Formazione docenti, corso-concorso per ottenere un ‘incentivo salariale’: le novità

Formazione docenti, novità in arrivo con il nuovo Decreto Legge per l’attuazione del PNRR, varato dal Consiglio dei Ministri giovedì scorso. Dal prossimo anno scolastico 2022/23, infatti, la formazione dei docenti rientrerà nell’orario di lavoro e sarà retribuita secondo gli importi definiti dal contratto. Il nuovo provvedimento del governo, inoltre, istituisce dei percorsi di formazione triennale, facoltativi, che funzioneranno come dei corsi-concorsi. Vediamo in particolare le novità in arrivo per il personale docente di ruolo.

Docenti, novità in arrivo dal DL PNRR 2 sulla formazione

Come riporta il quotidiano economico ‘Italia Oggi’ di martedì 26 aprile, il governo intende convogliare la formazione dei docenti in due canali: il primo è quello di dare esecuzione a quanto già contenuto nella riforma ‘Buona Scuola‘ (la legge 107/2015), in merito agli oneri di ordinaria formazione. Tali oneri sono stati previsti nella riforma ‘renziana’ ma poi non vennero mai attuati a causa della mancata copertura finanziaria: la ‘Buona Scuola’, infatti, ha previsto solamente la retribuzione ai formatori.

Il PNRR ha previsto che i fondi siano tratti dai 300 milioni di euro stanziati dal comma 593 dell’articolo 1 della legge 205/2017. L’intenzione sarebbe quella di dare attuazione a quanto contenuto nella legge 107, ma non mancano le criticità proprio perché la formazione obbligatoria necessita di nuove risorse, visto che viene incrementata l’onerosità della prestazione.

In primis, si andrebbe contro all’articolo 36 della Costituzione che prevede che la retribuzione debba aumentare con il crescere dell’onerosità della prestazione lavorativa. In secondo luogo, tale disposizione contrasta con l’articolo 81 della Carta Costituzionale, in quanto qui viene detto che ogni nuova legge che preveda nuovi oneri debba anche indicare le risorse economiche necessarie per la copertura.

Corso-concorso per ottenere un ‘incentivo salariale’

L’altra novità, ovvero il secondo canale previsto dal governo, è rappresentata da un corso-concorso, dove il 40 per cento dei candidati potranno ottenere un ‘incentivo salariale‘. Come spiega ‘Italia Oggi’, si tratta, in particolare, di percorsi di formazione e aggiornamento permanente (minima durata triennale) su base volontaria: per incentivarne l’accesso, il governo ha previsto un meccanismo di incentivazione salariale per tutti gli insegnanti che ne risulteranno vincitori (non più del 40 per cento dei partecipanti).

I corsi-concorsi riguarderanno gli insegnanti di ogni ordine e grado del sistema scolastico. Il governo ha previsto delle verifiche intermedie annuali, oltre, naturalmente, ad una verifica finale dove il docente dovrà dimostrare di aver raggiunto un adeguato livello di formazione rispetto agli obiettivi prefissati.

Un comitato di valutazione si occuperà di effettuare le verifiche intermedie e finali: nella verifica conclusiva, il comitato di valutazione si avvarrà anche del giudizio di un dirigente tecnico o di un dirigente scolastico ‘esterno’.

C’è da sottolineare, comunque, che gli scatti di anzianità non subiranno cambiamenti: continueranno ad essere corrisposti. Per quanto riguarda gli importi relativi agli ‘incentivi salariali’, dovranno essere definiti in sede contrattuale: al momento è impossibile definirli in quanto non si conoscono ancora le risorse complessivamente disponibili.

Docenti A046, precari e non chiedono dignità per questa classe di concorso: la proposta di modifica della legge sull’Educazione Civica

I problemi legati alla classe di concorso A046, relativa all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, sono molti.

Tra questi emerge una prassi consolidatasi già da alcuni anni, che vede questi docenti utilizzati come potenziamento ma in realtà costretti a sostituire i colleghi in supplenze, senza che sia assegnato loro un reale progetto. Problema, questo, intensificatosi dall’assenza dell’insegnamento di diritto ed economia nelle scuole secondarie di I e II grado, previsto solo negli istituti più propriamente tecnici e professionali.

