB Scuola Università Ricerca, replica affidata alla portavoce nazionale, Giovanna Lo Presti: ‘È bene sperare che i nostri politici tornino in fretta con i piedi per terra – ha dichiarato l’esponente sindacale – chi sciopera reclama diritti che vede conculcati e rinuncia, in ogni caso, al pagamento  di una giornata di lavoro. Visto che le retribuzioni in Italia sono ridicolmente basse, rinunciare mediamente a 70 euro in busta paga non è sacrificio da poco.’

CUB: ‘Miseria salariale, precarietà, mancanza di democrazia sindacale’

‘Per limitarci alla scuola  – prosegue l’esponente di CUB – i Governi che si sono avvicendati tra il 2007 ed il 2018 hanno avuto il coraggio di tener fermi per un decennio gli stipendi di questi lavoratori, per poi sottoscrivere un contratto che ha portato un incremento del 3,48%; contratto scaduto quasi da un anno e che ci si avvia a rinnovare a costo (quasi) zero. È chiaro che questa, per Di Maio, non è una ragione sufficiente per scioperare. Accanto alla miseria salariale stanno poi altri problemi seri: la precarietà, le condizioni di lavoro, la mancanza di democrazia sindacale, l’inadeguatezza e la mancanza di sicurezza degli edifici scolastici.

L’elenco può continuare ed ogni categoria ha il suo cahier de doléances fitto fitto, pronto da presentare a chi voglia ben governare il nostro Paese. Lo sciopero lancia l’allarme, mette in evidenza lo stato di disagio lavorativo, protesta contro le ingiustizie in nome di un mondo più equo – conclude la nota sindacale – in cui i lavoratori non siano esposti al rischio, sfruttati e sottopagati.’

Scuola, tensioni tra Conte e Di Maio mettono a rischio tutti i provvedimenti sui precari

C’è maretta nel governo dopo le dichiarazioni di Conte e Di Maio. La scuola vive con apprensione questa fase calda che vede ogni giorno litigare i maggiori rappresentanti politici. I docenti precari temono il governo possa cadere da un momento all’altro. Tutto quanto è stato faticosamente costruito dallo scorso mese di maggio potrebbe miseramente naufragare e presto potrebbero esserci nuove elezioni, come da mesi spera il centro-destra.

I botta e risposta

“I toni ‘o si fa così o si va a casa’ fanno del male al Paese, fanno del male al governo: in politica si ascolta la prima forza politica che è il M5s, perché se va a casa il M5s è difficile che possa esistere ancora una coalizione di governo”. Luigi Di Maio arriva a Matera per Expo 2020 e risponde subito alle dichiarazioni rilasciate dal presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Italiani non sono coglioni, sennò rivolta

Tra i due contendenti si inserisce il segretario del PD Zingaretti con questa affermazione colorita. “Non fa solo effetto, fa male, noi saremo molto responsabili e diciamo agli alleati che si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine su identità, perché gli italiani sono stanchi e non sono dei coglioni. Bisogna mantenere le parole sennò si arrabbiano e ci sarà una rivolta”.

I provvedimenti sulla scuola

Questo l’elenco delle misure che potrebbero saltare nel caso in cui saltasse anche questa nuova formazione governativa:

  • concorso riservato ai docenti di scuola secondaria con 36 mesi di servizio;
  • concorso ordinario per la scuola secondaria;
  • concorso ordinario per la scuola primaria e dell’infanzia;
  • nuovi corsi abilitanti pas aperti anche ai docenti di ruolo purché con 36 mesi di servizio;
  • estensione delle misure contenute nel decreto dignità per garantire la continuità didattica dei diplomati magistrali;
  • concorso riservato ancora da discutere al Ministero, i docenti da scuola primaria dell’infanzia che non avevano le due annualità.

Scuola, Di Maio festeggia taglio parlamentari: ‘Riforma storica, ora più scuole’

La Camera dei Deputati ha approvato ieri, in via definitiva, il taglio dei parlamentari con 553 sì, 14 no e due astenuti. Si passa così da 945 a 600: i deputati saranno 400, i senatori 200. Hanno votato a favore le forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) e le forze di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia), anche se con alcuni distinguo personali al loro interno, più alcuni deputati del gruppo Misto. Uniche forze del Parlamento contrarie al taglio sono state +Europa (3 deputati) e Noi con l’Italia (4 deputati guidati da Maurizio Lupi).

Di Maio parla di ‘riforma storica’

‘Una riforma storica – così ha commentato il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio – una grandissima vittoria per i cittadini italiani. Con il taglio dei parlamentari possiamo risparmiare 300 mila euro al giorno, quello che un cittadino in molti casi non riesce a guadagnare nemmeno in una vita. Con meno parlamentari – ha aggiunto il ministro degli Esteri – avremo meno testi pieni di emendamenti, norme e contronorme che complicano la vita dei cittadini italiani. Con un miliardo di euro in dieci anni, possiamo comprare 13 mila nuove ambulanze, costruire cento scuole, comprare treni per i pendolari’.

Nella legge di bilancio 2020 quali risorse per la scuola?

Dichiarazioni che, però, sembrano stridere con le indiscrezioni riguardanti le risorse che verranno messe a disposizione della scuola con la prossima legge di bilancio: se da una parte, non si può che applaudire al provvedimento, dall’altra restano dubbi e perplessità sul ‘destino’ delle risorse che si andranno a risparmiare per effetto di questa ‘riforma storica’, tanto per usare le stesse parole del leader ‘grillino’.