L’orologio biologico: perché e come assecondarlo

L’orologio biologico scandisce il ritmo del nostro corpo. Nell’arco delle 24 ore, tutti abbiamo un nostro minimo e un nostro massimo di attività. Assecondare l’orologio biologico significa quindi mangiare, lavorare, allenarsi e dormire al momento giusto. Questo è il modo per funzionare al meglio.

Orologio biologico: perché seguirlo

Seguire il ritmo giusto del corpo aiuta a non ingrassare, ad allenare i muscoli con maggior efficienza, e ad essere più concentrati quando studiamo o lavoriamo. Questo è il perché è bene seguirlo.

Roberto Manfredini, cronobiologo dell’università di Ferrara, spiega a tal proposito: “Abbiamo un orologio biologico principale che fa da direttore d’orchestra per tutte le funzioni dell’organismo: si trova nell’ipotalamo (una zona del cervello) e si regola principalmente con il ritmo luce-buio. Accanto a questo, ogni organo e ogni apparato ha un suo ciclo di attività e riposo da rispettare per stare bene“.

E aggiunge: “Se sfasiamo l’orologio principale scambiando il giorno per la notte tutti i sistemi vanno in tilt, ma anche quando gli orologi secondari cambiano ritmo si va incontro a guai, perché è come se uno degli strumenti dell’orchestra stonasse.”

Gli orari dell’orologio biologico

Cosa prevede il nostro orologio biologico? Quali orari sono da rispettare per le varie attività? Focus le sintetizza così:

  • ORE 7: La parte iniziale della giornata, quella che segue il risveglio, dovrebbe iniziare con dell’esercizio fisico prima di colazione. Aiuta a bruciare meglio e di più i grassi. Inoltre, il primo mattino è anche il momento migliore per fare sesso, perché salgono il testosterone e altri ormoni, aumenta il desiderio e l’attività sessuale migliora. Dopo colazione è l’ora giusta per andare in bagno. Una volta che il corpo è a posto, può iniziare il lavoro del cervello.
  • ORE 9: L’orario migliore per concentrarsi e dare il meglio di sé al lavoro o a scuola è tra le 9 e le 11 del mattino. La memoria a breve termine, l’attenzione, l’accuratezza sono al loro apice.
  • ORE 14: Dopo pranzo abbiamo una fase “down”, che potrebbe essere assecondata con un sonnellino non più lungo di 30 minuti.
  • ORE 15-16: E’ il momento del picco delle capacità di memoria a lungo termine, ed è quindi un buon momento per “organizzare il lavoro, sedimentare e trattenere le informazioni, studiare”.
  • ORE 18-19: Nel tardo pomeriggio si torna a fare sport! La coordinazione, la funzione cardiovascolare e i muscoli sono al loro massimo. Sono gli orari giusti per ottenere le performance ottimali negli sport di resistenza, come la corsa, il nuoto e la bicicletta. Non si deve andare oltre le 21, quando la secrezione di melatonina, ovvero l’ormone del riposo, inizia a guidarci verso la fase di sonno.
  • ORE 22: Non lo fa quasi nessuno, ma questa è l’ora della nanna. Il corpo è a quest’ora che comincia a spegnersi e bisognerebbe assecondarlo per non mandare la ‘nostra macchina’ in tilt. Da questo orario in poi, si dovrebbe evitare di consumare pasti, perché l’apparato digerente non è pronto a ricevere cibo, né il fegato riesce a gestire bene i grassi. Mangiare qualcosa di dolce a quest’ora, fa salire la glicemia e alla lunga porta a ingrassare e a sviluppare con maggior facilità la sindrome metabolica o il diabete.

Covid-19: prime e terze dosi in aumento dopo allarme Omicron

L’allarme procurato dalla variante Omicron e le disposizioni relative al super green pass hanno fatto sì che la campagna vaccinale contro il Covid-19 subisse un balzo in avanti. Si registra in un solo giorno l’inoculazione di 32mila dosi, con quasi 300mila booster. Si stanno rivedendo alcune scene a cui eravamo abituati ai primi mesi del 2021: medici in piazze, padiglioni delle fiere, caserme (anche dal barbiere a Palermo!) e inoltre allestimenti di gazebo e drive through. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo dà un nuovo input al riguardo: la somministrazione di almeno 450mila inoculazioni quotidiane.