La Legge n.92/ 2019 sull’insegnamento di Educazione Civica aveva reso la disciplina autonoma, aprendo la speranza che finalmente fosse permesso a questi docenti, a partire dall’a.s 2020/2021, di poter essere assegnati sull’insegnamento di questa materia. Invece così non è stato.

La criticità principale è rappresentata dalla trasversalità: educazione civica viene infatti insegnata da docenti di varie materie, non opportunamente formati e preparati sulla disciplina in esame, creando in questo modo anche confusione tra gli studenti che si ritrovano senza un insegnante specifico di riferimento che conferisca loro le competenze insite alla materia e che possa valutarli su quella stessa materia.

Di questo abbiamo parlato col Presidente dell’Associazione Professionale Insegnanti Scienze Giuridiche ed Economiche (Apidge), il Prof. Ezio Sina, che ci ha esposto le suindicate problematiche legate alla cdc A046.

Il malcontento dei docenti interessati, che in questo biennio hanno provato a far sentire la propria voce con molti esponenti politici, è stato raccolto dall’On. Elisabetta Maria Barbuto (M5S), che ha presentato pochi giorni fa una proposta di legge per modificare la legge sull’insegnamento dell’Educazione Civica.

Dare dignità all’insegnamento di Educazione Civica e valorizzare i docenti A046

L’On. Barbuto ha esposto il contenuto della proposta di legge in occasione dell’incontro online tenutosi il 23 aprile 2022 con gli studenti ed i docenti della Scuola di Arti e Mestieri Bertazzoni di Suzzara, organizzato per discutere di Educazione civica con il Prof. Ezio Sina e il Prof. Michele Corradi, autore del libro ‘Salus civitatis’.

Lo scopo della proposta, come affermato dallo stesso onorevole pentastellato, è quello di “dare a questa materia una dignità che oggi si stenta a riconoscerle a causa della trasversalità e soprattutto della scarsa valorizzazione dei docenti di discipline giuridiche ed economiche nell’insegnamento, questi ultimi relegati comunque nel ruolo di semplici comparse nelle dinamiche didattiche e, solo se presenti, nelle istituzioni scolastiche di riferimento”.

Di seguito il comunicato pubblicato poche ore fa sulla propria pagina Facebook:

“La proposta prevede che le funzioni di coordinamento nell’insegnamento dell’educazione civica vengano affidate, in tutte le scuole del primo e del secondo ciclo, ai docenti di discipline giuridiche ed economiche e che nel primo biennio di tutte le scuole secondarie di ogni indirizzo l’educazione civica venga sostituita con l’insegnamento di diritto ed economia.

Oggi mi attendo che, in coerenza con l’impegno preso con l’ordine del giorno approvato in occasione della legge di bilancio 2022, il Governo valuti realmente l’opportunità di accogliere le modifiche richieste per ritornare a costruire una scuola intorno agli studenti e alle loro esigenze, studenti che, peraltro, a gran voce richiedono l’insegnamento della materia diritto ed economia ( basta andare a vedere la registrazione della web tv della commissione cultura del 21 febbraio 2022 ).

L’insegnamento del diritto e dell’economia, infatti, è sempre più indispensabile ai nostri giorni. Oltre a consegnare alle giovani generazioni gli strumenti per comprendere il proprio ruolo di cittadino, dei propri diritti e dei propri doveri e delle dinamiche economiche della nostra società, non va sottovalutato il contributo fondamentale che tale insegnamento fornisce per sviluppare le capacità di senso critico delle giovani generazioni.

Non dovrebbe, forse, essere questo l’obiettivo primario della scuola? E non mi si obietti che l’impegno economico è particolarmente gravoso. Perché la cultura, con la C maiuscola, non ha prezzo. Perché nell’interesse delle giovani generazioni, nulla può risultare veramente gravoso.

Pensiamo, piuttosto, a limitare spese inutili quali quelle che ogni anno vengono impegnate per sostenere una elefantiaca produzione di progetti esterni nelle scuole.

