PD: 'ecco cosa abbiamo fatto per la scuola'

Il PD (Partito Democratico) pubblica il bilancio dei suoi anni di governo, dedicando una slide al mondo della scuola. Inizia dicendo che “al momento di tagliare le spese, la scuola era sempre ai primi posti della lista”. Cita la riforma Gelmini e i suoi 8 miliardi di euro di tagli, gli 82 mila docenti lasciati a casa e i 44 mila lavoratori Ata in meno. “Ora finalmente si è invertita la rotta e sulla scuola si è tornati ad investire. Perché l’educazione è la chiave del futuro.”

Il Bilancio del PD sulla scuola

“Sono 3 miliardi di euro in più, a regime, i fondi destinati all’istruzione e ad un piano di assunzioni per coprire le cattedre vacanti e potenziare la didattica: 160 mila assunzioni nell’arco del triennio che comprende gli anni scolastici 2015-16, 2016- 17, 2017-18. Inoltre, con la legge di bilancio 2017, per la stabilizzazione del personale precario, sono stati stanziati ulteriori 1,3 miliardi di euro fino al 2026. I fondi serviranno per istituire cattedre stabili con l’assunzione a tempo indeterminato di docenti precari.

Stanziati 40 milioni l’anno dal 2016 per l’aggiornamento degli insegnanti, misura che diventa strutturale e basata su priorità nazionali indicate dal Ministero.

Introdotta la “carta del docente”: 500 euro l’anno a disposizione di ciascun insegnante per l’acquisto di libri, materiali, corsi, hardware e software, attività culturali utili per l’aggiornamento professionale.

Un Fondo di 200 milioni di euro l’anno per valorizzare il merito degli insegnanti. I criteri per la valutazione sono stati stabiliti in ogni scuola da un Comitato presieduto dal dirigente scolastico e composto da tre docenti, due genitori (alle superiori un genitore, più uno studente), un componente esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale.

Definito un nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento degli insegnanti della scuola secondaria che realizza un grande cambiamento: mai più lunghi anni di precariato seguiti da costose abilitazioni e concorso, ma subito un concorso per accertare le competenze disciplinari e poi, per i vincitori, un percorso triennale retribuito di formazione, tirocinio e inserimento progressivo nella professione, fino all’assunzione a tempo indeterminato. Nell’attesa che questo sistema entri a regime è prevista una fase transitoria con la quale si danno risposte ai docenti precari che insegnano da anni stando nelle graduatorie di istituto.”