Covid-19: si chiede la riapertura degli hub vaccinali

Se da una parte il governo richiede la somministrazione di un ‘tot’ di dosi giornaliere, dall’altra le regioni chiedono che gli hub vaccinali siano riaperti. In base alla disponibilità, a partire dalla Calabria, saranno autorizzate ulteriori aperture di tali strutture. Le necessità sono però anche altre. Tramite alcune dichiarazioni riportate da RaiNews, i territori fanno sapere che “serve più personale per poter vaccinare di più”. Effettivamente dopo il palesarsi della variante Omicron e delle misure rafforzate sul green pass, si è avuto un recente boom delle somministrazioni vaccinali.

Le dosi somministrate nell’ultimo periodo

Le prime dosi somministrate nelle ultime 24 ore in Italia sono state 32.473. Da un mese non si registravano più simili numeri. In aumento anche le terze dosi con booster pari a 293.177. Sono 27mila, invece, i soggetti vaccinati con due dosi. I numeri sono destinati ad aumentare in seguito alla somministrazione della terza dose anche per gli over 18. Si attende, intanto l’arrivo del turno della fascia anagrafica 12/17 anni. Si ipotizza che, entro la fine di dicembre, anche i bambini nella fascia compresa tra i 5 e gli 11 anni potranno essere vaccinati.

Le rassicurazioni di Walter Ricciardi

Siamo ufficialmente nella quarta ondata pandemica. Il governo insiste sull’intensificazione dei vaccini, tramite appelli. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, ha voluto rassicurare con tali affermazioni: “L’aspetto positivo è che sembra non eluda i test, quindi siamo ancora in grado di diagnosticarla e presumibilmente, se questo funziona per i test, dovrebbe funzionare anche per il vaccino”. Comunque la carenza di hub e ospedali restano un problema non indifferente.

Fedriga: ‘Abbiamo dei limiti’

Il Friuli, regione con una dei più alti tassi di sanitari no vax, è uno dei territori dove è stato richiesto un maggior supporto di personale sanitario. Il governatore e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga ha dichiarato: “Abbiamo avuto un aumento delle richieste di vaccinazione, ma è chiaro che abbiamo dei limiti, ovvero il personale a disposizione. Abbiamo una parte di personale che si è allontanata dall’attività sanitaria perché non si è vaccinata e abbiamo quelli che si sono contagiati, malgrado la doppia dose, e che stanno bene però sono fuori uso per qualche settimana. Stiamo però potenziando molto la campagna in tutte le tre aziende sanitarie e da qui ai prossimi giorni verranno ampliate ulteriormente le agende vaccinali”.

I benefici della lettura: scopri come si possono potenziare

Chi ama la lettura, sa bene quanti possono essere i benefici per chi decide di leggere ogni giorno. Possiamo considerare i libri come una sorta di rimedio naturale, senza controindicazioni. Hanno il potere di aumentare la felicità, la riflessione, e anche di conciliare il sonno. Ma una recente ricerca evidenzia che alcuni benefici possono essere potenziati, se la lettura è una scelta più che un obbligo. Ovvero, se ci piace ciò che stiamo leggendo.

I benefici della lettura

I benefici della lettura sono tanti. Se fatta prima di andare a dormire, aiuta anche a conciliare il sonno. Ma in generale, gli studi dimostrano che leggere aiuta sicuramente a:

  • Migliorare le funzioni cognitive
  • Alleviare le preoccupazioni
  • Prevenire ansia e depressione
  • Ridurre lo stress
  • Proteggere il cervello
  • Ridurre i livelli di cortisolo
  • Migliorare l’empatia

Meglio leggere per piacere

Uno studio pubblicato su Reading and Writing, condotto dai ricercatori della Concordia University, evidenzia differenze importanti tra chi legge per piacere nel tempo libero, e chi lo fa solo per dovere (come chi lo fa per motivi di studio).