Non sono contraria ai progetti, sia chiaro, ma auspico – soprattutto pensando alle ultime notizie che stanno emergendo dalle indagini del nucleo valutario della Guardia di Finanza di Roma – che gli stessi siano in grado di incidere in maniera mirata e positivamente sulla crescita culturale degli studenti mentre, in molti, troppi casi, si rivelano solo come fonte di ritorno economico esclusivamente per gli organizzatori.

Soprattutto in un tema così delicato come la legalità e soprattutto continuando ad ignorare i docenti specializzati della A046 già in organico ed il fondamentale contributo che apportano quotidianamente e che potrebbero apportare ulteriormente se la disciplina fosse adeguatamente valorizzata. Senza dimenticare tutti quelli che aspirano ad entrare, a pieno titolo, nel mondo della scuola.“

Concorso secondaria, nuove segnalazioni su errori nelle prove scritte

Concorso ordinario scuola secondaria, continuano le polemiche in merito agli errori contenuti nei ‘quiz a crocetta‘ relativi alle prove scritte. Si è già concluso il primo calendario, mentre il secondo si chiuderà il prossimo 29 aprile. Dal 2 al 25 maggio, prove scritte per le classi di concorso interessate dal terzo calendario (concorso Stem incluso, programmato dal 3 al 5 maggio). Sono diverse le segnalazioni che sono giunte alla nostra redazione, ne riportiamo alcune a testimonianza di quanto sta accadendo.

Concorso scuola secondaria, continuano le segnalazioni di errori nelle prove scritte

Un gruppo di 57 candidati che hanno sostenuto il 29 marzo il concorso per la classe di concorso A049 (turno mattutino) hanno denunciato quanto segue: ‘Vorremmo portare alla vostra attenzione una domanda in particolare che ha suscitato alcuni dubbi a molti nostri colleghi che hanno partecipato e che nessuno di noi è riuscito a dare una risposta corretta per via del modo fuorviante in cui è stata esposta la domanda nel test e le relative risposte. La domanda riguarda nello specifico il salto in lungo’.

Ricorso definitivo

Un’altra candidata ha segnalato tre quesiti palesemente errati per i partecipanti del concorso ordinario nella classe A048 (turno 2). ‘Ci siamo dovuti trovare a rispondere con grande perplessità e sgomento.
Il primo è il quesito: “Quale attività didattica fra le seguenti può avvalersi positivamente della realtà aumentata?”. Una volta ricevuti i risultati della correzione, tutti i candidati hanno appreso che la presunta risposta corretta sarebbe “Studio dell’anatomia del corpo umano”. Logica e conoscenza dell’argomento imporrebbero di selezionare invece come corretta la risposta sulla stampa 3D, che rappresenta il modo più specifico, innovativo ed efficace di applicare la realtà aumentata alla didattica. La domanda inoltre è posta in maniera vaga e anti-oggettiva, pertanto si può prestare a più di una risposta corretta fra le alternative proposte.

La seconda domanda oggetto di contestazione è quella riguardante l’acronimo AgID. Nel quesito tale sigla è stata erroneamente scritta “Agid”, omettendo le altre due lettere in maiuscolo. Ciò ha portato molti candidati a sbagliare nel selezionare la risposta corretta, nonostante conoscessero il significato dell’acronimo originale AgID, in quanto sono stati tratti in inganno dall’errore nella scrittura della sigla riportata nel quesito, pensando in buona fede che si trattasse di un altro tipo di acronimo con dicitura differente.

La terza domanda oggetto di contestazione è la seguente: “In un’azione muscolare isometrica” in cui tra le risposte possibili ce ne erano due molto simili che potevano trarre in inganno: “il lavoro esterno è nullo” oppure “il lavoro esterno non è definibile”.

Personalmente lamento anche il fatto che non mi sia stato garantito quanto in mio diritto da bando, in quanto la Preside della scuola dove abbiamo sostenuto la prova scritta si è palesemente rifiutata di fornirci foglio e penna per appuntare ragionamenti o anche solo il numero delle domande sulle quali poter ritornare per ragionarci meglio, cosa che mi è risultata fondamentale nella prova sostenuta per la classe A049, che infatti ho superato con successo.

