Formazione obbligatoria, con il nuovo contratto deve cambiare: le richieste di Anief

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Uno dei punti su cui prestare attenzione in vista del prossimo rinnovo contrattuale riguarda la formazione obbligatoria del personale scolastico: la bozza dell’Atto di Indirizzo presentato dal Ministero dell’Istruzione prevede alcune novità in merito, con lo scopo di incentivare le capacità professionali di ognuno. Ciò che maggiormente preme a dipendenti della scuola e sindacati è che questa, nel momento in cui è obbligatoria, si svolga all’interno delle ore di servizio e venga retribuita.

La formazione è centrale nella vita professionale del personale scolastico

La formazione del personale scolastico è un aspetto molto importante per il mondo della scuola, poiché coinvolge sia docenti che ATA, di ruolo e con contratto a tempo determinato. I lavoratori del settore sono infatti periodicamente impegnati in corsi sulla sicurezza, antincendio, sull’inclusione scolastica (le 25 ore previste): fino ad ora, nonostante varie richieste da parte dei sindacati e diverse sentenze in merito, non sono mai state retribuite le ore destinate ai corsi formativi obbligatori, quasi sempre svolti al di fuori del proprio orario di servizio. Ricordiamo che, in altri ambiti lavorativi, invece, queste ore si svolgono durante l’orario di lavoro o sono pagate.

In vista del rinnovo contrattuale che, a breve dovrebbe avvenire, l’Atto di Indirizzo ha fatto trapelare le intenzioni del ministro dell’Istruzione Bianchi: “il contratto definirà un pacchetto di ore specificamente e obbligatoriamente destinate alla formazione, finalizzate in particolare alla formazione dei docenti. (…)

Il contratto, valorizzando l’impegno ulteriore previsto per tutto il personale e fermo restando il principio della remunerazione per il lavoro svolto al di fuori dell’orario di servizio, potrà altresì prevedere le modalità attraverso le quali l’impegno in attività di formazione in servizio certificate, valutate e coerenti con l’attività didattica svolta si collegherà a ulteriori sviluppi di valorizzazione professionale”. Tuttavia, ad oggi non vi è nulla di definito e questi, per il momento, sono propositi ancora da delineare e concretizzare.

Richieste di Anief

Già il sindacato Gilda ha affrontato il problema della retribuzione legata alla formazione obbligatoria, sottolineando la necessità che questa sia pagata e che i costi per lo Stato ammonterebbero a mezzo miliardo di euro l’anno in più.

Il sindacato Anief ritorna sull’argomento, ribadendo che è necessario pagare la formazione e che questa si svolga nelle ore di servizio. Evidenzia nello stesso tempo che anche i docenti precari possano usufruire della Carta del Docente, così come il personale educativo e ATA. Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, infatti afferma: “la formazione è centrale nella vita professionale di tutti i lavoratori della scuola, ma deve essere retribuita, come ci ha ricordato la Corte di Giustizia Europea. E va necessariamente svolta durante l’orario di servizio e senza ore aggiuntive.

Piuttosto, è bene che dal tavolo contrattuale esca un messaggio forte: visto che un docente su quattro è precario, con gli stessi diritti-doveri del collega di ruolo, è giunta l’ora che si assegni la Carta dei docenti anche ai precari. Come pure al personale educativo, equiparato per legge ai docenti della primaria, e naturalmente a quello amministrativo: per quale motivo il personale Ata è escluso della card che permette l’aggiornamento professionale?”. 

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