Il piacere della lettura migliora le abilità cognitive e linguistiche. Quindi conta tantissimo l’approccio mentale ed emotivo alla lettura.

La ricerca ha evidenziato che gli studenti universitari, circa 200, che leggevano prevalentemente per dovere, avevano in media abilità verbali più deboli degli altri. E’ stato pure evidenziato che maggiori benefici cognitivi sono associati al piacere che si prova quando si legge narrativa, più che saggistica. Chi prova piacere in ciò che legge, sviluppa maggiore empatia, diventa più comprensivo e meno prevenuto. 

In conclusione, se le letture fatte per dovere sono importanti per il lavoro o lo studio, quelle fatte per piacere o svago, ci rendono persone migliori. Non bisogna farsi mancare nessuna delle due. Non a caso, fra i consigli per avvicinare gli studenti alla lettura, c’è quello di permettere a bambini e ragazzi di scegliere i libri da leggere.

Covid, variante Delta: quali sono i primi sintomi?

Quali sono i sintomi e il periodo di incubazione della variante Delta del Covid-19? Conosciuta in origine come variante indiana, continua a mietere contagi anche nel nostro Paese. I dati mostrano che infetta sia vaccinati, che non vaccinati. I sintomi, però, sembrano presentarsi in un’ordine leggermente diverso tra chi ha completato il ciclo di vaccinazione e chi no.

L’incubazione della variante Delta del Covid

Quanto dura il periodo di incubazione della variante Delta? Sembra presenti un periodo di incubazione più breve, rispetto alla variante precedente. Il tempo di incubazione varia tra persona e persona, in base all’età, alla presenza di malattie preesistenti o a un sistema immunitario più o meno compromesso.

La rivista Nature, lo scorso luglio, riportava che da uno studio cinese era emerso che nella variante Delta la carica virale era rilevabile dopo 4 giorni dal contagio, contro i 6 precedenti. Inoltre, l’indice di contagiosità sembra essere pari a 5, rispetto alla media di 2,5 del ceppo originario.

Quali sono i sintomi della variante Delta?

I sintomi della variante Delta non sono gli stessi della varante originaria. La perdita dell’olfatto e del gusto, per esempio, non appaiono quasi mai. Ad essere colpito è principalmente l’apparato respiratorio, con sintomi simili alla classica influenza: raffreddore, naso che cola, mal di gola e mal di testa, febbre e tosse.

Inoltre, i pazienti riferiscono di un sintomo frequente: lo starnuto. I vaccinati sembrano presentarlo in forma più evidente.

Il mal di testa è il primo sintomo a presentarsi nella maggior parte delle persone (dati raccolti dalla Zoe Covid Symptom Study App fra utenti inglesi, in lingua inglese), seguito da naso che cola o mal di gola e starnuti. La tosse e la febbre, arrivano successivamente.

Scuola, casi positivi: quali le ultime disposizioni?

Già da ieri è suonata la campanella per 4 milioni di studenti che ritornano sui banchi dopo le tanto attese vacanze. Anche questo, purtroppo, seppur si spera in misura minore, sarà un anno in cui la scuola dovrà fare i conti con la pandemia. Il Ministro dell’Istruzione ha indicato le misure da seguire nel Protocollo di Sicurezza. Individua anche le modalità di gestione di eventuali casi positivi e di conseguenza di possibile quarantena. Di seguito le novità aggiornate in merito.

Casi positivi, come procedere

Anche quest’anno scolastico nelle scuole verranno effettuati test di screening per monitorare la situazione all’interno di ogni istituto. In presenza di casi positivi al test molecolare occorre seguire le ordinarie procedure di concerto con le autorità sanitarie di competenza. Il verbale del CTS n.34/2021 specifica che in presenza di sintomi indicativi acuti delle vie respiratorie in alunni o personale scolastico occorre avviare specifica procedura: “il soggetto interessato dovrà essere invitato a raggiungere la propria abitazione e si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte dell’ASL competente”.