Si chiede pertanto al Ministero il riconoscimento degli errori relativi alle domande in oggetto e dell’ irregolarità nello svolgimento della prova stessa’. 

Riportiamo qui sotto un’altra segnalazione di errore sulle prove scritte della classe di concorso A048.

Relazione

Il ministro Bianchi spiega la riforma del reclutamento e i nuovi concorsi in arrivo

Riforma reclutamento docenti e concorsi scuola, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha rilasciato un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero‘ di oggi, domenica 24 aprile. Tra i temi affrontati dal numero uno del dicastero di Viale Trastevere non poteva mancare quello del nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, tanto criticato in questi giorni dai sindacati ma anche dalle forze politiche.

Bianchi sulla nuova riforma del reclutamento docenti: ‘Ecco su che cosa puntiamo’

Nell’intervista rilasciata a ‘Il Messaggero’, Bianchi ha dichiarato che il Ministero dell’Istruzione vuole puntare sulla formazione iniziale, oltre a potenziare la formazione continua dei docenti.

‘La riforma delinea un percorso chiaro – ha dichiarato il ministro – per chi vuole diventare insegnante nelle scuole secondarie dopo anni in cui le regole sono cambiate più volte, generando confusione e allontanando molte persone, soprattutto i più giovani, dall’insegnamento.

Puntiamo sulla formazione iniziale, con i 60 crediti universitari aggiuntivi rispetto alla laurea magistrale necessari per ottenere l’abilitazione e poi il concorso, richiesto da una norma costituzionale. Aumentiamo il focus sulle competenze specifiche, come quelle pedagogiche, la didattica delle singole discipline e mettiamo una grande attenzione al tirocinio diretto guidato da tutor che vengono dalla scuola.

Potenziamo la formazione continua dei nostri insegnanti sul digitale, sulle materie scientifiche e sulla progettazione e innovazione didattica, per accompagnare e orientare i nostri ragazzi e le nostre ragazzi nel loro percorso di studio e di vita e affrontare così anche il tema della dispersione.

Con la riforma – spiega Bianchi – i cui contenuti sono anche legati all’impegno preso con l’Europa sul Pnrr, nascerà la Scuola di alta formazione per dare linee guida, per una formazione continua che possa arricchire la professionalità del corpo docente. E poi avremo finalmente concorsi annuali, a garanzia di una maggiore continuità. Entro il 2024 assumeremo 70mila docenti‘.

Concorsi scuola, Bianchi: ‘Annuali, oggettivi e trasparenti’

Un altro tema particolarmente ‘caldo’ è quello dei concorsi: i test a crocetta sono stati duramente criticati in quanto non adeguati alla qualità della selezione, non adatti a valutare le effettive conoscenze professionali dei candidati.

‘Il decreto approvato – precisa il ministro dell’Istruzione – prevede in realtà dei cambiamenti anche per le prove dei concorsi. Istituiamo fin da subito una commissione di alto livello scientifico che studierà linee guida sulla redazione dei test e accerterà le modalità di prove che possano verificare le competenze. Ascoltiamo le critiche e lavoriamo per migliorare quello che non va. Il nostro obiettivo – ha concluso Bianchi – è avere concorsi annuali che siano oggettivi e trasparenti’.

Pensioni maggio 2022, possibili aumenti in arrivo

Calcolatrice

Pensione maggio 2022: dopo la recente pubblicazione delle date per il ritiro degli importi in banca e presso gli uffici postali, sono in arrivo dei possibili aumenti. Vediamo subito quali pensionati potrebbero trovarsi una simile sorpresa. Ecco che cosa c’è da sapere a riguardo.

Pensione maggio 2022

Come precedentemente anticipato, con la fine dello stato di emergenza, già a partire dal mese di aprile i pagamenti delle pensioni sono avvenuti non più in anticipo, ma il primo giorno bancabile del mese.

Tuttavia, in Posta si è preferito continuare a mantenere il sistema del calendario suddiviso in ordine alfabetico per evitare gli assembramenti.

Pertanto, anche a maggio il ritiro degli importi presso gli uffici postali avverrà con ingressi scaglionati dal 2 al 7 maggio 2022.

