Blocco mobilità, Unicobas: ‘non siamo sotto fascismo’, serve il doppio canale (INTERVISTA)

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Mentre si continua a vociferare dell’ipotesi di un blocco della mobilità, Scuola Informa ha sentito il Componente esecutivo nazionale e Segretario Regionale UNICOBAS CIB Lombardia, Marco Monzù Rossello, a cui abbiamo posto alcune domande. Con lui abbiamo parlato anche di soluzione per il reclutamento e scuole aperte in estate.

Blocco mobilità: cosa pensa Unicobas?

Scuola Informa ha parlato con Marco Monzù Rossello di Unicobas di blocco mobilità e reclutamento.

In questi giorni si parla di blocco della mobilità: cosa ne pensa Unicobas di questa possibilità?

“Sul blocco della mobilità mi sembra siano solo dicerie nate su gruppi Whatsapp e sui social da persone che spesso e volentieri parlano senza sapere. Vorrei ricordare infatti che a disciplinare la mobilità esiste un contratto. E il contratto ne disciplina il tutto. A meno che non si sia ritornati in era fascista, dove il singolo decide e gli altri si adeguano, nulla dovrebbe cambiare.

Resta inteso comunque che se dovesse essere confermata la linea del blocco della mobilità l’UNICOBAS è e sarà fermamente contraria.”

Esistono alternative migliori per le assunzioni?

“La soluzione per il reclutamento” non è certo la riapertura di questa o quella graduatoria. Bisogna istituire un doppio canale di reclutamento, con il 50% dei posti da destinarsi al personale precario, Docente ed Ata abilitato e vincitore di concorso, con l’esclusione della reiterazione dei concorsi e dei percorsi abilitanti per chi è già abilitato e vincitore di concorso. Attribuzione di 12 punti per ogni abilitazione e per ogni anno di servizio maturati. Fase unicamente transitoria, che preveda concorsi riservati per i non abilitati non vincitori di concorso. Ripristino del dovere di assumere cittadinanza nella provincia per le supplenze temporanee (non per i contratti annuali), spostamento in coda alla graduatoria in caso di rifiuto delle supplenze. Conteggio solo degli anni di servizio maturati nelle scuole pubbliche e, nella fase transitoria, eliminazione dalle graduatorie pubbliche per gli anni svolti in scuole private non certificati da busta paga.

Inoltre, in questa situazione di pandemia , risulta INACCETTABILE continuare sul dimensionamento scolastico (cosa che sta tutt’ora avvenendo).

Per garantire i giusti distanziamenti e per smantellare (ma non solo a parole) le classi pollaio bisogna pensare allo sdoppiamento delle classi. Nelle nuove classi che si formano immettere a tempo indeterminato i docenti precari”.

Scuole aperte in estate: ecco perché no

Unicobas è contraria alle scuole aperte in estate. Marco Monzù Rossello spiega il perché.

Scuole aperte in estate: sì, o no? E perché?

“Solo chi non ha la minima cognizione del comparto scuola può partorire l’idea di tenere alunni e docenti in classe nei mesi estivi. Inviterei costoro a occuparsi di altro e a lasciar perdere il comparto scuola. L’UNICOBAS rimane contraria al “ponte educativo” per alunni e insegnati nei mesi estivi. L’estate dovrà servire agli insegnanti per ricaricare le batterie in vista di un altro anno per niente facile, e dovrà servire ai discenti per programmare altre attività (sportive , artistiche, sociali).”

Ricordiamo che i docenti non possono essere obbligati dal DS a lavorare nei mesi estivi?

“Il DS non può obbligare nessun docente a lavorare in estate. Il contratto è chiaro e alcuni DS ne devono prendere atto e farsene una ragione. Invitiamo tutti coloro che si trovassero in questa situazione a contattarci così da poter intervenire.”

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