Quarantena in presenza di casi positivi per soggetti vaccinati

Sono cambiate invece le disposizioni in merito alla quarantena in base alla presenza di soggetti vaccinati o meno. Nella circolare n. 36254/2021 il Ministero della Salute indica le nuove misure da adottare in presenza di casi positivi relativamente alla gestione della quarantena. Le novità consistono nelle indicazioni da seguire per i soggetti vaccinati da almeno 14 giorni e nella diminuzioni dei giorni di isolamento. Con esattezza, opera la seguente distinzione:

  • contatti asintomatici ad alto rischio, c.d. “contatti stretti”: la quarantena dura almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al caso; dopo tale periodo occorre un esame molecolare a antigenico negativo. In caso di impossibilità del test “si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso”: ciò anche in mancanza di test molecolare o antigenico.
  • contatti asintomatici a basso rischio: “non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie“. Quindi distanziamento fisico, uso della mascherina, igiene frequente delle mani, ecc.

Nella circolare il Ministero della salute spiega cosa si intende per contatti a basso rischio:

  • soggetto che ha avuto un contatto diretto con un caso positivo per meno di 15 minuti ed ad una distanza inferiore ai 2 metri
  • chi è stato in un ambiente chiuso (aula, macchina, bus) per meno di 15 minuti

Quarantena per soggetti non vaccinati

Per i non vaccinati o per i non immunizzati da almeno 14 giorni, il Ministero nella suddetta nota indica le seguenti disposizioni:

  • contatti asintomatici con casi positivi ad alto rischio: la quarantena dura almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, alla fine dei quali occorre un test molecolare o antigenico negativo. In mancanza di test, il periodo di isolamento dura almeno 14 giorni dall’ultimo contatto con il caso positivo.
  • contatti asintomatici a basso rischio:non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie“. Quindi distanziamento fisico, uso della mascherina, igiene frequente delle mani, ecc.

Scuola: alcuni consigli basilari per il ritorno in sicurezza

La pandemia da Covid-19, come è noto, non è ancora terminata. In questa sede vogliamo dare alcuni consigli basilari (in verità veri e propri bisogni primari di questi tempi) per il rientro a scuola quanto più possibile in sicurezza. Mai come ora accessori quali la mascherina e il gel igienizzante sono di fondamentale importanza per prevenire il contagio da Sars-Cov-2. Se utilizzati bene, tali accessori possono ridurre drasticamente il pericolo di infezione.

Ritorno a scuola: l’importanza della mascherina

Le mascherine sono di utilizzo quotidiano, da quasi due anni a questa parte e sembra che il loro uso dovrà proseguire anche nel prossimo futuro. La scuola è un ambiente chiuso, dove non sempre il rispetto della distanza di sicurezza è garantito. Proprio per questo motivo la mascherina è di fondamentale importanza, soprattutto laddove non sia possibile vaccinare i bambini per ovvi limiti di età. Il Quotidiano nazionale consiglia di scegliere dispositivi chirurgici in questo caso, poiché garantiscono un’ottima protezione.

Gel per igienizzare le mani

Oltre alla mascherina, quando non è possibile l’utilizzo del sapone, il gel igienizzante risulta essere un ottimo metodo asettico per avere mani sempre pulite. Uno dei dispositivi più importanti per il contrasto del coronavirus. Anche se sono di base le stesse scuole a garantire la presenza di dispenser con all’interno tale liquido, per i bambini è consigliabile adoperare gel contenenti succo di aloe o camomilla. Le manine dei bimbi sono delicate e sarebbe meglio evitare eventuali irritazioni che alcuni tipi di gel possono causare.

Box per contenere gli alimenti

Dato che a causa della pandemia le mense scolastiche non sono sempre disponibili, affinché il bambino possa mangiare, sarebbe consigliabile fargli portare un box per il pranzo contenente cibo ed ermeticamente chiuso per evitare il contatto dell’alimento con l’esterno. Bisogna sempre scegliere un opportuno box che possa proteggere in maniera sicura il pranzo che si porta da casa. La maniera migliore è utilizzarne uno dotato di più scomparti nel caso in cui bisogna contenere più tipi di cibo.