Ma le novità non finiscono qua, perché per alcuni pensionati il cedolino di maggio potrebbe portare con sé dei possibili aumenti. Ecco che cosa c’è da sapere a riguardo.

Possibili aumenti in arrivo

Già dal mese di marzo, alcuni pensionati hanno cominciato a riscontrare un aumento dell’importo del proprio cedolino. Un fenomeno che per molti proseguirà anche a maggio.

Ad ogni modo, l’aumento si spiegherebbe nel concreto attraverso tre fattori principali:

  • il cambiamento degli scaglioni IRPEF;
  • il tasso di inflazione che determina un adeguamento degli importi ai nuovi costi della vita;
  • la quota retributiva.

Se, però, i primi due fattori riguardano tutti i pensionati, il terzo è invece legato ad una categoria ben precisa. Vale a dire coloro i quali già nel 1996 potevano contare su una quota di contributi regolarmente versati.

Si ricorda, infatti, che con il passare del tempo questi pensionati saranno sempre meno, in quanto il sistema pensionistico è ormai caratterizzato principalmente dal sistema misto (retributivo + contributivo), destinato a diventare nei prossimi anni interamente contributivo.

Decreto Legge su reclutamento e formazione docenti, il testo approvato dal CdM (PDF)

Riforma reclutamento e formazione insegnanti, giovedì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via definitiva, il Decreto Legge che introduce ulteriori misure urgenti per l’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Nel testo, come è noto, sono contenute diverse novità per quanto riguarda l’abilitazione dei docenti della scuola secondaria, i requisiti riguardanti l’accesso ai concorsi e la formazione iniziale e continua degli insegnanti.

Riforma reclutamento e formazione docenti, il testo approvato dal Consiglio dei Ministri (DOCUMENTO PDF)

Dopo il passaggio per la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Decreto Legge sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni ed entrerà subito in vigore. Tuttavia, entro sessanta giorni, il Parlamento dovrà approvare il medesimo per la procedura di conversione in legge, con o senza modificazioni.

La riforma, fortemente voluta dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, è incentrata su un nuovo sistema di reclutamento di docenti per la scuola secondaria: previsto l’inserimento di 70mila insegnanti di ruolo da qui al 2024, tramite concorsi con cadenza annuale.

La riforma ruota attorno a tre questioni principali: oltre ai nuovi posti, infatti, sono previsti tre percorsi verso il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento e una formazione continua per i docenti. Inoltre, con il nuovo Decreto Legge viene introdotta la scuola di Alta Formazione per dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA. 


Le dichiarazioni del Ministro Bianchi: ‘Formazione come elemento di innovazione’

“Facciamo un ulteriore passo avanti per dare stabilità al sistema d’Istruzione – ha dichiarato il ministro Bianchi – Prevediamo – dice – un percorso chiaro e definito per l’accesso all’insegnamento e per la formazione continua dei docenti lungo tutto l’arco della loro vita lavorativa. Puntiamo sulla formazione come elemento di innovazione e di maggiore qualificazione di tutto il sistema. 

Gli insegnanti – ha spiegato Bianchi – sono il perno dei nostri istituti e devono avere un quadro strutturato di inserimento, il giusto riconoscimento professionale e strumenti che consentano un aggiornamento costante, indispensabile per svolgere il loro compito di guida delle nuove generazioni. Al centro di questa riforma c’è un’idea precisa di una scuola aperta e inclusiva, che stiamo costruendo con le risorse del PNRR a disposizione e con il dialogo con tutti gli attori coinvolti’.

Come vi abbiamo riferito nelle scorse ore, però, i sindacati sono già sul piede di guerra: contestate le scelte del ministro e del governo Draghi. Qui sotto riportiamo il testo ufficiale del Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri.

TESTO RIFORMA RECLUTAMENTO E FORMAZIONE (PDF)

Bianchi, Draghi e il Decreto ribattezzato ‘Insalata’: precari e neolaureati messi sullo stesso piano

Nuova riforma del reclutamento, i sindacati non risparmiano le loro critiche all’indirizzo del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per il decreto approvato nella serata di ieri dal Consiglio dei Ministri. Non piacciono i percorsi (ad ostacoli….) che dovranno sostenere gli aspiranti insegnanti prima di poter raggiungere la tanto agognata cattedra, tanto meno è gradita la cosiddetta formazione dei docenti ‘incentivata’, ovvero collegata agli scatti stipendiali.

