Quota 98: la nuova proposta per la riforma pensioni

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Dopo che il Premier Giuseppe Conte ha cancellato definitivamente l’ipotesi di una riconferma di Quota 100, ha iniziato a farsi strada una nuova proposta: Quota 98. Di che cosa si tratta?

Come evitare lo scalone post Quota 100

A seguito delle dichiarazioni di Giuseppe Conte a proposito di Quota 100 durante il Festival dell’Economia di Trento, la riforma pensioni è diventata una priorità sempre più urgente.

Occorre, difatti, trovare al più presto una soluzione per garantire la flessibilità in uscita prima dei 67 anni previsti dalla Legge Fornero. Solo così, sarà possibile evitare lo scalone che si verrebbe a creare a partire dal 1° gennaio 2022.

Per far fronte a questo problema, Governo e sindacati avevano inizialmente preso in considerazione due ipotesi: Quota 102 e Quota 41. Tuttavia, nelle ultime ore, si è iniziato a parlare di una nuova proposta, Quota 98.

Quota 98: cos’è e come funziona

Dopo aver scartato l’ipotesi di Quota 102 e Quota 41 a causa degli elevati costi per le casse dello Stato, si è fatta strada Quota 98 che permetterebbe l’uscita a 64 anni con 24 mesi di sconto per i lavori gravosi.

Nello specifico, dal 2022, chi non vorrà aspettare i 67 anni per la pensione potrà uscire in anticipo dal mondo del lavoro a 64 anni con un minimo di 37 o 38 anni di contributi.

Tuttavia, dovrà accettare una penalizzazione del 2,8-3% sulla parte di pensione calcolata con il sistema contributivo per ogni anno di anticipo.

In più, grazie a Quota 98, chi svolge lavori gravosi avrà la possibilità di accedere alla pensione due anni prima, vale a dire a 62 anni con 36 di contributi.

Per loro la penalizzazione dell’assegno sarebbe decisamente ridotta o, addirittura, nulla. Ma chi sono i lavoratori gravosi?

Si tratta di:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru e macchinari mobili per la perforazione;
  • conciatori;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie;
  • addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia e asili nidi;
  • facchini;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici;
  • operai dell’agricoltura, zootecnia e pesca;
  • pescatori;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro;
  • marittimi.

Ad ogni modo, nell’attesa di scoprire nuovi aggiornamenti sulla riforma pensioni, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha fatto sapere in una nota che il 14 ottobre si terrà il nuovo tavolo tecnico tra Governo e sindacati.

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