Braccialetto per garantire la distanza

Sicuramente, il rispetto della distanza di sicurezza a scuola non è una delle operazioni più facili, soprattutto quando parliamo di bambini. In questo caso sarebbe opportuno l’acquisto di un braccialetto per la distanza di sicurezza. Tale utilissimo accessorio si illumina nel momento in cui un altro dispositivo si trova a una distanza di 1,5 metri in qualsiasi direzione. Per il suo corretto funzionamento, il braccialetto dovrebbe essere utilizzato da tutti gli alunni all’interno di una classe.

Sensibilizzazione vaccinale e affidabilità tamponi salivari a scuola: parla Letizia Moratti (INTERVISTA)

Mancano pochi giorni all’inizio del nuovo anno scolastico. E tanti sono gli interrogativi riguardo la riapertura in sicurezza delle scuole e la gestione e il controllo del green pass del personale scolastico. Un punto discusso è anche quello attinente i tamponi a cui dovrà essere sottoposto ogni 48 ore ciascun lavoratore della scuola non vaccinato.

Regione Lombardia sfiora il 90% in termini di personale scolastico con almeno la prima dose di vaccino, e quasi l’80% con entrambe le dosi. Dati sicuramente confortanti ma, a quanto pare, non sufficienti. Continua infatti la sensibilizzazione, con uno sguardo perfino all’ipotesi di un eventuale obbligo vaccinale.

E i tamponi salivari, nonostante l’ampio successo riscosso proprio nella regione lombarda nello scorso mese di maggio, con risultati positivi in termini di affidabilità, non trovano ancora il favore del Governo e del Cts.

Di tutto questo abbiamo parlato con la Vicepresdente e Assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti.

Ripresa in sicurezza della scuola in Lombardia e la questione dei tamponi salivari

Nell’intervista rivolta a Letizia Moratti abbiamo iniziato con l’analizzare l’importante aspetto della ripresa in sicurezza delle scuole, concentrandoci anche sui tamponi salivari.

Vorrei parlare della ripresa in sicurezza della scuola in Lombardia. I cittadini lombardi hanno dimostrato un’ampia adesione alla campagna vaccinale e, in particolare, il personale scolastico vaccinato ha raggiunto un’elevata percentuale.  Per quanto riguarda il personale scolastico non vaccinato (o perché non può o perché ha scelto di non vaccinarsi), Regione Lombardia sta pensando di prevedere i tamponi antigenici salivari, dato il successo della sperimentazione di queste tipologie di screening già ad aprile e maggio 2021 nelle scuole lombarde?

Il personale che opera nelle scuole presenti in regione Lombardia ha risposto positivamente alla proposta di vaccinazione contro COVID 19; anche per questo è importante differenziare tra coloro che non possono essere vaccinati a causa di particolari condizioni di salute e chi ha scelto di non vaccinarsi. I primi necessitano di particolare attenzione in quanto soggetti fragili: per la loro tutela è fondamentale garantire la permanenza in una collettività dove il virus trovi sempre meno possibilità di circolazione grazie alla presenza di una elevata copertura vaccinale tra i colleghi e ove possibile tra gli studenti. Per loro si procederà a garantire i controlli periodici secondo le indicazioni del CTS nazionale, sia dal punto di vista della periodicità della sorveglianza che della tipologia di test (molecolare o antigenico rapido) e di matrice (tampone salivare o tampone nasofaringeo). Diversa è la condizione di coloro che hanno ritenuto di non aderire all’offerta vaccinale: è di attualità il dibattito per la definizione di obbligo vaccinale per il personale scolastico in analogia con il personale sanitario: Regione Lombardia proseguirà comunque nell’azione di sensibilizzazione perché siano resi disponibili tutti gli elementi conoscitivi finalizzati a garantire una scelta consapevole e responsabile per se e per la collettività.

Qual è l’affidabilità dei tamponi salivari rispetto alle altre metodologie di screening?