Riforma reclutamento, l’ira dei sindacati contro un provvedimento ‘insalata’

Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, non ha esitato a definire il provvedimento licenziato ieri sera dal CdM come un provvedimento ‘insalata’, un testo che ha una sua ‘doppiezza. Parte con l’intento di disciplinare il reclutamento, che è materia riservata alla legge, e finisce con l’invadere pesantemente l’ambito della contrattazione che è una invasione inaccettabile della legge sulle materie contrattuali.

Pino Turi, come riporta Adnkronos, ha parlato di riproposizione di quello che i lavoratori hanno già bocciato, ovvero una scuola ‘tecnocratica e burocratica, autoritaria ed etero diretta, a cui si aggiunge un’ulteriore, pericolosa, complicazione, la scuola di Alta Formazione. Spariscono di colpo i Patti sin qui sottoscritti che si trasformano in atti autoritari. E fatto ancor più grave, questi tentativi si fanno nel pieno di una pandemia e con un paese frastornato dalla guerra alle nostre porte’.

Il segretario Uil Scuola ha criticato il provvedimento che influisce sull’orario di lavoro degli insegnanti in relazione alla formazione iniziale e permanente, alle incentivazioni economiche e alla valutazione del presunto merito.

Snals-Confsal: ‘Neolaureati e precari messi sull stesso piano, previsione in contrasto con il buon senso’

Il segretario generale dello Snals, Elvira Serafini, si riserva di dare una valutazione complessiva sul decreto quando sarà possibile avere in mano il testo ufficiale. In ogni caso vengono sottolineate diverse criticità: ‘Neolaureati e precari sono messi sullo stesso piano nelle procedure di accesso al ruolo, basate su concorsi a quiz. Ciò significa – ha precisato Elvira Serafini – che coloro che da anni lavorano nella scuola potranno accedere al ruolo solo con questo tipo di selezione’.

Tale previsione è in contrasto con il buon senso oltre che con le indicazioni della Giustizia europea. Mentre si vogliono garantire assunzioni regolari si dimentica che le esigenze di copertura delle cattedre e dei posti alimentano sistematicamente il precariato, per il quale occorrono soluzioni specifiche e straordinarie’.

Snals-Confsal mette in evidenza il fatto che il governo, ancora una volta, non ha tenuto conto dei risultati fallimentari delle procedure concorsuali, proponendo un reclutamento che non è coerente con le sue stesse intenzioni.

Il sindacato di Elvira Serafini non dimentica la questione legata alla carriera del personale docente: ‘Il decreto legge in via di emanazione dovrebbe prevedere una progressione legata alla formazione ed alla costituzione di nuove figure professionali. Noi riteniamo invalicabile l’unicità della funzione docente e non potremo mai accettare che la via legislativa sottragga alla contrattazione una materia fondamentale quale quella connessa alla regolamentazione del rapporto di lavoro ed alla progressione di carriera.

Si aprano subito le trattative per il rinnovo del CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca! Il Contratto – conclude Elvira Serafini – è l’unica sede per mettere mano alla progressione di carriera del personale della scuola!’

Concorsi scuola, novità per le prove scritte e orali: requisiti di partecipazione

Concorsi docenti, ci saranno novità per le modalità di svolgimento delle prove scritte e orali, nonché nei requisiti di partecipazione, secondo quanto contenuto nella nuova riforma del reclutamento e della formazione degli insegnanti. La prima sostanziale novità, secondo quanto già annunciato dal ministro Bianchi, riguarda la cadenza annuale dei concorsi: l’obiettivo è quello di assumere 70mila insegnanti entro il 2024.

Concorsi docenti, novità nei requisiti e nelle modalità di svolgimento delle prove scritte e orali

Gli aspiranti alle cattedre, per poter accedere al concorso, dovranno conseguire l’abilitazione attraverso i tre percorsi ampiamente descritti in precedenza, uno strutturale, uno transitorio e uno riservato ai precari con più di tre anni di servizio.

