Manca l’insegnante specializzato e la scuola nega l’ingresso al bambino bisognoso del sostegno

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Emergenza insegnanti di sostegno. Le scuole sono in gravi difficoltà per la cronica mancanza di docenti specializzati. Primo giorno di scuola amaro per una mamma con un figlio che ha bisogno di essere seguito da un insegnante di sostegno. È accaduto in una scuola della provincia di Torino, ma la scena che si vede nel video inviato da una nostra lettrice potrebbe tranquillamente verificarsi ovunque. L’emergenza delle cattedre stabili diventa particolarmente grave quando a mancare sono i docenti specializzati per l’assistenza ai bambini con disabilità.

Il fatto

“Mio figlio non può entrare in classe perché manca il suo maestro di sostegno. È una cosa estremamente vergognosa”, esclama la madre amareggiata dal rifiuto posto dalla scuola a far entrare il bambino. Come faccio a lasciare un bambino autistico in una scuola che non offre un supporto”? Racconta di aver chiesto di parlare con il dirigente scolastico ma questi si è negato e si è reso indisponibile a ricevere questa mamma.

La lettera alla nostra redazione

Ecco che cosa ha scritto alla nostra relazione la mamma in questione. “Salve, ho un bambino con diagnosi di autismo. Da settembre, oggi, ha iniziato la prima elementare della scuola Kennedy di Torino (statale). La psicologa dell’asl che ha in carico mio figlio si è opposta categoricamente nel voler sottoscrivere la frequenza di 40 ore per il bambino. Io da genitore ritengo che deve frequentare le suddette ore poiché avendo problemi di socializzazione, stare a scuola più ore sarebbe un modo per socializzare con altri bambini.

Al momento dell’iscrizione della scuola esprimevo alla psicologa la volontà di iscriverlo in una scuola paritaria ma lei si opponeva categoricamente dicendomi che la statale sarebbe la soluzione migliore. Nei giorni successivi chiedevo un colloquio con la dirigente della scuola Kennedy la quale mi assicurava che mio figlio avrebbe fatto 40 ore settimanali e sarebbe seguito tutto il tempo. Infatti mio figlio è stato accettato all’iscrizione per 40 ore. Nel frattempo,nel mese di aprile, a causa di gravi motivi, chiedevo la ricusazione della psicologa all’usl competente.

Nel mese di maggio veniva indetta una riunione di rete dove vi era presente la stessa psicologa non ancora ricusata, la quale aveva già parlato con la responsabile del gruppo sostegno della scuola Kennedy affinché distogliesse noi genitori dal mandare Manuel 40 ore. Quando nella stessa rete io mi opponevo e restavo ferma nella mia condizione, la psicologa con irruenza afferra la borsa e dice: prima di andare via anche se non è corretto faccio una diagnosi su questi genitori (di fronte a 10 persone) sono dei genitori esauriti. Dunque, a quel punto inviavo altre mail per chiedere ricusazione all’asl di competenza ospedale maria vittoria ma mai ricevuto alcuna risposta.

Oggi inizia la scuola e scopro un certo inciucio tra referente di sostegno e psicologa. Mio figlio è seguito ancora da quella psicologa che vogliamo ricusare”.

Consentire accesso al prossimo Tfa senza i test a chi ha 2 anni di supplenza

Ci sono insegnanti che vorrebbero lavorare con questi bambini speciali, ma i corsi di specializzazione sono a numero chiuso. Si tratta quindi di posti sempre insufficienti rispetto alla domanda reale. E inoltre questi corsi sono estremamente costosi, oltre che altamente selettivi. Per questi motivi, quello che è successo rappresenta una beffa anche per le famiglie alle quali non viene garantito il diritto allo studio.

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