A metà maggio il Ministero della Salute si è espresso circa l’utilizzo dei test molecolari su saliva alla luce delle evidenze disponibili e del pronunciamento del centro europeo per la prevenzione de controllo delle malattia – ECDC. Sulla base di quanto emerso Regione Lombardia ha effettuato una sperimentazione organizzativa per l’utilizzo dei test salivari nelle scuola ai fini del monitoraggio della circolazione virale su un campione rappresentativo della popolazione studentesca. L’esito, come noto, è stato molto positivo in termini di accettabilità del test. Di questo risultato è stato informato il livello centrale e la struttura Commissariale che, con Istituto Superiore di Sanità,  e in accordo con le Regioni e Province autonome, sta ora lavorando per definire un piano per il monitoraggio della circolazione del virus SARS-CoV-2 nel setting scolastico.

Da valutare eventuali tamponi periodici anche al personale scolastico vaccinato

Visti i continui casi di soggetti vaccinati contagiati, ci si chiede se anche nel caso del personale scolastico vaccinato sia prevista la possibilità che possano essere sottoposti a screening periodici. E lo abbiamo chiesto all’assessore Moratti.

Ritiene che potrebbe essere opportuno sottoporre a tamponi periodici anche il personale scolastico vaccinato che potrebbe anch’esso contagiare e contagiarsi?

Gli elementi da considerare per la valutazione sono molteplici: la copertura vaccinale raggiunta tra il personale scolastico e tra gli studenti per gli ordini scolastici dove sono presenti ragazzi di età superiore ai 12 anni;  la possibilità di garantire e mantenere gli interventi utili come il distanziamento sia a scuola che sui mezzi di trasporto ; l’uso della mascherina; la capacità di individuare rapidamente i casi e i contatti stretti per interventi mirati di isolamento e per testing allargato utilizzando i test salivari che sono più accettabili. Le situazioni sono differenti in relazione all’andamento nelle diverse classi di età anche man mano si procede con la vaccinazione. Ci attendiamo quindi anche un aggiornamento delle indicazioni a suo tempo fornite dal ISS per i controlli specifici nel setting scolastico perché vi sia un comportamento uniforme sul territorio nazionale basato su evidenze scientifiche.

‘Garantire il ritorno a scuola in presenza al 100%’

Abbiamo concluso l’intervista chiedendo a Letizia Moratti un’ultima battuta riguardo la ripartenza in sicurezza della scuola.

Un’ultima domanda: poteva essere fatto di più per garantire una ripartenza in sicurezza della scuola in presenza?

Il lavoro che si sta facendo vede una unità di intenti rispetto a garantire il ritorno a scuola in presenza al 100%, ciascun soggetto/Amministrazione sta contribuendo in coerenza con la mission che gli è propria. È stato e sarà molto prezioso il lavoro sui singoli territori svolto dai tavoli prefettizi che hanno consentito l’attuazione locale degli indirizzi nazionali e regionali ina tema di prevenzione e controllo della patologia.

Green Pass, esenzione e rinvio vaccino anti Covid per chi? Il vademecum aggiornato

La Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (SIMG), ha fornito indicazioni circa l’esenzione da vaccino anti Covid o il rinvio, in un vademecum. Le indicazioni si basano sulla circolare del Ministero della Salute e forniscono una lista di esenti o di coloro che hanno diritto al rinvio.

Esenzione e rinvio da vaccino anti Covid: chi?

Chi sono coloro che possono definirsi esenti dal vaccino anti Covid? Sono i soggetti certificati dal medico di competenza e la certificazione che possiedono è valida fino al prossimo 30 settembre.

Quali sono i motivi più comuni per il rinvio del vaccino (posticipazione del vaccino e non esenzione)? Nel vademecum leggiamo:

  1. Paziente di recente affetto da infezione asintomatica o malattia accertata da SARS-CoV-2 laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal primo tampone positivo.
  2. Paziente con malattia di COVID-19 recente che abbia ricevuto terapia con anticorpi monoclonali laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal trattamento.
  3. Soggetto in quarantena per contatto stretto fino al termine del periodo di isolamento.
  4. Soggetto con sintomi sospetti di COVID-19 fino al risultato del tampone
  5. Paziente con malattia acuta severa non differibile (es – evento cardiovascolare acuto, epatite acuta, nefrite acuta, stato settico o grave infezione di qualunque organo/tessuto, condizione chirurgica maggiore, …).

