In questo articolo vi daremo nuovi aggiornamenti sull’Ape Sociale ed età pensionabile. Riguardo al secondo tema, il nostro governo sembra aprire verso un innalzamento più morbido. L’argomento è stato molto discusso ed è nato un paio di settimane fa, quando si è pensato di alzare (nel 2019) l’ ‘asticella’ a 67 anni, rispetto ai 66 e sette mesi ora vigenti. Teoricamente parlando, è da sottolineare che il margine di discrezionalità sia minimo, in quanto l’età e la speranza di vita sono agganciate da una legge risalente al 2011.
Eppure, in Parlamento molti vorrebbero cancellare questa norma, tra cui Cesare Damiano. La legge fu voluta dall’ex premier Silvio Berlusconi, proprio durante il periodo risalente alla crisi dello spread. Negli ultimi mesi sembra essersi aperto qualche spiraglio da parte dell’attuale governo. La decisione definitiva sarà istituzionalizzata a fine 2017, poco prima delle nuove elezioni.
Età pensionabile: le ipotesi del Governo
C’è la possibilità di aumentare leggermente l’età per andare in pensione. Magari non proprio 67 anni, ma un paio di mesi in meno. Queste sono al momento le ipotesi del Governo. C’è poi anche la possibilità che i vari adeguamenti previsti dopo il 2019 non avvengano necessariamente ogni biennio (come la legge prevede attualmente), ma ogni tre anni.
Questo sarà argomento di discussione principale durante l’incontro tra Governo e sindacati previsto oggi 3 Luglio 2017. Durante la riunione si parlerà anche dell’aumento di pensione per i giovani. Le idee iniziali erano garantire un minimo per i precari e la detassazione della previdenza integrativa. Modifiche interessanti, ma che per attuarle bisognerà aspettare un arco di tempo non certo breve, a maggior ragione con l’attuale Governo Gentiloni.
Ape Sociale: un’opportunità di grande successo
Come era prevedibile, l’Ape Sociale si è rivelata essere un’opportunità di grande successo per milioni di aspiranti pensionati italiani. Sono al momento già 40000 le domande inviate all’Inps per richiederla. Ricordiamo come l’Ape Sociale sia una pensione anticipata riservata esclusivamente a quelle categorie di persone definite ‘deboli’. Parliamo di disoccupati, oppure di lavoratori con a carico famigliari disabili.
Fonte:
Corriere.it