In relazione alla grave emergenza sanitaria in atto nel nostro Paese per il coronavirus, sta destando non pochi dubbi l’attività di didattica a distanza per effetto della sospensione delle attività didattiche nelle scuole sino al 3 aprile (almeno sino al 3 aprile, salvo proroghe).
Il DPCM del 4 marzo scorso ha previsto le nuove modalità per svolgere questa nuova metodologia didattica. Si legge, infatti: ‘I dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità’ (articolo 1, comma 1, punto g)).
Didattica a distanza e orario di lavoro per i docenti
In merito all’orario di lavoro per gli insegnanti, va detto che, a meno di particolari accordi presi dalla scuola, il docente non è obbligato ad osservare lo stesso orario di lavoro settimanale che si svolgeva precedentemente in aula.
L’ultima nota ministeriale, per quanto riguarda la didattica a distanza, consiglia, soprattutto per quanto riguarda la scuola primaria, la mera trasmissione di compiti ed esercitazioni, ma di accompagnarla da una qualche forma di azione didattica o anche semplicemente di contatto a distanza.
Le raccomandazioni del Miur
Il Capo Dipartimento del Miur, Giovanna Boda, ha raccomandato ai docenti: ‘Potrebbe sembrare un paradosso, ma le richieste che le famiglie rivolgono alle scuole vanno oltre ai compiti e alle lezioni a distanza, cercano infatti un rapporto più intenso e ravvicinato, seppur nella virtualità dettata dal momento. Chiedono di poter ascoltare le vostre voci e le vostre rassicurazioni, di poter incrociare anche gli sguardi rassicuranti di ognuno di voi, per poter confidare paure e preoccupazioni senza vergognarsi di chiedere aiuto’.