Queste condizioni non necessitano di alcuna certificazione di esenzione. I casi a e b hanno diritto al green pass di guarigione valido 6 mesi, mentre la valutazione della opportunità di vaccinazione per i casi c e d avverrà rispettivamente alla fine della quarantena o successivamente al termine del percorso diagnostico.

Il Vademecum SIMG

Di seguito vi rimandiamo al documento originale sui motivi di esenzione e rinvio del vaccino anti Covid.

Il Vademecum

POTREBBE INTERESSARTI: Ricorsi contro Green Pass scuola obbligatorio: pronuncia prima di settembre?

Vaccino personale scolastico, in arrivo la terza dose?

Continua la polemica che da giorni anima il mondo della scuola sul vaccino, sui no vax, sul Green pass e sulle modalità di controllo. Punti di tensione tra Ministero dell’Istruzione, sindacati ed insegnanti e molti ancora i nodi da sciogliere a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico. Ci sarà una terza dose per il personale scolastico? Quando e con quale vaccino?

Terza dose vaccino anti Covid in vista

Gli esperti ed i medici sembrano essere concordi nell’importanza di un richiamo del vaccino dopo il trascorrere di alcuni mesi dal momento dell’ultima somministrazione: questo permetterebbe una copertura più sicura anche nei confronti delle nuove varianti in circolazione.

L’agenzia AdnKronos riporta che Pfizer e BioNTech hanno presentato all’agenzia americana Fda i dati iniziali per supportare la somministrazione della terza dose del vaccino antiCovid: la Food and Drug Administration dovrebbe autorizzare il richiamo vaccinale nei soggetti dai 16 anni in poi.

Anche l’Agenzia europea del farmaco Ema valuterà presto questi dati: si potrà stabilire la sicurezza e la tollerabilità di una terza dose di vaccini a 8-9 mesi dalla seconda somministrazione effettuata a partecipanti adulti arruolati.

Come spiegano le agenzie farmaceutiche citate, i risultati finora riscontrati sono molto significativi: la terza dose infatti attiverebbe anticorpi molto più neutralizzanti rispetto a quelli delle prime due dosi contro le varianti Beta e Delta.

Vaccino per la scuola

Cosa comporterebbe l’autorizzazione alla terza dose per il personale scolastico? Di certo la questione  acutizzerebbe le problematiche relative al Green pass, ai tamponi, al controllo e scaturite a seguito dell’emanazione del protocollo di sicurezza. I docenti ed il personale ATA sono stati tra le prime categorie a ricevere il vaccino anti Covid (dopo medici e persone fragili): nonostante le tantissime polemiche degli ultimi giorni  relative al controllo dei no vax, la stragrande maggioranza risulta vaccinata.

Alla maggior parte è stato somministrato l’Astrazeneca: il personale scolastico immunizzato dovrebbe quindi ricevere la terza dose del vaccino Pzifer? Altra domanda per cui scaturiscono forti tensioni quando il nuovo anno scolastico è in procinto di iniziare.

Intanto il Ministro della Salute Speranza comunica che la disponibilità delle terze dosi è garantita, non ci sono problemi legati all’approvvigionamento dei vaccini.

Il parere di Crisanti

Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia di Padova, vuole attendere i risultati di Israele per pronunciarsi sulla terza dose del vaccino. Come riporta la Tecnica della Scuola,  afferma che la protezione della vaccinazione dura 8-9 mesi, ma secondo lui l’immunità di gregge non sarà mai raggiunta. La questione resterebbe quindi irrisolta. Sulla vaccinazione under 18, sostiene che il rapporto costi/benefici sia limitato e che si tratterebbe solo “di un atto di generosità” verso la collettività.

Per Crisanti ci sono stati errori  nella gestione della pandemia sin dall’inizio: si sono “sprecati” i lockdown e si sono diminuite eccessivamente le restrizioni soprattutto durante l’estate, senza aver ancora il controllo della situazione.

