Diplomati magistrali, arrivato il parere dell’Avvocatura dello Stato

Il parere dell’Avvocatura di Stato sulle situazioni generate dalla plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso è arrivato quest’oggi nel corso di un incontro che si è tenuto al MIUR alla presenza del sottosegretario Vito de Filippo. A renderlo noto è il segretario della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio. Il numero dei diplomati magistrali che aveva fatto ricorso alla giustizia amministrativa per ottenere l’inserimento in Gae era di 43534 unità. Di questi, in 5306 si sono visti passare in giudicato le sentenze. In 6669 avevano invece ottenuto il ruolo con riserva con la clausola di scioglimento in caso di esito negativo della sentenza di merito.

Parere negativo

Secondo l’avvocatura di Stato bisognerà dare corso a quanto deciso dai giudici di Palazzo Spada. Tuttavia il Miur non prenderà posizione prima del termine dell’anno scolastico. Chi si è visto passare la sentenza in giudicato non vedrà toccata la propria posizione. L’applicazione della plenaria avrà invece effetto su chi sta svolgendo l’anno di prova. Verrà esercitata la clausola risolutiva espressa non appena il TAR avrà emesso la sentenza di merito. Presumibilmente il tutto dovrebbe avvenire a partire da questa estate. Chi ha il ruolo con riserva se lo vedrà revocare con conseguente retrocessione nella seconda fascia delle graduatorie di istituto.

Posizioni diverse

Tuttavia, le posizioni dei vari diplomati magistrali interessati dalla vertenza si differenziano ulteriormente, in virtù dell’attività di tutela esercitata dai diversi studi legali che hanno provveduto a presentare ricorso in Cassazione contro la sentenza plenaria. Questo contingente di ricorrenti permarrà nelle Gae fintanto che la Cassazione non si sarà espressa. A settembre potranno essere destinatari di supplenze con convocazioni da queste graduatorie. Chi possiede un semplice inserimento cautelare, se il Tar si sarà espresso in merito, tornerà nella seconda fascia delle graduatorie di istituto.
Il commento di Rino Di Meglio
A questo proposito – commenta Di Meglio – restiamo impressionati dalla diversità di trattamento dovuta soltanto alla buona o cattiva sorte toccata nel corso degli anni ai ricorrenti nelle aule di tribunale. È fondamentale che, a meno di due mesi dalla fine dell’anno scolastico, venga garantita la continuità didattica. Altrettanto importante, come abbiamo già ribadito lo scorso gennaio in occasione di una riunione al Miur, è che il Parlamento intervenga per trovare una soluzione politica che tenga conto dei diritti di tutti i docenti coinvolti, anche per evitare che il prossimo anno scolastico sia contrassegnato da un vorticoso valzer in cattedra”.