Requisiti per i concorsi

L’articolo 2 della riforma reclutamento approvata ieri dal Consiglio dei Ministri prevede che la partecipazione ai concorsi, per quanto riguarda i posti comuni della scuola secondaria, sia riservata ai docenti in ‘possesso della laurea magistrale o magistrale a ciclo unico, oppure del diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso, e dell’abilitazione all’insegnamento specifica per la classe di concorso’.

Per i concorsi ai posti di insegnante tecnico-pratico, sarà necessario il possesso della ‘laurea, oppure del diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di I livello, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso, e dell’abilitazione specifica sulla classe di concorso’.

In merito ai posti di sostegno, sarà richiesto, come requisito, ‘il superamento dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità di cui al regolamento adottato in attuazione dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244’.

Come ampiamente anticipato nei giorni scorsi, potranno partecipare ai concorsi, naturalmente, anche ‘coloro che hanno svolto, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione al concorso stesso, un servizio presso le istituzioni scolastiche statali di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti, valutati ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124’.

Prova scritta e orale: modalità di svolgimento

Secondo il testo approvato dal Consiglio dei Ministri della riforma del reclutamento, ‘al fine di assicurare che i concorsi ordinari per il personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria per i posti comuni e di sostegno siano banditi con frequenza annuale….le prove di detti concorsi si svolgono secondo le seguenti modalità semplificate: 

  • a) in sostituzione della o delle prove scritte previste a legislazione vigente, sostenimento e superamento di una unica prova scritta con più quesiti a risposta multipla o strutturata, volti all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché sulle metodologie e le tecniche anche della didattica disciplinare, sull’informatica e sulla lingua inglese. Non si dà luogo alla previa pubblicazione dei quesiti. L’amministrazione si riserva la possibilità, in ragione del numero di partecipanti, di prevedere, ove necessario, la non contestualità delle prove relative alla medesima classe di concorso, assicurandone comunque la trasparenza e l’omogeneità in modo da garantire il medesimo grado di selettività tra tutti i partecipanti. La prova è valutata al massimo 100 punti ed è superata da coloro che conseguono il punteggio minimo di 70 punti; 
  • b) prova orale nella quale si accertano oltre alle conoscenze disciplinari le competenze didattiche e le capacità e l’attitudine all’insegnamento; 
  • c) valutazione dei titoli; 
  • d) formazione della graduatoria sulla base delle valutazioni di cui alle lettere a) b) e c), nel limite dei posti messi a concorso; 
  • d-bis) formazione della graduatoria dei soggetti, che devono ancora conseguire l’abilitazione all’insegnamento specifica sulla classe di concorso, sulla base delle valutazioni di cui alle lettere a) b) e c), in applicazione del comma 4 dell’articolo 5 e dell’articolo 18-bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 e successive modificazioni.

La redazione dei quesiti della prova scritta, anche a titolo oneroso, è assegnata ad una o più università. È altresì istituita con decreto del Ministero dell’istruzione, da emanarsi entro il 10 giugno 2022, una commissione di elevata qualificazione scientifica e professionale che, anche sulla base delle evidenze desunte dalla prima applicazione della riforma delle procedure di reclutamento di cui al presente articolo, proporrà al Ministero dell’istruzione l’adozione di linee guida sulla metodologia di redazione dei quesiti affinché questi consentano di accertare le concrete competenze tecniche e metodologiche necessarie all’insegnamento, oltre che ad una solida preparazione disciplinare dei candidati. 

La commissione fornirà, altresì, indicazioni per aggiungere alla prova scritta, un’altra prova scritta finalizzata alla verifica delle competenze linguistiche e digitali, secondo modalità operative che permettano dare cadenza annuale alle procedure concorsuali.

È opportuno precisare che le suddette disposizione sono state approvate in sede di Consiglio dei Ministri ma per l’effettiva entrata in vigore occorrerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento.

Supplemento di pensione: cos’è e come ottenerlo

Denaro

Supplemento di pensione: che cos’è, come funziona, in che cosa consiste, chi può richiederlo all’Inps e come ottenerlo. Scopriamo subito tutte le risposte ad ognuna di queste domande. Ecco quello che c’è da sapere a riguardo. La guida pratica alle condizioni e ai requisiti necessari.