Tuttavia il microbiologo si definisce “moderatamente ottimista” sulla possibilità di una cura anti Covid: degli enzimi come le proteasi, già usati per l’epatite C e l’HIV, potrebbero risultare molto efficaci.

Vaccino 12-18 anni, ultime novità: ci sarà anche per gli under 12?

Il mondo politico e medico riconosce la grande importanza del vaccino per la fascia di età compresa tra i 12 ed i 18 anni. Anche la Società Italiana di Pediatria si è espressa favorevolmente sulla  vaccinazione adolescenziale. Ieri in una lettera alle Regioni Figliuolo invita le Regioni a creare corsie preferenziali. Galli e Locatelli ritengono fondamentale anche il vaccino under 12.

Indicazioni dei pediatri sul vaccino 12-18 anni

Per ripartire con il nuovo anno scolastico ormai alle porte il Governo ha predisposto un Piano Scuola con varie indicazioni da seguire. La misura più importante adottata è stata l’obbligatorietà del Green pass per tutto il personale docente ed ATA: sono previste  sanzioni pesanti in caso di mancata certificazione o sua falsificazione. Green pass richiesto anche dai 12 anni in su per accedere nei luoghi chiusi ed eventi. Cosa ne pensa il mondo medico sul vaccino 12-18?

La Società Italiana di Pediatria, che dal 1898 riunisce tutti i pediatri italiani, si è espressa favorevolmente. L’ obiettivo principale della SIP è di tutelare la salute fisica e psichica del neonato, del bambino e dell’adolescente: in merito al vaccino per gli under 12 e la fascia adolescenziale ne riconosce solo l’utilità. Infatti, sebbene gli adolescenti siano meno colpiti dal COVID,  ultime ricerche scientifiche dimostrano  la possibilità di complicanze renali e multisistemiche anche per i giovanissimi.

Inoltre, sottolinea la grandissima importanza del vaccino 12-18 per ostacolare l’ulteriore propagazione del virus, essendo questa età un rilevante serbatoio di diffusione. Diminuirebbe anche il rischio di generare ulteriori varianti potenzialmente più pericolose. La SIP evidenzia parallelamente il rilevante peso che il vaccino per i ragazzi avrebbe in vista della riapertura delle scuole.

Indicazioni di Figliuolo sul vaccino 12-18 anni

Ieri pomeriggio il Commissario per l’Emergenza Francesco Figliuolo si è rivolto con una lettera alle Regioni riguardo al vaccino 12-18 anni: dal 16 agosto tutti i giovani compresi tra questa fascia di età possono vaccinarsi senza dover prenotare.  A tal fine nella lettera Figliuolo invita le Regioni a “predisporre corsie preferenziali per l’ammissione alle somministrazioni dei cittadini” tra i giovanissimi.

In questo momento è autorizzata solo la somministrazione di Moderna e Pfizer per questa fascia di età.

Figliuolo sottolinea l’importanza del vaccino  under 18 non solo per la ripartenza della scuola, ma anche per favorire la ripresa delle attività sportive in sicurezza. A tal proposito, aggiunge che si deve lavorare per completare la vaccinazione anche del personale tecnico che lavora nei centri sportivi.

Galli, SIP e Locatelli, vaccinazione anche per gli under 12

A Sky Tg24 Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive del Sacco di Milano, sostiene che “il vaccino per gli under 12 è fondamentale”: con la ripartenza dell’anno scolastico la diffusione del virus tra i bambini è incontrollabile. “Senza aver vaccinato tutta la popolazione, bambini compresi, la possibilità di contenere il fenomeno diventa complicata”.

Anche Locatelli, coordinatore del CTS si esprime a favore del vaccino under 12: “vaccinando i bambini eviteremo focolai anche nelle scuole elementari e dunque il ricorso alla DAD”. Pure gli esperti della Società Italiana di Pediatria sono favorevoli ad una futura vaccinazione per i bambini.

Di parere contrario è invece Vaia, direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani: sempre a Sky Tg24 spiega che nei bambini sia il contagio che la malattia sono statisticamente irrilevanti. In questo modo il rischio sarebbe maggiore del beneficio.