Rientro a scuola, le integrazioni sulla ‘culpa in vigilando’

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Rientro a scuola, la culpa in vigilando, rimane al margine della riflessione della scuola. Attualmente è in corso una serie di integrazione tra il conosciuto e il tanto indefinito.

Rientro a scuola, si parla di tutto…

Rientro a scuola il dibattito è concentrato sugli aspetti logistici, organizzativi e sanitari. Il tema che li unisce è la sicurezza. Non può essere diversamente, se consideriamo che la scuola è frequentata tra studenti e personale scolastico da più di dieci milioni di persone. Il diritto alla sicurezza si coniuga nel nostro caso a quello della salute, tutelato dall’art. 32 comma 1 della nostra Costituzione. Quest’ultimo rientra tra i “diritti dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

La culpa in vigilando un tema poco trattato

In tutto questo discutere e riflettere sono assenti gli insegnanti. Raramente sono invitati nel talk-show, quasi mai si leggono articoli sui giornali. Altri lo fanno al loro posto: dirigenti scolastici giornalisti e in genere tuttologi che dietro una buona capacità oratoria riescono a nascondere la loro difficoltà a comprendere la scuola.
Da qui l’emarginazione del tema della culpa in vigilando, spesso trattata perchè significativamente collegata al profilo non pedagogico del docente. Strana modalità di relazionarsi alla complessità imposta dalla pandemia, se si pensa che quasi otto milioni di utenti (studenti) frequentano le aule alla presenza degli insegnanti. Ad essi è affidato l’obbligo di vigilare sull’incolumità fisica del ragazzo. Quindi chi meglio dei docenti può esprimete una riflessione autorevole sulla protezione fisica dei ragazzi?

La culpa in vigilando in tempo di pandemia

La pandemia ha resettato le nostre certezze. La paura ha preso il sopravvento, amplificando fantasmi e sopratutto aumentando il nostro senso di precarietà e solitudine.
Anche la culpa in vigilando ha perso i suoi riferimenti che rimandavano a sentenze e studi legislativi che non sono più in grado di fornire una risposta rassicurante. E’ necessaria un’integrazione che rassicuri l’insegnante su quale responsabilità può essergli attribuita in caso di Covid-19 accertato?
Sintetizziamo le certezze. E’ confermata la quasi impossibilità di documentare (“probatio diabolica”) che il virus è stato contratto a scuola.
Il decreto legge sulle semplificazioni fornisce una ulteriore integrazione. Si legge su ItaliaOggi (8 settembre 2020) :”Quanto alla responsabilità per danno erariale, la nuova disciplina ne innova i presupposti cancellando la colpa grave e limitandola «ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è da lui dolosamente voluta». E «La prova del dolo», recita il dispositivo «richiede la dimostrazione della volontà dell’evento dannoso».
In pratica occorre che la controparte dimostri la volontà di perseguire il dolo.

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