Che cos’è il supplemento di pensione?

Il supplemento di pensione è un incremento sul proprio trattamento, corrisposto a coloro che hanno versato i contributi anche per periodi successivi alla data di decorrenza del pensionamento. Questo, per esempio, è ciò che accade a chi decide di continuare a lavorare anche dopo essere entrato in pensione.

Ma vediamo ora più nel dettaglio quali sono le condizioni per ottenere il suddetto incremento.

Condizioni e requisiti

Il supplemento di pensione è riconosciuto agli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (AGO) che proseguono l’attività lavorativa nella suddetta assicurazione, trascorsi almeno cinque anni dalla decorrenza del trattamento.

L’interessato ha, inoltre, la possibilità di chiedere la liquidazione del supplemento una volta trascorsi anche soltanto due anni dalla decorrenza del pensionamento o dal precedente supplemento, purché ciò avvenga una sola volta.

Come presentare la richiesta

Per presentare regolare richiesta al fine di ottenere il supplemento è sufficiente collegarsi tramite SPID, CIE o CNS al portale dell’Inps. Una volta fatto l’accesso, bisognerà poi seguire l’iter: “Prestazioni e Servizi – Prestazioni – Supplemento di pensione per pensionati che continuano a contribuire”.

Altrimenti, il diretto interessato potrà chiamare il Contact center al numero gratuito da rete fissa 803.164 o al numero 06.164.164 da rete mobile. O, ancora, potrà rivolgersi al proprio patronato di riferimento.

Concorsi pubblici, cambiano le regole con il nuovo Decreto PNRR: le novità

Concorsi pubblici, nuove regole in arrivo con il Decreto Legge sul PNRR approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Il governo, prendendo spunto dalle procedure introdotte durante il periodo di pandemia, detta delle nuove regole che dovrebbero confluire in una revisione del DPR 487/1994, quella che, attualmente, costituisce la normativa di riferimento per l’accesso al pubblico impiego. Vediamo le novità introdotte dal Decreto Legge sul PNRR 2 che dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale.

Concorsi pubblici, come cambiano con il DL PNRR 2 approvato dal Consiglio dei Ministri: le novità

Con il Decreto Legge sul PNRR, come riporta il quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’ di oggi, venerdì 22 aprile 2022, si prevede, per i concorsi riguardanti la Pubblica Amministrazione, lo svolgimento di almeno una prova scritta, con la conferma della prova orale.

Ne deriva che ciascun ente della Pubblica Amministrazione potrà scegliere se effettuare uno o più scritti che potranno avere anche un contenuto teorico-pratico. Come è noto, già nel periodo della pandemia, la prova scritta era diventata unica, seguita dall’orale.

Per quanto riguarda la prova orale, le nuove regole parlano di colloquio obbligatorio, che comporti la verifica della conoscenza di almeno una lingua straniera che potrà anche non coincidere con la lingua inglese. La misurazione degli aspetti manageriali non rappresenta un obbligo ma è rimessa alla discrezionalità dell’ente che bandisce il concorso: tale aspetto, così come quello riguardante il numero delle prove e le modalità di svolgimento delle stesse, dovrà essere indicato chiaramente nel bando di concorso.

Una prima questione da risolvere è proprio quella legata al colloquio orale in quanto il nuovo Decreto prevede, come detto, l’accertamento della conoscenza di almeno una lingua straniera mentre il TU del pubblico impiego fa riferimento solo alla lingua inglese.

Inoltre, secondo quanto sottolineato da ‘Il Sole 24 ore’, il nuovo Decreto non fa riferimento alla verifica delle conoscenze informatiche per cui non risulta chiaro se esse continueranno ad essere o meno oggetto di verifica, secondo quanto imposto dal Testo Unico.

I test preselettivi saranno a discrezione dell’amministrazione: in caso di numero elevato di partecipanti al concorso vi si potrà ricorrere. I test potranno riguardare l’accertamento delle conoscenze o il possesso delle attitudini del candidato.